Suzuki accordion project – Intervista a Elena Enrico

377

SUZUKI ACCORDION PROJECT

Intervista a Elena Enrico di Giorgio Dellarole

 

Elena Enrico - Metodo SuzukiAnni fa ho avuto l’occasione di collaborare con la Scuola Suzuki di Aosta, eseguendo, con quattro fisarmoniche e con l’orchestra d’archi della scuola stessa, il concerto di J.S. Bach per quattro cembali e orchestra BWV1065 e in quell’occasione ho scoperto una realtà straordinaria composta da docenti capaci ed entusiasti e da uno stuolo di bambini e di ragazzini preparatissimi all’esecuzione d’assieme e prontissimi a cogliere gli spunti che i solisti e il direttore offrivano loro. Per cominciare la nostra chiacchierata ci parli della storia e delle caratteristiche generali della metodologia Suzuki?

Il Metodo si rivolge ai bambini in età prescolare. Per il primo periodo i bambini imparano attraverso l’imitazione e l’ascolto così come si impara la propria lingua. I genitori sono presenti alle lezioni e diventano i maestri dei loro bimbi giorno per giorno, creando una didattica famigliare fatta di piccole e grandi conquiste. Lo strumento diventa parte integrante del quotidiano ed è una via educativa; attraverso di esso il genitore svilupperà nel proprio bambino memoria, senso ritmico, attenzione, affettività, autocontrollo, intonazione, capacità di stare con gli altri, sensibilità, attitudine, competenze specifiche… Altra caratteristica importante del metodo è il repertorio comune che permette di suonare subito insieme e con altri strumenti. In genere si inizia a tre anni il CML, lezioni collettive che proseguono e affiancano lo studio strumentale negli anni successivi che saranno densi di appuntamenti musicali: la lezione CML e quella individuale di strumento, le prove di orchestra con tanti diversi strumenti, le lezioni di gruppo del proprio strumento.

Parlaci del tuo incontro con il Metodo Suzuki? Che contributo hai offerto alla metodologia didattica?

L’incontro con il metodo Suzuki, anche detto della lingua madre, è stato illuminante sotto molti punti di vista e dal 1984 ho elaborato un percorso di formazione che si chiama Children’s Music Laboratory (conosciuto ormai in tutta Europa e tradotto in 5 lingue) che anticipa l’approccio strumentale ed affianca  poi tutto il percorso  sviluppando nei bambini le competenze necessarie e la disciplina interiore nonché la didattica famigliare perché la musica divenga parte integrante nella vita e nell’educazione della famiglia.

Tu hai un’importante formazione pianistica: quando hai conosciuto la fisarmonica e perché ti ha attratta?

Non ricordo una settimana, durante la mia infanzia, nella quale non venissero a casa conoscenti di mio padre, musicisti dilettanti, a trascorrere la serata in canti e suoni. Non ricordo una cena con i parenti o gli amici che non finisse intonando canti di montagna, romanze, canti popolari, arie d’opera…

E naturalmente, come voleva la tradizione, fin da piccolissima sono stata avviata allo studio del pianoforte, considerato da mio padre formazione indispensabile per la crescita umana e culturale delle bambine (mia sorella ed io…).

Ho sempre trovato affascinante la fisarmonica, (forse memore delle serate famigliari) e ho iniziato a studiarla per pura passione in età matura prima da autodidatta, poi sotto la guida del jazzista Walter Porro e infine in Conservatorio.

Perché inserire la fisarmonica nel mondo Suzuki?

Perché? Perché è straordinariamente adatta alla metodologia, si può rimpicciolire (i bambini suonano strumenti della loro misura), si può portare con sé, si abbraccia, respira, si suona da soli o in tanti, si suona con gli altri, si suona cantando, richiede cura dei particolari, disciplina, crea un meraviglioso rapporto con il genitore.

Nel percorso di recupero e sviluppo delle potenzialità ho riscontrato risultati straordinari anche in bimbi con difficoltà psichiche e neurologiche.

Non sarebbe stato più naturale per te seguire il percorso di formazione con il Pianoforte?Elena Enrico - Metodo Suzuki

Il Pianoforte è già da moltissimi anni uno strumento riconosciuto nella metodologia Suzuki e probabilmente sarebbe stato naturale per me compiere la formazione necessaria (il metodo Suzuki prevede corsi di formazione per gli insegnanti che durano alcuni anni e richiedono esami di livello davanti ad una commissione europea). Invece è stata proprio la fisarmonica a farmi innamorare perdutamente e a spingermi ad iniziare il lungo lavoro di studio, ricerca, progettazione (senza contare i mille passaggi burocratici necessari!) per farla riconoscere nella famiglia suzukiana.

Quali sono stati i passi principali del Suzuki Accordion Project?

Nel 2011 ho iniziato il lavoro di ricerca, sperimentazione ed adattamento del Metodo alla Fisarmonica, che ha portato, nel 2012, alla pubblicazione di “BimboFisa” (Ed. MusicaPractica), un primo quaderno, testimonianza della esperienza con il primo piccolo allievo.

Ho avuto occasione di presentare il progetto ad alcuni incontri promossi dall’Istituto Italiano Suzuki, a Torino nel 2011 e 2012 e in occasione del Workshop-Ventennale Suzuki Valle d’Aosta dove ho conosciuto un giovane insegnante diplomato al conservatorio della Regione che ha dimostrato subito grande interesse per il progetto.

Il mio lavoro è stato presentato all’Assemblea dell’European Suzuki Association nel 2012 ricevendo un primo riconoscimento e l’autorizzazione per utilizzare la dicitura “SUZUKI ACCORDION PROJECT”.

Nel 2013 il secondo passo è stato la presentazione del primo volume da me preparato secondo i principi metodologici suzukiani supportato da materiale video e da lettere di commento di musicisti e docenti.

Ora mi è stato richiesto di proseguire e di promuovere la sperimentazione possibilmente anche al di fuori dell’Italia tramite colleghi interessati alla diffusione della didattica per bambini applicata alla fisarmonica.

Chi sono attualmente i tuoi allievi e cosa avete in programma per il futuro?

Ad oggi sono allievi del Suzuki Accordion Project presso l’Associazione Culturale Suzuki Asti i bimbi: Tommaso di 4 anni, Giulio di 5 anni e Lucille di 5 anni (Primo corso), Riccardo di 5 anni (Secondo corso), Matteo di 7 anni e Francesco di 8 anni (Terzo corso).

Nel prossimo mese di maggio, nei giorni 9 e 10, ad Asti ci saranno due giorni di concerti con i bimbi di CML, SAP e ISI: 650 piccoli musicisti con tutti gli strumenti della scuola Suzuki italiana (informazioni sul sito www.musicalgarden.it).

Il 2016 vedrà due importantissimi avvenimenti ai quali i nostri “Suzuki Accordion Project” sono

stati invitati a partecipare: in marzo suoneranno al Suzuki Gala Concert all’Albert Hall di Londra e in luglio alla Suzuki Convention Italiana a Cuneo.

Stai già formando dei nuovi insegnanti?

Andrea Costamagna di Aosta e Bruna Patera di Vicenza, entrambi insegnanti in scuole di musica, hanno frequentato la formazione CML e gli incontri SAP e iniziano da quest’anno la sperimentazione con alcuni piccoli allievi.

Cosa pensi delle prospettive future della fisarmonica? Te lo chiedo sia riguardo al suo cammino nella metodologia Suzuki, sia in generale.

Sono fermamente convinta che attraverso il concetto metodologico suzukiano dell’educare attraverso la musica, si raggiungeranno molti risultati anche nella diffusione e nella conoscenza della fisarmonica, spesso vittima di luoghi comuni che la vogliono adatta alla sola musica di intrattenimento o popolare. La fisarmonica ha delle potenzialità straordinarie e la possibilità di farla conoscere fin dalla prima infanzia, unita al confronto con gli altri strumenti della famiglia suzukiana, aiuterà anche a cancellare col tempo i luoghi comuni e le convinzioni di molti sul suo ruolo meramente “popolare”. Con questo non intendo assolutamente definire la musica popolare meno importante, tant’è che proprio da questa inizia tutto il repertorio di ogni strumento nel metodo Suzuki. La cosa importante è come sempre non ciò che si fa ma “come” lo si fa e la cura tecnica, del suono, del fraseggio, dell’esercizio, della disciplina insiti nel metodo offrono il miglior sviluppo delle capacità e delle potenzialità di ciascun bambino.

L’iniziare ad abbracciare lo strumento e il respirare con la fisarmonica fin da piccolissimi significa entrare in sintonia col linguaggio della musica, ciascuno con la propria voce e con la propria sensibilità. Le famiglie che condividono questo percorso, il pubblico che assiste a questa nuova nascita strumentale, gli insegnanti che sempre di più si avvicinano con curiosità e rispetto alla fisarmonica mi rendono ogni giorno più convinta di questa scelta. Come ho già detto, lo strumento della mia formazione è stato il pianoforte che resta il sostegno di tutte le lezioni CML nelle quali  sviluppo le competenze e il talento dei bambini attraverso il corpo, la voce, l’intera mia persona.

Grazie alla fisarmonica ho però scoperto ancora qualche cosa in più: un mondo di suoni ed espressività che mi permette di sperimentare anche un legame strumentale con i miei piccoli allievi.

Sono convinta che questo strumento avrà un grandissimo seguito di famiglie appassionate. Già in questo primo periodo di lavoro ho potuto notare una significativa diminuzione dei preconcetti e dei luoghi comuni legati alla fisarmonica.

Spesso sono proprio i bambini, attratti dal vedere altri piccoli suonare, che scelgono la fisarmonica come loro compagna di vita.

 

 

Elena Enrico nasce a Torino il 25 Febbraio 1954. Inizia all’età di sei anni gli studi musicali diplomandosi giovanissima in pianoforte. Già negli anni del Conservatorio si avvicina al mondo teatrale frequentando corsi di canto e recitazione e, nel 1976, insieme a Giorgio Faletti e Fulvio Accornero partecipa al gruppo cabarettistico denominato “Topi d’albergo” lavorando in Italia e all’estero fino al successivo anno. Nel 1977 vince il concorso per assistente alla regia alla RAI di Torino, collaborando con autori e registi quali, tra gli altri, Primo Levi, Anton Giulio Majano, Edmo Fenoglio, Massimo Scaglione, Tonino Accolla, Paolo Conte e attori quali Alberto Lupo, Arnoldo Foà, Aurora Cancian, Toni Bertorelli, Paolo Giuranna, Mario Brusa, Milva e molti altri.

Prosegue parallelamente l’attività teatrale sia come attrice che cantante; compone brani di commento musicale e incide un LP per la Fonit Cetra per le sonorizzazioni radiofoniche, una delle quali segnalata al “Prix Italia”. Dal 1980 al 1992 cura la preparazione e dirige cori popolari a voci pari (maschili) e cori infantili. Dal 2007  al 2011 ha diretto il Coro Polifonico Astense sviluppando un repertorio prevalentemente operistico.

Interessata agli aspetti didattici ed educativi della musica, nel 1981 lascia l’impiego alla radio per approfondire le sue ricerche e sviluppare metodologie di insegnamento precoce, sviluppo e potenziamento delle abilità nei bambini a partire dalla nascita. Dal 1982 ha operato per 19 anni nelle Scuole Pubbliche realizzando spettacoli teatrali, concerti, progetti interdisciplinari e manifestazioni anche in collaborazione con Enti, Teatri, Comuni.

In qualità di pianista ha al suo attivo un centinaio di concerti in duo, trio e formazioni orchestrali ed ha svolto per decenni attività di accompagnatore per cantanti e strumentisti.

Insieme al figlio Francesco, musicista, compositore e filmmaker fonda nel 2004 la casa di produzione indipendente “Fregoli Dreams Factory” curando principalmente sceneggiatura e regia. Le produzioni spaziano dal film didattico ai documentari, cortometraggi e spot pubblicitari, riscuotendo interesse e riconoscimenti internazionali quali il premio come miglior film e miglior montaggio al “Pumelo Film Festival 2007” di Bombay, la selezione al “New York film festival 2007” ed il “Gold Kahuna Award for the Excellence in the Filmmaking” all’Honolulu Film Festival 2009. 

Ha fondato nel 2012 il gruppo popolare “Navira” (voci, percussioni e fisarmonica) con i quali sviluppa costantemente una ricerca interpretativa attraverso coreografie, arrangiamenti e trascrizioni di brani popolari da tutto il mondo.

È presidente dell’Associazione Culturale Suzuki di Asti presso la quale tiene corsi di formazione per insegnanti e corsi per bambini.

Appassionata della fisarmonica inizia a suonarla da autodidatta e prosegue gli studi prima privatamente sotto la guida del jazzista Walter Porro quindi, per completare la formazione classica, al Conservatorio A. Boito di Parma con il Maestro Cesare Chiacchiaretta e in seguito nella classe del Maestro Giorgio Dellarole dove tuttora prosegue la sua preparazione.

Dal 1984 inizia una sperimentazione didattica al “Suzuki Talent Center” di Torino ed istituisce i corsi “Children’s Music Laboratory” (CML) che anticipano ed affiancano lo studio di uno strumento musicale (preferibilmente con l’utilizzo del metodo Suzuki).

Nel 1994 è tra i soci  fondatori dell’ “Istituto Suzuki Italiano”.

Dalla costituzione nel 2007, è presidente dell’associazione “Musical Garden” che raccoglie le sue esperienze e i suoi approfondimenti metodologici ed educativi e contribuisce alla formazione degli insegnanti attraverso stage, conferenze, incontri, corsi in Italia e all’estero. Il repertorio e il percorso metodologico CML sono diffusi in Europa e tradotti in sei lingue: italiano, francese, inglese, tedesco, olandese e polacco (www.musicalgarden.it).

Negli ultimi anni ha elaborato un percorso strumentale per i bambini in età prescolare ispirato al metodo Suzuki e ha pubblicato un libretto dedicato all’insegnamento della fisarmonica ai bambini (“BimboFisa” ed. MusicaPractica).

La sperimentazione didattica è stata in seguito approvata dall’European Suzuki Association, ottenendo il marchio S.A.P. (Suzuki Accordion Project) ed è in via di riconoscimento per l’ambito traguardo di diventare   “Suzuki Accordion School”.

 

Pubblicazioni:

“Quaderno operativo” – edizioni  MusicaPractica

 “Suonare come parlare” – edizioni Musica Practica (editato anche in lingua francese ed. Conroy)

 “BimboFisa 1” – edizioni MusicaPractica

 “Lorenzo Perosi – Il nuovo trovatore (Sceneggiatura cinematografica)  edizioni SpettattoreLibri