“Che Schönberg mi perdoni” (6° parte)

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“CHE SCHÖNBERG MI PERDONI”
La musica nel cinema d’animazione di Walt Disney
(sesta parte)

 

Per la Disney, gli anni ’40 si aprono all’insegna di gravi preoccupazioni. Gli insuccessi commerciali di Pinocchio e di Fantasia incidono pesantemente sui bilanci aziendali: Roy, fratello e socio di Walt, nonché amministratore della società, dichiara un debito di 3.400.000 dollari con la Banca d’America. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Walt e Roy DisneyIntanto, lo scoppio della II Guerra Mondiale ha provocato la chiusura dei mercati d’oltreoceano, da sempre importanti per il cinema disneyano e per quello americano in generale. Come se non bastasse, poi, la mattina del 29 maggio del 1941, inizia un lungo sciopero degli animatori degli studios. È in questo contesto, che la sezione cinematografica dell’Inter-American Affair Office propone a Walt una visita in Sudamerica. Lui e i suoi collaboratori dovranno trasformarsi in «ambasciatori di Hollywood» e girarvi alcuni cortometraggi d’animazione, che abbiano la musica per protagonista. Nelson Rockefeller, che guida l’organizzazione governativa, ritiene che i cartoon, soprattutto se associati alla musica, siano lo strumento più adeguato a favorire le relazioni tra gli USA e alcuni paesi del subcontinente: quell’area rappresenta un potenziale, vasto mercato alternativo a quello europeo. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Walt DisneyInoltre, aspetto per nulla secondario, lì si sono stabiliti molti tedeschi e italiani e gli Stati Uniti, seppure non siano ancora entrati in guerra, temono che possano diffondervi sentimenti favorevoli alle potenze dell’Asse. Disney accetta l’incarico: “Questo viaggio in Sudamerica è Dio che l’ha mandato.” – confida ad un giornalista – “Non è che ne sia così entusiasta, ma mi offre la possibilità di allontanarmi da questo terribile incubo e di riportare in studio un po’ di lavoro extra. Ho un attacco di DS: disillusione e scoraggiamento.”[1]

Walt sceglie con cura i propri compagni di viaggio, Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Charles Wolcotttra i quali c’è anche la moglie Lilian. Chiamano sé stessi “El Grupo” e sono: Norman Ferguson, regista e producer; Webb Smith, Bill Cottrell (accompagnato dalla moglie) e Tedd Sears, sceneggiatori; Jack Miller, Jimmy Brodero, Lee e Mary Blair, per l’ideazione dei personaggi; Herb Ryman, disegnatore, per studiare paesaggi e persone; Larry e Janet Lansburgh per lavorare sugli animali e alla caratterizzazione dei personaggi; Frank Thomas e lo stesso Ferguson, animatori; Jack Cutting, anche lui animatore e conoscitore del Sudamerica, per supervisionare quanto prodotto (in seguito, si occuperà delle versioni in lingue straniere dei film); Jon Rose è addetto alla “borsa” e alle incombenze amministrative; infine, in un ruolo che si rivelerà del tutto predominante nell’economia dei film nati da quell’esperienza, Charles Wolcott, compositore e futuro (dal 1944 al 1950) direttore generale musicale della Disney. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Disney danza in ArgentinaWolcott aveva mosso i primi passi come pianista e arrangiatore nell’orchestra jazz di Paul Whiteman, che imperversava nelle sale da ballo americane negli anni ’20. Per la Disney, si occuperà anche, tra le altre, della colonna sonora di Bambi (1942) e di Song of the South (1946). In tutto, sono diciassette persone. Dovranno osservare, ascoltare, annotare e disegnare ogni particolare della spedizione e, già sul posto, cominciare a ideare storie, musiche e personaggi dei film che ne scaturiranno. La partenza è fissata per il 17 agosto del 1941. Prima tappa il Brasile: Belém, sul delta del Rio delle Amazzoni, poi Rio de Janeiro dove i “gringos” visitano ogni luogo che possa far loro conoscere e assimilare colori, costumi, balli e musiche locali. Il viaggio prosegue. La seconda tappa è Buenos Aires. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Paperino sul lago TiticacaTra un locale notturno e una festa rurale, dove, accompagnati da un etnomusicologo, studiano le danze e i canti popolari, i membri dell’équipe allestiscono uno studio in miniatura sulla terrazza del loro hotel, l’Alvear Palace. In Brasile e in Argentina, Walt Disney è accolto trionfalmente. Lì, Topolino e Paperino godono di una fama superiore a quella dei divi di Hollywood in carne e ossa. Segue il Cile. Poi, mentre alcuni volano in Bolivia, Walt e altri tornano negli Stati Uniti. Come nell’albergo di Buenos Aires, anche sulla nave che li riporta in patria, il lavoro ferve e, appena tornato negli studios, Disney si rende conto di avere materiale a sufficienza per realizzare un lungometraggio. Ai quattro brani d’animazione ideati, aggiungerà alcune sequenze dal vero, che presentano una sorta di diario di viaggio e che lui stesso ha girato con una cinepresa da 16 mm. Per completare il lavoro e raccogliere materiale per una nuova idea, Disney parte di nuovo, assieme ad alcuni operatori. Stavolta, la meta è il Messico. A questo punto, la documentazione è così abbondante, che ne nasceranno addirittura due film: Saludos Amigos e I tre Caballeros.
Dei quattro episodi di cui si compone Saludos Amigos, due sono quelli più significativi dal punto di vista musicale: Lago Titicaca, in cui Paperino, nelle vesti di un turista yankee, visita il lago omonimo, s’interessa alla musica e agli usi e costumi locali, e tenta di attraversare un ponte sospeso in groppa ad un lama ostinato, che obbedisce esclusivamente agli ordini impartiti per mezzo del suono di un flauto andino (Inca Suite). Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Ary BarrosoL’altro è Aquarela do Brasil, il segmento finale del film, che inizia con un pittore che dipinge paesaggi del Brasile, che, lentamente, prendono vita. Ne è coprotagonista un nuovo personaggio, José Carioca, pappagallo brasiliano, che accompagna Paperino nelle balere di Rio de Janeiroper introdurlo al samba. Qui, gli artisti della Disney, assai più che in Fantasia, “fondono musica e immagini in un cocktail estetico sbalorditivo, in cui anche l’acqua delle cascate scende a ritmo di samba”[2]. La canzone che dà il titolo all’episodio era stata scritta da Ary Barroso nel 1939 e, quindi, preesistente al film; sarà solamente il suo inserimento nella colonna sonoradi Saludos Amigos, però, a renderla celebre in tutto il mondo e a farne la prima canzone brasiliana ad essere stata trasmessa più di un milione di volte dalle radio degli Stati Uniti. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Zequinha de AbreuLa prima versione era stata incisa da Francisco Alves, star «romantica» e tradizionalista della canzone carioca. Disney vuole riadattarla alle esigenze del film e per farlo scrittura Aloysio De Oliveira, cantante, produttore musicale e talent scout di successo (Carmen Miranda, João Gilberto, Nara Leão), che la interpreta con un tono decisamente più moderno e brillante. L’incontro con Disney rappresenta una svolta decisiva nella carriera dell’autore. Sebbene sia anche un buon pianista, Barroso non ha mai partecipato alle esecuzioni dal vivo, né alle incisioni delle sue composizioni. Sarà proprio De Oliveira, diversi anni dopo il successo ottenuto con Aquarela do Brasil, a convincerlo ad uscire dalle quinte e a spendersi in prima persona. Il frutto di questo lavoro è riassunto in due vinili (recentemente ristampati in un unico CD): il primo è Ary Barroso, Dorival Caymmi – Um interpreta o outro, nel quale i due storici autori si scambiano il repertorio, con arrangiamenti originali; il secondo è Meu Brasil brasileiro, un disco molto importante nella storia della musica brasiliana perché rappresenta l’ultima fase del movimento cosiddetto “samba-exaltação” (iniziato proprio da Barroso verso la fine degli anni ’30 del Novecento e che sarà sostituito dalla bossa nova) e, nello stesso tempo, uno dei primi esperimenti di jazz-samba, in cui le parti vocali da solista sono eliminate per essere sostituite, in parte, da interventi corali, e quelle strumentali arrangiate per un’orchestrazione ricchissima. L’altro brano protagonista del segmento brasiliano del film è la versione strumentale di Tico-Tico no Fubá, la canzone più famosa di Zequinha de Abreu, scritta nel 1917. Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Aurora MirandaSaranno queste due cover – più che l’originale Saludos Amigos di Charles Wolcott – a determinare lo strepitoso successo musicale del film. Saludos Amigos, con le parole di Ned Washington (Oscar per Pinocchio e per Mezzogiorno di fuoco), resta, comunque, una canzone di grande impatto orchestrale e con un coro tipico della tradizione del musical americano.
Circa due anni dopo, esordisce al cinema I tre caballeros. È una sorta di sequel del primo film sudamericano, con nuove avventure di Paperino e di José Carioca, assieme ad un personaggio appena sfornato dal team Disney, un focoso pistolero messicano: il gallo Panchito. Tappa fondamentale per questo secondo viaggio di Paperino è, oltre al Messico, ancora una volta il Brasile musicale. La regione di Bahia, in particolare, con la capitale Salvador. Anche I tre caballeros è un misto di animazione e di live-action, nel quale Paperino si lancia in danze sfrenate con tutte le bellezze locali che incontra, a cominciare dal samba con Aurora Miranda, Che Schonberg mi perdoni - 6° parte - Carmen Molinasorella della più famosa Carmen, che interpreta ancora un pezzo di Ary Barroso, Os Quindins de Yayá, preesistente e, come tutti gli altri brani del film, arrangiato per la colonna sonora: Bahia (Na Baixa do Sapateiro), sempre di Ary Barroso, e Have You Been to Bahia? di Dorival Caymmi, il “poeta della semplicità”, come lo ha definito Marco Molendini sulle pagine de “Il Messaggero” nel 1983, il “patriarca della musica brasiliana”, secondo Jorge Amado.
Anche in Messico, Paperino continua a subire il fascino delle donne latine, che danzano e cantano per lui e con lui. Classici rivisitati della tradizione musicale messicana si succedono, quasi senza soluzione di continuità: The Three Caballeros (Ay, Jalisco, No Te Rajes!) è una canzone tratta da un omonimo film messicano del 1941. Walt chiede allo stesso autore, Manuel Esperón, di arrangiarla dopo che il testo è stato tradotto in inglese, come quasi ogni altro, da Ray Gilbert. Esperón è un musicista “di razza”, un figlio d’arte, che, seguendo le orme materne, si era formato presso le maggiori istituzioni musicali classiche del Paese. Poi, l’incontro folgorante con il cinema: prima come pianista di sala ai tempi del muto, in seguito come arrangiatore nei primi film sonori e, infine, compositore e direttore musicale di circa cinquecento pellicole. You Belong to My Heart (Solamente una Vez) accompagna l’innamoramento a prima vista di Paperino per la cantante Dora Luz, che reinterpreta un brano di Augustìn Lara, La Zandunga, un brano tradizionale, che Paperino balla con Carmen Molina. [10] Jesuita en Chihuahua, di Quirino Mendoza y Cortés, è un inno della Rivoluzione Messicana del 1916. Mexico, invece, è l’unica canzone composta appositamente per il film da Charles Wolcott e Ray Gilbert e diventerà una vera hit, rimanendo a lungo in cima alle classifiche dell’epoca. Nel 1946, I tre caballeros riceverà due nomination all’Oscar, proprio per la migliore colonna sonora e per il miglior sonoro.
Negli anni a seguire, Disney si cimenterà ancora con la musica – popolar, folk, jazz e classica – con tre nuovi lungometraggi: Song of the South, Musica Maestro e Lo scrigno delle sette perle. Saranno l’argomento della settima e ultima parte del nostro percorso attraverso la musica nel cinema d’animazione di Walt Disney.

 

NOTE

[1]Cit. in Bob Thomas, Walt Disney, Milano, Mondadori,1980 p. 185

[2]http://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/SaludosAmigos.

 

PER APPROFONDIRE

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

DE STEFANO, Gildo, Il popolo del samba. La vicenda e i protagonisti della storia della musica popolare brasiliana, Roma, Rai Libri, 2005.

DISNEY, Walt, L’arte dei cartoni animati, Milano, Mondadori, 1960.

LOMBARDO, Daniele, Guida al cinema di animazione. Fantasie e tecniche da Walt Disney all’elettronica, Roma, Editori Riuniti, 1983.

SALAS, Horacio, Il tango, Milano, Garzanti, 1992.

SIMEON, Ennio, Per un pugno di note, Milano, Ruggimenti, 1995.

THOMAS, Bob, Walt Disney, Milano, Mondadori, 1980

TORNITORE, Tonino, Storia delle sinestesie. L’origine dell’audizione colorata, Genova, Brigati & Carucci, 1986.

 

LINK AUDIOVISIVI

https://www.youtube.com/watch?v=RmD7jeIEkfg