Fisarmonica: sta nascendo una nuova associazione nazionale

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Festa Internazionale della FisarmonicaÈ certa la svolta che in molti temevano, e che altri invece auspicavano da tempo. Se ne riparlerà, terremoto permettendo, entro fine novembre di nuovo a Castelfidardo. Il Nuovo CDMI riunirà, a distanza di due mesi, i vertici dell’associazione per delineare definitivamente il suo nuovo corso. E, da quel che sembra, non sarà di facciata, ma un lifting sostanziale.

È ad un passo la cancellazione della vecchia associazione che per decenni ha organizzato l’attività formativa di centinaia di scuole musicali private italiane. Nel confronto, proficuo e dai toni pacati, ai più è sembrata oramai superata la vecchia formula. Troppo generica, per alcuni, e dunque non più efficace.

Parterre ristretto ma qualificato.  L’analisi è partita dal questionario inviato e dalla lettura dei dati. Emerge che la fisarmonica ha ancora bisogno di un’associazione nazionale che la rappresenti a 360°; deve operare per il suo sviluppo e la promozione, contemplando tutte le categorie interessate e coinvolte (non solo gli insegnanti).

Tra gli obiettivi del sondaggio? Vediamo i più segnalati: promozione nelle scuole; didattica (aggiornamento programmi, ecc.); rapporti con i media, con l’editoria e la discografia (collane specializzate, ecc.); storia e ricerca musicologica; miglioramenti costruttivi/organologici.

Il dibattito è stato moderato da Alessandro Mugnoz il quale ha tenuto a sottolineare la presenza di esponenti delle varie anime del mondo fisarmonicistico. Ecco i principali concetti espressi.

Renzo Tomassetti sostiene l’importanza della divulgazione nelle scuole e quindi dell’insegnamento della fisarmonica ai bambini; da qui la necessità di strumenti adeguati per una didattica iniziale e a prezzi contenuti.

Beniamino Bugiolacchi ritiene che, a livello didattico, conservatori, scuole pubbliche (medie e licei), civiche e private, debbano maggiormente dialogare e collaborare. Auspica che il Nuovo CDMI non chiuda e che parte dell’attività precedente venga mantenuta e ovviamente attualizzata.

Carlo Aguzzi, nel constatare che la funzione didattica del Nuovo CDMI è probabilmente venuta meno, osserva però che nell’odierno mondo globalizzato c’è assoluta necessità di un sodalizio che rappresenti il variegato universo della fisarmonica. A tal proposito propone a tutti i fabbricanti italiani l’adozione di un “contrassegno nazionale” per gli strumenti prodotti in Italia. Ricordando poi l’importanza storico-culturale delle istituzioni museali, ne sottolinea la funzione scientifica di ricerca e di comunicazione al pubblico. Infine auspica che lo strumento fisarmonica possa ancora svilupparsi a livello acustico-organologico.

Filippo Moretti illustra brevemente alcune significative attività portate avanti negli ultimi anni dal Nuovo CDMI che però non hanno avuto il necessario (e forse meritato) riscontro né dalle scuole private, né da quelle pubbliche. Rileva che, nonostante l’ingresso della fisarmonica in Conservatorio, vari Istituti Superiori di Studi Musicali (come ad es. Perugia), sono ancora ostili verso l’ancia libera. Infine auspica che la nuova associazione promuova sempre più iniziative nelle scuole.

Gabriele Di Pasquale fa notare la carenza di concorsi fisarmonicistici, soprattutto di quelli rivolti ai bambini, e quindi di relativi partecipanti in età scolare, determinando una mancanza di ulteriori stimoli/incentivi – utili alle scuole (private e non) ma anche all’immagine dello strumento.

Alessandro Mugnoz dopo aver rilevato le difficoltà dei Conservatori nel preparare gli allievi per i concorsi per la mole di attività (esami, esercitazioni, saggi, concerti, seminari, laboratori…), auspica un censimento telefonico di tutti gli insegnanti di fisarmonica delle “scuole medie ad indirizzo musicale”, e magari anche dei “licei musicali”, i quali potrebbero sicuramente trarre giovamento da una valida associazione che li supporti utilmente, ad iniziare dai programmi didattici.

Valentino Lorenzetti auspica una sempre maggior promozione della fisarmonica presso i giovani, cominciando dalle scuole; fa notare che ad esempio in Giappone il primo strumento che si insegna ai bambini è proprio la fisarmonica, ma giustamente con strumenti adatti ad una didattica iniziale: dunque piccoli (mod. 24 bassi o sim.) ed “economici”. Invita ad una stretta collaborazione con l’associazione “G. Marcosignori”.

Paolo Picchio propone iniziative che potrebbero contribuire alla maggiore promozione dello strumento come la rivalutazione del repertorio “storico” italiano (anni ’40-’60) da riproporre, opportunamente arrangiato, nell’ambito della musica da camera, anche nei Conservatori. Incentivare la musica d’insieme, provando a riprendere quella felice pratica delle “fisorchestre” che hanno da sempre costituito una importante attrattiva per le varie scuole, dando la possibilità a tutti di salire sul palco e sentirsi “protagonisti”. Quindi pensare anche a quanti, giovani e meno giovani, possono/vogliono far musica senza arrivare ad un diploma o pensare di vincere un concorso internazionale.

Luca De Marco, anch’egli molto favorevole al valore didattico, sociale e culturale della musica d’insieme, pone l’accento sull’educare i giovani a vivere la musica con soddisfazione, apprezzando e provando piacere da quello che si esegue.

Vincenzo Barbalarga ed altri propongono la costituzione di un comitato consultivo per elaborare un piano di lavoro e per stilare uno statuto/regolamento condivisi.

Dal dibattito è scaturito che l’associazione Nuovo CDMI non ha più ragione d’essere, almeno così come ora strutturata. Si decide dunque di fondare una nuova realtà associativa, con altro nome che erediti alcune istanze delle precedenti (CDMI ed ANIF), che si occupi solamente della fisarmonica e altri strumenti ad ancia libera. Verrà guidata da un consiglio direttivo, che eleggerà un presidente, ma gestita opportunamente da varie commissioni di specialisti che si occuperanno dei vari temi o settori.

La strada sembra dunque tracciata. A fine mese conosceremo il nuovo percorso ed i nuovi obiettivi.