La musica è vita. Intervista al giovane e determinato Simone Mannarino

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MannarinoSimone Mannarino è nato a Paola, in provincia di Cosenza, nel 1989. Ha iniziato gli studi della fisarmonica da giovanissimo con il maestro Temistocle Cassano e il figlio Francesco Cassano, per poi continuare con il maestro Roberto Spadafora. Nel 2009 inizia gli studi della fisarmonica classica presso il conservatorio G. Martucci di Salerno sotto la guida del maestro Ferdinando Muttillo. In seguito ha iniziato a dedicarsi allo studio della fisarmonica moderna e varieté con il maestro Antonio Spaccarotella. Ha partecipato a master-class e seminari di fisarmonica moderna, varieté, jazz e classica con i maestri Frederich Deschamps, Giuseppe Scigliano, Francesco Palazzo, Giuseppe Grosso e Renzo Ruggeri. Ha partecipato a concorsi internazionali classificandosi al primo posto in molte occasioni, come lo UK Accordion Championships di Blackpool.

Quando ha iniziato a suonare la fisarmonica e perché?

È stato merito di mio nonno materno, anch’egli fisarmonicista. All’età di sette anni mi insegnò la mia prima tarantella e subito dopo, insieme a mio padre, decise di iscrivermi ai corsi del mio primo maestro, Temistocle Cassano, e di suo figlio Francesco, due persone meravigliose. Perché la fisarmonica? Direi che questo strumento mi ha incuriosito fin dal primo momento. Mi ha trasmesso simpatia e amore, e inoltre mi incuriosivano i tanti bottoni. Ciò che però ricordo con più piacere è la sensazione di allegria che mi dava il suono che usciva dalle ance.

Quali sono i suoi gusti musicali? Cioè, al di là della musica che lei esegue con il suo strumento, ascolta generi musicali “leggeri” o “commerciali”, come la maggior parte dei giovani suoi coetanei? Se sì questi ascolti la influenzano tecnicamente?

Amo la musica in generale ma ho un debole per il classico. Eseguo un repertorio che varia dalla musica classica a quella moderna fino a quella da ballo. Ho difficoltà a fare delle distinzioni, ma in particolare apprezzo molto il giovane Pietro Adragna.

La sua formazione abbraccia esperienze in vari ambiti: dal classico al contemporaneo, fino al jazz. Qual’è il genere in cui ti trovi più a tuo agio?

La musica classica.

Hai seguito esperienze didattiche con molti esponenti di spicco della scena fisarmonicistica nazionale e internazionale: da Spaccarotella a Ruggeri, fino a Deschamps. Ci sono differenze sostanziali nei modi in cui la fisarmonica è percepita e insegnata in Italia e all’estero?

Nel 2009 ho avuto il mio primo incontro con un mio amico che poi è diventato il mio insegnante. Mi riferisco al maestro Antonio Spaccarotella. Ricordo che ci siamo conosciuti in una pizzeria e quello è stato l’incontro che ha cambiato la mia vita. Posso dire che ha ampliato le mie idee, mi ha introdotto nel vero mondo della fisarmonica. Un mondo nuovo, che non immaginavo.

L’anno seguente ho seguito un master con il maestro Frederich Deschamps, in Francia. Lo studio lì è stata pura gioia e i programmi erano molto interessanti, a differenza di ciò che avviene in Italia, dove spesso si propongono metodi più tradizionali. Sono comunque molto contento che finalmente qualcosa stia cambiando, già da alcuni anni, anche qui da noi, dove vedo molti più giovani talentuosi.

Lei viene da una regione ricca di musica popolare. Ha mai avuto modo di confrontarsi con il patrimonio musicale regionale?

I generi musicali sono categorie convenzionalmente riconosciute che identificano i brani in base all’appartenenza ad una tradizione o a specificità e convenzioni.

Comunque ho avuto modo di confrontarmi con il patrimonio musicale della mia regione in occasione di vari concorsi, non solo regionali, ma anche internazionali. Voglio ricordare il prestigioso concorso di Blakpool, in Inghilterra, al quale ho vinto il primo premio nella categoria “variété”.

Può parlarci della sua esperienza di endorser per l’azienda Manfrini?

Quella che ho potuto fare con l’azienda Manfrini resterà un’esperienza fantastica. Grazie a Robert Rolston ho fatto la mia prima tournee in Scozia. Negli anni successivi ho collaborato con le aziende Soprani e Cooperfisa, e attualmento sono il dimostratore esclusivo della Giustozzi in Calabria.

Vorrei dare un consiglio a tutti i fisarmonicisti: pensiamo a suonare non a giudicare! La musica è vita! Qualunque tipo di musica si suona!

Quali sono i progetti a cui sta lavorando in questo periodo e quali per il futuro?

Dedico molto tempo ai miei allievi. Voglio valorizzare e promuovere la musica popolare e da ballo: il progetto si pone l’obbiettivo di produrre opportunità di crescita culturale e di sviluppo della personalità degli studenti. Sto lavorando ad un progetto discografico grazie anche alla casa costruttrice di fisarmoniche di Castelfidardo Giustozzi.