Lezione n. 5 – Scarlatti e la cronologia delle sue Sonate

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Domenico ScarlattiGiuseppe Domenico Scarlatti (Napoli, 26 Ottobre 1685 – Madrid, 23 Luglio 1757) è stato un clavicembalista, organista e compositore italiano.

…vivi felice”. Sono le parole finali di una prefazione sulla Collezione di Sonate di Scarlatti pubblicate durante la sua vita.

Le parole esprimono un ambiente caldo e generoso, più che un augurio di un Maestro ad un allievo, sono quelle di un amico.

È privo di sfumature complesse e dogmi teorici. È stato progettato per essere suonato per piacere anche se richiede una eccellente tecnica del suono. Sia la costruzione che la scrittura sono luminose e chiare e non vi è un’abbondanza di idee ritmiche e tematiche. Soprattutto, vi è il fascino e la maestria nel modo in cui vengono sviluppate le armonie.

L’integrale delle Sonate di Scarlatti è una delle opere più voluminose e imponenti nella storia della musica, per eseguirle in toto necessitano oltre trenta-quaranta ore, come tre volte l’integrale delle opere a tastiera di Couperin o Schumann.

Solo Bach può eguagliare la quantità di opere di Scarlatti, ma bisogna includere ciò che ha scritto sia per Organo che per clavicembalo.

La vasta gamma delle composizioni di Scarlatti è costituita interamente da piccoli pezzi appena pochi minuti di lunghezza (la più lunga è di circa sette minuti e la più breve di due).

C’è una caratteristica curiosa nelle sue composizioni: tutti i pezzi sono scritti in una forma molto semplice: la forma binaria. Le Sonate sono costituite da due parti quasi uguali, ciascuna destinata ad essere ripetuta. La prima parte termina alla dominante nella maggior parte dei casi, la seconda ovviamente alla tonica e le sequenze che portano alle conclusioni sono comparabili. Sono rare le eccezioni di questa struttura. Scarlatti, che ha diffuso idee musicali in abbondanza, sembra aver avuto poco interesse nel portare nuovi sviluppi nelle forme musicali di quel periodo.

D’altra parte, quando si tratta di ritmi e modulazioni è straordinario. Scarlatti è riuscito a portare una idea musicale contemporanea utilizzando ritmi popolari e trasformando il clavicembalo in una sorta di orchestra.

Ha scoperto modulazioni che dovevano essere scoperte solo molto più tardi, e ha introdotto note estranee all’armonia tradizionale, creando effetti straordinari. È stato maestro nel sorprendere l’ascoltatore con modulazioni improvvise.

Domenico Scarlatti

È difficile comprendere il motivo per cui le Sonate di Scarlatti sono venute a conoscenza del grande pubblico solo 100 anni dopo la sua morte.

Trenta delle sonate sono state pubblicate a Londra durante la sua vita, ma non c’era praticamente nessun altro editore, né Francese e né Italiano, nel XVIII secolo, che abbia pubblicato le sue opere.

Ci sono state un paio di antologie come quella delle trascrizioni di Somes, che, però, non ha fatto nulla per promuovere il capolavoro di Scarlatti. Inoltre autori come Thomas Roseingrave e Charles Avison hanno ritenuto opportuno integrare le poche Sonate con le loro composizioni.

Ci sarà un piccolo cambiamento nel XIX secolo grazie al gran numero di Sonate scoperte, con le quali si sarebbe potuto certamente fare una pubblicazione. Il pianista responsabile della prima edizione fu C.Czerny nel 1839, seguito più tardi da Hans von Bulow, Busoni e Tausig.

La prima pubblicazione completa risale al 1906 ed è opera della casa editrice Ricordi grazie al pianista italiano Alessandro Longo. Questa è stata la prima volta in cui Scarlatti viene notato nella sua interezza. Ma anche questa edizione presenta delle imperfezioni e fu tanto discussa. Longo, per esempio, ha completamente sconvolto l’ordine delle sonate cancellando in tal modo non solo la sensazione generata dalle diverse fasi di composizione, ma anche l’abbinamento delle sonate, un elemento essenziale che fu portato alla luce cinquant’anni dopo da Ralph Kirkpatrick.

Longo, inoltre, ha aggiunto dinamiche, i segni frase e addirittura cambiato note e armonie che hanno impoverito l’Opera di Scarlatti.

A quel tempo le Sonate di Scarlatti venivano eseguite come antipasto nei concerti, consentendo ai ritardatari di entrare in sala e al tempo stesso, permetteva all’esecutore di riscaldarsi e di testare la reazione del pubblico.

L’opera di Scarlatti è dunque apparsa poi in edizioni povere e si è poco diffusa nei concerti. Molte delle sue opere manoscritte sono firmate dai suoi copisti. Un pò come accadeva per J.S. Bach, ci sono alcuni manoscritti documentati ed altri presunti, ma tutti rilegati in volumi con i loghi della famiglia reale spagnola, ora custoditi nelle biblioteche di Venezia e Parma. Ma in realtà, le copie autografe sono ancora da scoprire, l’autenticità, ma soprattutto la cronologia delle sonate, rimane ancora oggi oggetto di discussione.

Cembalo del 700

C’è un altro mistero, che coinvolge le circostanze in cui sono state composte le sonate. Si dice che la maggior parte delle Sonate siano state scritte in Portogallo e in Spagna, poiché Scarlatti era il maestro della principessa Maria Barbara di Braganza, figlia del re del Portogallo che poi diventò la regina di Spagna. Ma Scarlatti potrebbe averne composte molte anche nel corso della sua brillante carriera in Italia prima di espatriare?! Cosa ha spinto Scarlatti a lasciare il suo Paese natale a 50 anni? Perché abbandonare l’Italia, che è stato il paese dove lui ha creato straordinarie idee musicali e una brillante carriera non solo come compositore di opere liriche e strumentali, ma anche come interprete? In realtà non sappiamo abbastanza di lui per essere in grado di rispondere a queste domande. Ma sembrerebbe che i motivi della sua partenza fossero di natura sentimentale piuttosto che finanziaria. I suoi capolavori cominciarono ad essere divulgati contemporaneamente alla sua partenza. Ci sono tutte le ragioni per supporre che il suo “esilio” sia stato per un motivo piacevole. Il suo importante rapporto con Maria Barbara fatto di fermezza e fedeltà godeva di molta stima, per questo fu anche nominato Cavaliere. Nonostante questo, la sua vita è quasi completamente priva di documenti personali. Uno dei suoi più grandi amici, il cantante italiano Farinelli, è stata l’unica persona ad aver fornito prove su di lui, e solo grazie a lui le Sonate di Scarlatti sono tornate nelle biblioteche italiane dopo la morte della regina.

Farinelli racconta, inoltre, che Scarlatti era un giocatore incallito. Il gioco d’azzardo lo indebitò non poco. Per questo si racconta che la Regina esigeva da Scarlatti che le sue improvvisazioni durante gli intrattenimenti delle corti venissero poi da lui dettate ai copisti della biblioteca reale in cambio dei suoi debiti di gioco.

Era vero, era un genio! Questo dimostra il fatto che le sonate successive furono scritte a raffica, semplicemente scritte sotto dettatura. Tutto questo non può che aumentare l’ammirazione che si prova per Scarlatti, la cui brillantezza come esecutore e come compositore è stato accompagnato dalla sua immensa abilità di improvvisatore .

Non dimentichiamoci che quando era ancora in Italia fece una gara amichevole di improvvisazione con il grande Handel.

Ralph KirkpatrickTuttavia il meritato riconoscimento della raccolta sulle sonate di  Scarlatti  avviene grazie a Ralph Kirkpatrick (musicista, musicologo e clavicembalista  statunitense) nel 1953 che iniziò a riordinare correttamente il numero delle sonate,  dando così il codice in K, e solo nel 1985, ben 300 anni dopo la nascita di Scarlatti, furono editi.

Sonata - Domenico ScarlattiOggi ci sono alcune edizioni delle Sonate di Scarlatti, oltre a quelle di Longo e Kirkpatrick, che presentano cronologie diverse, sono quelle di Pestelli e Syunzyusya. Indubbiamente le più affidabili, anche per la critica mondiale, sono sicuramente quelle di Kirkpatrick, soprattutto  perché è stato l’unico ad aver ricopiato fedelmente tutte le 565 Sonate come nei manoscritti.

Altrettanto possiamo dire degli enigmi sull’immenso patrimonio delle sonate di Scarlatti, purtroppo non si riesce ancora oggi a fare piena luce sull’esatta cronologia di composizione di esse, che sono state assegnate solo in base allo stile delle sonate stesse.