Relazione finale del progetto di mobilità presso ICTUS Ensemble – Bruxelles
Erasmus Project 2024-1-IT01-KA122-VET- 000239742-OID E10282245 “MUSICAREER – Mobilità per le competenze del settore musicale
Il progetto di mobilità svolto a Bruxelles tra aprile e luglio 2025 ha rappresentato per noi, Carlo Sampaolesi (fisarmonicista e performer) e Jacopo Cenni (compositore e musicista elettronico), un’esperienza di crescita artistica, tecnica e professionale di grande rilevanza. Ospitati per tre mesi dall’ensemble belga ICTUS, abbiamo avuto l’occasione di immergerci in un ambiente internazionale di altissimo livello, dove la ricerca musicale, interdisciplinare e performativa costituisce il nucleo stesso dell’attività quotidiana. L’intero periodo di residenza si è sviluppato in un contesto caratterizzato da condizioni umane, tecniche e produttive eccellenti, che hanno favorito un lavoro intenso, rigoroso e sempre stimolante.
Fin dai primi giorni, l’accesso agli studi di ICTUS si è rivelato un elemento fondamentale per lo sviluppo del nostro percorso. Gli ambienti erano dotati di tutta l’attrezzatura necessaria: strumentazione professionale per la registrazione e la produzione elettronica, microfonazione avanzata, un’ampia dotazione di strumenti acustici e meccanici, oltre a numerose risorse utili alla sperimentazione. A ciò si aggiungeva la possibilità rara e preziosa di consultare gli archivi trentennali dell’ensemble, un patrimonio artistico che racconta la storia della musica contemporanea europea degli ultimi decenni. Esplorare questi materiali – partiture, registrazioni, documenti di produzione, note artistiche – ha rappresentato una fonte costante di ispirazione e ci ha offerto un quadro concreto su come ICTUS sviluppi le proprie progettualità, costruendo nel tempo un’identità artistica tanto definita quanto aperta alla ricerca.
Il confronto quotidiano con il team dell’ensemble è stato altrettanto determinante. Pur lasciandoci la massima libertà tecnica, estetica e compositiva, ICTUS ha accompagnato il nostro lavoro con una presenza attenta e mai invasiva. Il direttore artistico Tom Pauwels ha seguito da vicino l’evoluzione del progetto, fornendo suggerimenti e indicazioni preziose che non si limitavano al piano strettamente musicale, ma abbracciavano anche la dimensione progettuale e performativa del nostro percorso. Accanto a lui abbiamo potuto confrontarci con altri membri dell’ensemble, tra cui il pianista Jean-Luc Plouvier, il percussionista e direttore Tom De Cock e diversi altri musicisti e collaboratori. Ognuno di loro ha offerto un punto di vista diverso, contribuendo a costruire un quadro critico ricco e polifonico, fondamentale per definire direzioni future e ampliare il nostro vocabolario artistico.
Parallelamente al lavoro in studio, l’ambiente culturale in cui ICTUS è inserito ha avuto un ruolo decisivo nel modellare i tre mesi della residenza. La sede dell’ensemble è infatti affiancata a quella della compagnia di danza Rosas, tra le più importanti al mondo, e alla scuola di danza contemporanea P.A.R.T.S. diretta da Anne Teresa De Keersmaeker. Questa vicinanza ha reso naturale un dialogo quotidiano con una comunità internazionale di artisti e performer, permettendoci di assistere a numerosi spettacoli, concerti e prove aperte. La frequentazione costante di questo ecosistema interdisciplinare ci ha permesso di accrescere la consapevolezza delle connessioni tra musica, corpo, movimento e spazio, elementi che hanno influenzato profondamente anche il nostro lavoro compositivo e performativo. Il cuore della residenza è stato lo sviluppo del progetto artistico condiviso tra noi due. Seguendo un cronoprogramma intenso, articolato e progressivamente sempre più specifico, abbiamo attraversato diverse fasi: esplorazione dei materiali meccanici della fisarmonica, ricerca timbrica avanzata attraverso preparazioni e interventi sulle ance, test e integrazioni di sistemi elettronici, costruzione di componenti dell’“extended accordion”, campionamento, sviluppo di sketch compositivi, prove tecniche e sessioni di documentazione. Ogni giorno è stato dedicato a una specifica area di ricerca – dall’analisi degli apparati meccanici alle sperimentazioni con ventole, voce, asciugacapelli e microcontrollori, fino alla progettazione di nuove modalità performative in duo e allo studio dell’affidabilità dell’intero ecosistema
strumentale.
L’interazione continua tra aspetti tecnologici, acustici e compositivi ha portato alla creazione di un nuovo strumento performativo espanso e alla definizione di un linguaggio sonoro che combina materiale elettronico, suono acustico preparato e gestualità. Il processo è stato documentato con cura, per garantire replicabilità, robustezza e possibilità future di sviluppo. Le fasi di prova artistica, avviate nel mese di giugno, sono state determinanti per affinare la scrittura, verificare la resa performativa del nuovo dispositivo e integrare gli apporti critici ricevuti.
La residenza si è conclusa con una restituzione pubblica del lavoro: la presentazione del brano “Specie d’ombra in catalogo provvisorio”, una composizione di 30 minuti per fisarmonica ed elettronica, eseguita all’interno dello studio principale di ICTUS. L’evento ha visto la partecipazione dei membri dell’ensemble e di ospiti esterni, ed è stato seguito da un momento di confronto che ha confermato il valore della ricerca svolta. I feedback ricevuti hanno evidenziato sia l’efficacia estetica del risultato, sia le potenzialità evolutive del progetto, aprendo prospettive concrete per future collaborazioni e sviluppi con ICTUS e con altri interpreti interessati al nuovo dispositivo strumentale.
Dal punto di vista umano, vivere tre mesi a Bruxelles e lavorare ogni giorno in un contesto così professionalizzante ha rappresentato una sfida e allo stesso tempo una grande opportunità.
L’esperienza ci ha permesso di confrontarci con un ambiente artistico internazionale, con ritmi e standard elevati, e ci ha offerto un modello virtuoso di come un ensemble possa strutturare la propria attività di ricerca, produzione, studio e archiviazione. La quotidiana immersione nel mondo di ICTUS, Rosas e P.A.R.T.S. ha contribuito a ridefinire il nostro modo di percepire il lavoro artistico, fornendoci strumenti concreti per immaginare le traiettorie della nostra carriera con maggiore consapevolezza e progettualità.
In conclusione, questa residenza ha rappresentato un momento fondativo per il nostro percorso artistico. La possibilità di confrontarci con professionisti di altissimo livello, di disporre di spazi e strumenti adeguati, di evolvere il nostro linguaggio musicale e performativo e di presentare pubblicamente il risultato del nostro lavoro costituisce un patrimonio di esperienze che continuerà a influenzare la nostra ricerca nei prossimi anni. Il progetto ha consolidato la nostra collaborazione, ha rafforzato il dialogo con ICTUS e ha aperto nuove prospettive per la diffusione e lo sviluppo dell’opera creata. Siamo grati per l’opportunità ricevuta e per il supporto costante che ci ha permesso di portare a termine un percorso tanto intenso quanto fertile.