Timisoara Pinto: “Lavorare con lentezza. Enzo Del Re, il corpofonista”

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Lavorare con lentezzaTimisoara Pinto è una delle giornaliste musicali più apprezzate nel nostro paese. Conduttrice di varie riviste radiofoniche per la Rai, collaboratrice del magazine Musica Leggere, edito da Coniglio Editore, docente in corsi sulla musica e gli archivi sonori all’Università La Sapienza di Roma, scrittrice. Ha curato, per le edizioni Il Manifesto, “Avanti Pop, i diari del camioncino” ed ha appena pubblicato, per Squilibri Editore, “Lavorare con lentezza. Enzo Del Re, il corpofonista”. Il volume – al quale sono allegati due cd, uno dei quali si configura a come “un tributo alla sua memoria da parte di numerosi artisti che, da Vinicio Capossela a Teresa De Sio, da Antonio Infantino alle Faraualla, da Alessio Lega ai Radicanto, dai Têtes de Bois a Tonino Zurlo, hanno rivisitato alcuni dei suoi brani – è dedicato a Enzo del Re, musicista e cantautore estremamente innovativo e sperimentale, la cui opera e visione musicale sono caratterizzate – come si può evincere dal sottotitolo del libro – da una “competenza” musicale molto particolare. Del Re, infatti, suonava ogni cosa con disinvoltura, avvolgendo le sue stesse parole in un panorama sonoro del tutto inusuale. Non era solo la musica a caratterizzare la narrazione di Enzo Del Re. Anche la sua produzione in versi ha avuto un ruolo centrale nel definire il profilo di una forma di cantautorato sperimentale, ma anche politico e di forte impegno civile. Allora come ricostruire la storia di un’artista così complesso? Timisoara Pinto lascia parlare i tanti che lo hanno conosciuto e che hanno condiviso con lui battaglie e visioni: da Dario Fo a Giovanna Marini, da Antonio Infantino a Vinicio Capossela, da Paolo Ciarchi a Andrea Satta, da Vittorio Franceschi a Piero Nissim. Come si può leggere nelle note introduttive, il volume “ricostruisce la vicenda umana e artistica di un autore così iconograficamente arcaico, eppure straordinariamente contemporaneo, da rappresentare, con i ritmi della sua lingua e della sua sedia, un anticipatore e un archetipo per tanta cultura musicale giovanile di oggi, come il rap e la techno”.