Un anno con Mozart, sottotitolo – non meno importante – Bach, Gershwin, Puccini e gli altri. Un brano musicale per ogni giorno dell’anno è una sorta di breviario musicale che a qualcuno potrebbe evocare un analogo libro edito da Rizzoli nel lontano 1957, Il breviario dei laici, a cura di Luigi Rusca, letterato e manager editoriale. Quel libro proponeva, per ogni giorno dell’anno, una lettura di narrativa, di poesia o di saggistica, sempre preceduta da una breve, quanto significativa, introduzione del curatore. A rendere oltremodo accattivante quel volume, oltre ai testi raccolti, era la sua veste tipografica, che imitava, con la finissima carta India delle sue pagine e la similpelle della rilegatura, i veri breviari ad uso liturgico. Tant’è… sono trascorsi oltre sessant’anni da allora, i costi delle materie prime sono lievitati a dismisura e non si può certo rimproverare all’editore Neri Pozza di presentarci il libro di Clemency Burton-Hill in una voluminosa brossura, anche se un formato meno ingombrante avrebbe agevolato il suo uso più proprio: quello di portarlo sempre con noi, per godere ovunque (in treno, sul bus, nel corso di un’escursione) dei preziosi consigli d’ascolto che ci elargisce.
Clemency Burton-Hill è una donna dalle competenze e abilità davvero poliedriche: giornalista radiofonica e della carta stampata (si occupa di musica per numerose testate), attrice televisiva e cinematografica, violinista affermata (ha suonato anche sotto la direzione di Daniel Barenboim e si è esibita, tra le altre sale, a La Scala di Milano e alla Boston Symphony Hall), artefice di progetti per l’educazione artistica e musicale dei giovani. L’idea di questo libro nasce, soprattutto, dalla sua esperienza radiofonica e dal rapporto con gli ascoltatori, ma anche da quello con gli amici, con i parenti o con perfetti sconosciuti, che, in numerose quanto, a volte, bizzarre circostanze, le hanno chiesto consigli per avvicinarsi alla musica colta o la compilazione di playlist per occasioni molto specifiche, come racconta lei stessa nell’introduzione: “[…] musica per studiare, o per lavorare; musica per calmare i neonati o con cui addormentarsi, o fare colpo sui futuri suoceri; musica per fare ginnastica, per rilassarsi, fare giardinaggio, per gli spostamenti o per una cena. […] E così via. Di solito queste persone cominciavano la frase così: «Ho sentito un brano che mi è parso di musica classica in una trasmissione televisiva/in un film/alla radio/online/in una pubblicità, e mi è piaciuto moltissimo. Non so nulla di musica classica, ma vorrei ascoltare qualcosa d’altro e non so proprio da dove cominciare…»”.
Clemency Burton-Hill respinge qualsivoglia pretesa di superiorità della musica colta su altri generi e invita il lettore a fare altrettanto nell’affrontarla: non, dunque, per il dovere di «acculturarsi» o per fare bella figura in qualche salotto, ma per il puro piacere dell’ascolto, per provare emozioni.
Per ogni giorno dell’anno (per un totale di trecentosessantasei, comprendendo, quindi, anche gli anni bisestili), al titolo del brano segue una nota (mai più lunga di una pagina), che introduce il brano stesso, il suo compositore (circa duecentoquaranta quelli rappresentati) le circostanze in cui lo scrisse e, a volte, il motivo per cui viene suggerito proprio per quella data. Di alcuni autori sono proposti più brani, di altri solamente uno nel corso dell’intero anno. Sono certo che ogni lettore – soprattutto il meno digiuno di cose musicali – cercherà, e troverà, il fatidico «pelo nell’uovo» per obiettare alle scelte di Burton-Hill. Mi sembra già di sentire le loro voci: “Perché un solo brano di Samuel Barber e due di Aaaron Copland? E di Barber, perché Adagio for Strings e non Agnus Dei?”; “Nuovo cinema Paradiso di Morricone? Perché non i suoi pezzi di musica colta, quelli realizzati nell’ambito di Nuova Consonanza?”; “Leoncavallo e Steve Reich sì, Mascagni e Terry Riley no!?” “Che c’entrano Duke Ellington e Frank Zappa in una compilation di musica colta?!” (c’entrano, c’entrano…).
Anch’io ho le mie rimostranze e ve ne svelo (solamente) alcune: tra le scelte di Burton-Hill non c’è un solo brano di certa avanguardia del secondo Novecento (Luigi Nono, Luciano Berio, Bruno Maderna, Karlheinz Stockhausen e tanti altri). E nemmeno una citazione di Gian Carlo Menotti (nel 2017, anno dell’edizione britannica del libro, cadeva, oltretutto, il decimo anniversario della morte del fondatore del Festival dei Due Mondi). E che dire di due grandi donne assenti? Pauline Oliveros e Sofija Gubajdulina, nomi cari ai lettori di questo magazine, alla luce, soprattutto, della giusta dichiarazione d’intenti dell’autrice: voler dare spazio alle donne, tanto spesso trascurate nelle storie della musica. La risposta a questi e a mille altri, potenziali rilievi, miei e di ogni altro lettore, è quanto mai semplice, però: questo è il libro di Clemency Burton-Hill non il mio o quello di altri; qui c’è la musica che lei preferisce e che desidera condividere con noi. Se proprio fossimo convinti di avere qualcosa di «meglio» o di diverso da proporre, non ci resterebbe che impugnare carta e penna e darci da fare.
Clemency Burton-Hill è nata a Londra nel 1981. Dal 2008, lavora alla BBC e dall’anno successivo conduce su BBC Radio 3 un fortunato programma musicale quotidiano. Scrive su “Observer”, “The Economist”, “The Guardian and the Telegraph”, “1843 Magazine”, “Financial Times Weekend”. È attrice, violinista, ha fondato la “Aurora Orchestra” e si occupa di promuovere l’educazione musicale presso i giovani svantaggiati.
(Foto di apertura Paul Musso; Hay Festival WAles, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons)
Clemency Burton-Hill, Un anno con Mozart, Bach, Gershwin, Puccini e gli altri. Un brano musicale per ogni giorno dell’anno
Editore: Neri Pozza, Vicenza
Anno di edizione: 2020
Pagine: 458, brossura, € 22,00