Adamo Volpi (1911 – 1980) – quarta parte

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Valzer in la maggiore op. 32 (1952, Ancona, Edizioni Farfisa)

 

INTRODUZIONE

Adamo Volpi op. 32 (Valzer in la maggiore - copertina)Dopo la pubblicazione del trittico Moto perpetuo, Preludio op. 31 e Fileuse Adamo Volpi, nel 1951, scrisse Festival Fantasy, uno dei suoi brani più complessi tecnicamente, ovvero un tema e variazioni[1] che fu pezzo d’obbligo al 1° Trofeo mondiale della fisarmonica svoltosi lo stesso anno a Londra. L’anno successivo, sempre più convinto delle possibilità tecnico-musicali dello strumento fisarmonica, dà alle stampe quella che probabilmente – insieme al Valzer da concerto di Pozzoli[2] – è una delle più belle composizioni del genere mai scritte per le ance libere, ovvero il Valzer in la maggiore contrassegnato col numero d’opera 32.
Sandro Strologo nel libro da lui curato riporta una frase piuttosto significativa del musicista cremonese che testimonia il suo rapporto sempre più stretto con il popolare strumento, tanto che lo portò ad affermare che «amava tutti gli strumenti, ma non appena metteva un dito sulla fisarmonica aveva l’ispirazione di comporre». (v. S. Strologo, A.Volpi. Organista, concertista e compositore, pag. 16. v. in Bibliografia).

Quindi con il Valzer in la maggiore Volpi si approccia alla forma di danza per eccellenza, ricca di innumerevoli riferimenti storici: dai raffinati pezzi pianistici di Chopin ai celebri e fastosi modelli orchestrali degli Strauss, fino al più “recente” La valse di Ravel (1920), solo per rimanere in ambito “colto”… Ricordo che, ad un seminario del grande concertista e didatta Salvatore Di Gesualdo, il Maestro parlando del pezzo in questione (che in gioventù aveva suonato) affermò che si sentivano reminiscenze di Ciaikovski (Valzer dei fiori?). In ogni caso il “taglio sinfonico” del brano è chiaramente percepibile, così come il notevole tasso tecnico che, in alcuni passaggi e soprattutto nel finale, raggiunge il virtuosismo.

 

BREVE ANALISI E COMMENTI

La composizione è costituita da varie sezioni (Introduzione-A-B-C-D-A-B-D-Finale: vivo) con almeno 4 temi principali. L’introduzione, che nell’incipit preannuncia ritmicamente la prima idea, mette subito in luce alcune caratteristiche testurali del brano, giocando molto sui contrasti: legato – staccato, frasi monodiche – frasi accordali/polifoniche, piano (p) – forte (f); anche nell’uso (parco) dei registri si nota sin dall’inizio l’impiego dialettico del Master (ossia il Pieno, tutte le ance dello strumento) e Celeste (8-8), registro questo molto amato – ed usato – da Volpi (chissà, forse gli ricordava l’Unda Maris dell’organo, o sonorità simili).
Adamo Volpi op. 32 (immagine 1)Conseguentemente al primo tema, piuttosto ritmico e incalzante – caratterizzato da accordi, prima “spezzati” e legati, poi staccati –, prende corpo una seconda idea tematica in re maggiore, contrassegnata dall’indicazione cantando con espressione, la quale si tramuta presto in un disegno melodico contraddistinto da rapide quartine di semicrome, sempre alternate a brevi passaggi polifonici e/o accordali.
Dopo un breve succedersi di vari incisi contrastanti, che concludono con un’ampia ed elaborata cadenza armonica, appare il terzo tema – in fa# minore – che il Melocchi definisce “assai grazioso” e per il quale consiglia “una interpretazione con sonorità leggere e vaporose” (cfr. Melocchi, Didattica e interpretazione, in rivista Fisarmonica, Ancona, 1963, n.4?, pag.14).Adamo Volpi op. 32 (immagine 2) Preannunciato da una scala discendente di ottave in rit., subentra poi il quarto tema, in la maggiore e dal carattere orchestrale, con poderosi accordi, caratterizzato melodicamente da tre semitoni ascendenti.Adamo Volpi op. 32 (immagine 3)
Un successivo episodio contrappuntisticamente più libero e fantasioso, seguito da varie scalette, conduce alla ripresa integrale del primo tema e della seguente seconda idea, la quale però si sviluppa subito con efficaci progressioni modulanti e animati accordi spezzati che portano, nel giro di alcune battute piuttosto articolate armonicamente, al grandioso ritorno del quarto tema, sempre in la maggiore, questa volta con il registro “Master”. Una ripresa di incisi, con accordi staccati di notevole effetto, prepara l’entrata della grandiosa e pirotecnica “coda” che, in tempo Vivo, conclude degnamente il brano.

 

CONCLUSIONI

Vittorio Melocchi scrisse: «Questa composizione è forse la più difficile fra i lavori del M° Volpi, richiede una tecnica sicura ed una brillante interpretazione: è un vero peccato che sia poco eseguita e siano preferiti invece, sempre dello stesso Maestro, pezzi d’effetto più immediato ma meno impegnativi» (v. Melocchi, op. cit.); ed in effetti , a tutt’oggi, il brano non è molto eseguito come invece meriterebbe.

Inoltre la composizione purtroppo non ha mai avuto significative registrazioni discografiche, anzi a onor del vero l’unica che conosciamo è stata effettuata piuttosto recentemente, in occasione del concerto finale della Rassegna musicale nazionale Adamo Volpi, svoltasi nel novembre 2011 a Loreto, per il centenario della nascita del musicista cremonese, ed è inserita nel CD La musica di Adamo Volpi con l’interpretazione del fisarmonicista Marco Franconi.

La forma “valzer”, al di fuori della danza e del jazz (ad es. valzer musette, valzer swing, ecc. di cui la letteratura per fisarmonica è ricchissima), è stata praticata da illustri musicisti nell’ambito degli strumenti ad ancia libera. Oltre al già citato Ettore Pozzoli, il quale scrisse anche un Valzer sentimentale per armonica a bocca e pianoforte (1959), ricordiamo i Three Waltzes per concertina di Giulio Regondi (1844), il Vals brillante de salon per harmonium dello spagnolo Antonio Lopez Almagro (1883 ca.), il Lyrischer Walzer per bajan/fisarmonica del russo Nikolai Chaikin (195?); ma anche Sulle rive dell’oblio per fisarmonica di Felice Lattuada (1951), il Valzer (lento) di Guido Farina (1956, rev. di Fugazza), Onde di Veli di Luigi Ferrari Trecate…
Ma siamo convinti che il Valzer in la maggiore di Volpi possa ben figurare in primo piano in questo breve ma prezioso elenco e non sfiguri neanche accostandolo alla letteratura musicale globale del genere.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

Assandri Giordano – Ruggeri Marco, Adamo Volpi. Musiche per il Santuario di Loreto, N.E.C. (Nuova Editrice Cremonese), 2010;

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Brannelli Gina, Adamo Volpi, AWW news report, su www.accordionsunlimited.co.uk, 2006;

Melocchi Vittorio, Le composizioni per fisarmonica di Adamo Volpi, in periodico “Fisarmonica”, Ancona, Farfisa, 1963;

Mugnoz Alessandro, La musica di Adamo Volpi. Serata finale della Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012;

Strologo Sandro, Adamo Volpi. Organista, concertista e compositore, Loreto, Fondazione CARILO Cassa di Risparmio Loreto, 2011;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997;

Jercog Aleksi, Super VI Scandalli. Una fisarmonica nella storia, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 2004.

 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

– CD La musica di Adamo Volpi. Concerto finale della Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”,
Marco Franconi, fis., Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012.

 

[1] Il brano Festival Fantasy, edito dalla M.A.P. di Londra, è stato inciso tra gli altri da Salvatori Pili e da Samuele Telari (CD La musica di A. Volpi, Prendinota, 2012).
[2] Il Valzer da concertodi Ettore Pozzoli fu composto sempre nel 1952 ma pubblicato, da Ricordi, l’anno successivo.