Felice Fugazza (1922 – 2007) – seconda parte

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Proseguiamo il percorso biografico di GianFelice Fugazza, ripercorrendone le principali tappe e indagando soprattutto l’attività legata alla fisarmonica.

  • Gli anni Sessanta

GianFelice Fugazza - strumentiemusica.com 2019Nei primi anni Fugazza pubblica ancora qualche brano per le edizioni inglesi M.A.P. (Modern Accordion Publications); si tratta in generale di danze tradizionali o di pezzi brillanti, sempre di ottima fattura – come Moine (Continental Waltz) o Mascherata nei quali si firma con lo pseudonimo Bontalenti già utilizzato in precedenza – oppure di brani in stile moderno, con armonie influenzate dal jazz, come lo scintillante e trascinante Tapestry (1961) o il Notturno blu dalle reminescenze “blues”.
Proprio all’inizio degli anni ’60, l’avvento sempre più influente dell’elettronica anche nel settore musicale, induce la ditta Farfisa a progettare e sperimentare nuovi strumenti, con Fugazza in prima linea. È soprattutto grazie a lui che vengono inseriti i primi transistors nelle fisarmoniche: nasce così la “fisarmonica elettronica” con mitici modelli, dal Cordovox del 1962 al notevole Syntaccordion, in sostanza l’unione di un sintetizzatore/organo elettronico con il tradizionale strumento ad ance libere.
La collaborazione tecnica sempre più impegnativa e ad alti livelli con la Farfisa – dove divenne “responsabile del marketing” e successivamente anche “direttore generale”, fino al 1970 – costrinse poi Fugazza ad abbandonare per un certo periodo qualsiasi attività compositiva e creativa per la fisarmonica.

  • Gli anni Settanta e Ottanta

Sono gli anni che Fugazza dedica prevalentemente alla musica elettronica, alla quale il musicista si era già avvicinato e interessato (ricordiamo che le materie scientifiche e l’acustica lo avevano da sempre affascinato), tanto da aver prodotto “musica elettronica” già dagli anni ’50, quando questo genere stava muovendo i primi passi in Italia.
Nel 1970, Fugazza aveva ormai accumulato esperienze tali da poter accettare l’invito del Conservatorio di Bologna ad avviare uno dei primi corsi ufficiali di “Musica elettronica”. Ricordiamo poi che nel 1974 pubblica il volume “Il Sintetizzatore” (Ancona, Berben), per anni l’unica opera edita in Italia sull’argomento, mentre nel 1983 scrive la voce “Musica elettronica” nel Dizionario della Musica e dei Musicisti. Il Lessico, II (Torino, UTET); opere divenute di riferimento per generazioni di studenti e cultori.

MegaMoog (GianFelice Fugazza)Oltre che attivo come progettista di nuovi strumenti elettronici, in questo periodo crea molta musica con strumentazione elettronica: in genere commenti alle immagini, anche per la TV e sonorizzazioni varie. Uno dei primi lavori di Fugazza a conoscere una certa diffusione nel mondo della musica elettronica è il disco “MegaMoog” (LP 33 giri – World WLP 102), risalente a metà degli anni ’70 e realizzato in collaborazione con Fabio Fabor, oggi raro oggetto da collezione per gli appassionati.
Intanto, a dimostrazione del favore incontrato dalle precedenti opere didattiche, nel 1974 la didatta Eliana Zajec pubblica per le edizioni Bèrben una raccolta di Sei pezzi facili di Fugazza, elaborati per complessino di fisarmoniche. Mentre in tempi più recenti la casa editrice Progetti Sonori, per la collana “I miei Primi Maestri” pubblica Guida allo studio del “Metodo per fisarmonica” (vol. 1) di Cambieri-Fugazza-Melocchi, a cura di Ivano Paterno: «Una guida preziosa (con CD allegato) nello studio del metodo Bèrben, per stimolare e gratificare lo studente in ogni momento di attività. Per gli insegnanti, uno strumento con cui integrare il loro prezioso lavoro».

Nel 1986, dopo una parentesi di circa 25 anni, Fugazza torna a pubblicare personalmente per la fisarmonica; si tratta della Raccolta di studi per fisarmonica a bassi sciolti, tratti dal Metodo Cambieri-Fugazza-Melocchi (ediz. Bèrben). Questa è l’epoca in cui lo strumento, ormai anche in Italia, si sta emancipando con l’adozione sistematica del manuale sinistro a “note singole” (o “bassi sciolti”); anche Fugazza quindi, probabilmente stimolato dall’editore oltre che da vari insegnanti, intese dare un suo contributo utilizzando un materiale didattico tradizionalmente valido e già ampiamente adottato da molte scuole.
In precedenza comunque aveva continuato a scrivere, di tanto in tanto, vari interessanti articoli – su problematiche legate allo strumento – apparsi su varie riviste specializzate.

  • Gli anni Novanta

L’ultimo decennio del secolo vede Fugazza ancora impegnato su più fronti: musica elettronica, informatica musicale, attività pubblicistica, consulenza didattica e corsi d’aggiornamento.
Verso la fine del secolo – quando ormai la fisarmonica è entrata ufficialmente in Conservatorio anche in Italia – il musicista torna a pubblicare una serie di brani per fisarmonica, in parte rivedendo materiale risalente ai decenni scorsi, anche per soddisfare inviti e richieste di vari colleghi, ed in particolare del maestro Francesco Visentin, titolare delle edizioni Physa.
Si tratta principalmente di pezzi facili o di media difficoltà, di natura didattica o “ricreativa” (come: Ondina, Ciuffetto, Svaghi, Divertimento in jazz, Slalom), sia per “bassi standard” e sia per “bassi sciolti”. Inoltre, colmando in parte una “lacuna” nella sua produzione fisarmonicistica complessiva – ossia la musica da camera con altri strumenti – pubblica un interessante brano per fisarmonica e pianoforte: Dialoghi senza tempo (ediz. Physa, 1999) subito interpretato in concerto ed inciso su CD da vari fisarmonicisti; questa probabilmente è l’ultima composizione completata dal musicista.
In seguito l’editore Visentin tenterà di commissionargli una nuova composizione: un Concerto per fisarmonica ed archi … ma ormai Fugazza è in età avanzata, è stanco ed inizia ad avere sempre più acciacchi, pertanto la proposta purtroppo non avrà seguito.

Concludendo, il nostro autore è stato sempre considerato, non solo a livello nazionale, uno dei più notevoli e versatili esponenti italiani nel settore della letteratura fisarmonicistica.
GianFelice Fugazza - Museo delle impronte (Recoaro Terme)Complessivamente, come compositore, si può affermare che fu aperto a vari linguaggi e stili musicali, sempre però restando fondamentalmente piuttosto legato alla tradizione; effettuando ricerche e sperimentazioni, più che sulle forme e le strutture musicali, sul suono e sul timbro, attraverso l’elettronica e i nuovi strumenti.
Come insegnante, impegnato tanto in istituzioni pubbliche che private, è stato sicuramente uno dei maggiori didatti del secolo scorso, molto stimato e apprezzato non solo in campo fisarmonicistico. Tra i suoi numerosi allievi che poi hanno intrapreso significative carriere nel mondo musicale, oltre ai già citati Bogliolo e Menakian, ricordiamo Lele Barlera, Adalberto Guzzini, Andrea Landriscina, Franco Nanni, Luigi Verdi … e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Al di là della sua versatilità, l’importante esempio che ci lascia è almeno duplice: come uomo, la capacità di aggiornarsi sempre con serietà, concretezza ed umiltà, ma anche con intuizione, seguendo con naturalezza il mutare dei tempi; come musicista, la conseguente apertura mentale, unitamente alla precisione ed alla accuratezza artigianale nelle proprie attività.
Dal 2001 il calco della sua mano destra si trova nel Museo Internazionale delle Impronte dei grandi della fisarmonica a Recoaro Terme (VI).

Nelle prossime puntate analizzeremo alcune delle sue più importanti opere per fisarmonica.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Melocchi Vittorio, Le composizioni per fisarmonica di Felice Fugazza, in periodico “Fisarmonica”, Ancona, Farfisa, 1963;

Mugnoz Alessandro, Ricordo di GianFelice Fugazza, articolo nei periodici Fisarmoniae, Osimo (AN), Brillarelli, 2007 e in Strumenti&Musica, Spoleto (PG), ArsSpoletium, 2007;

Strologo Sandro, a cura di, Gian Felice Fugazza. Il musicista poliedrico, Recoaro Terme (VI), P.A., 2017;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997.

Jercog Aleksi, Super VI Scandalli. Una fisarmonica nella storia, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 2004.