Il metodo di organetto diatonico: ora è multimediale e online

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IL METODO DI ORGANETTO DIATONICO: ORA È MULTIMEDIALE E ONLINE.

a cura della redazione

 

Gianni Ventola DaneseCapita raramente di recensire un “metodo di organetto”, ma ciò che ci ha spinto a farlo sono state le molte segnalazioni positive giunte in redazione e anche l’esperienza diretta di alcuni musicisti che stanno imparando a suonare l’organetto.

Il fatto è che dopo gli innumerevoli metodi cartacei, alcuni con CD audio annesso, un po’ tutti simili tra loro per la verità, l’Accademia del Mantice, per mano di Gianni Ventola Danese, ha pubblicato il primo metodo completamente multimediale e online per l’apprendimento della fisarmonica diatonica (http://www.organetto.name). Qualcosa di totalmente differente, per almeno due motivi.

In primo luogo, il metodo non si limita a una illustrazione delle tecniche di base dello strumento, ma va oltre, affrontando tecniche avanzate e, potremmo dire, “professionali”, dello strumento. Il “corso base” online, questa la sua definizione che non deve trarre in inganno, rappresenta un vero e proprio percorso di apprendimento dalle basi fino alle tecniche più avanzate. Un’opera didattica imponente che contiene 131 video, 46 mp3, 70 partiture, 46 midi, organizzata in tre sezioni didattiche dove agli esercizi di tecnica si affianca lo studio di brani facili.

In secondo luogo, e questa è una novità assoluta, il corso online presenta un vastissimo repertorio di lezioni dedicate alla musica tradizionale, e non solo. Sono oltre 200 le lezioni dedicate a singoli brani, dalla musica tradizionale italiana, passando per la musica francese, scandinava, occitana, irlandese, klezmer, tango e d’autore. Ed ecco che proprio nel repertorio brani del corso che si può avvertire chiaramente la prospettiva in cui si inquadra il corso online, che è quella di intendere l’organetto non solo come uno strumento della musica tradizionale in senso lato, ma anche come uno strumento ormai affrancato dalla sua identità folclorica e capace di affrontare molto più che degnamente qualsiasi repertorio musicale (dal tango argentino a J.S. Bach).

Gianni Ventola DaneseUn’opera, quindi, che non rimane chiusa su se stessa e in un certo senso congelata nella sua prima estensione, ma che si aggiorna di mese in mese con nuovi contenuti e nuove lezioni. Una impostazione del lavoro che a quanto pare è stata riconosciuta a livello mondiale, tanto è vero che il metodo si sta diffondendo, non solo in Italia ma anche in tutto il mondo.

L’autore del corso, come detto è Gianni Ventola Danese, tra i più noti organettisti italiani, fondatore dell’Accademia del Mantice, insegnante di organetto, ma anche polistrumentista, musicista a 360 gradi il quale gestisce anche il principale sito italiano dedicato all’organetto (www.organetto.info) e si dedica da anni alla ricerca musicale su tale strumento. Animatore di diverse formazioni musicali in duo e in trio, ha ultimamente pubblicato un lavoro discografico dove l’organetto incontra per la prima volta in assoluto la grande tradizione del tango argentino e i suoi autori, da Anibal Troilo ad Astor Piazzolla, in chiave prettamente cameristica, in compagnia di un violoncello.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto alcune domande.

Un metodo multimediale online, come nasce l’idea?

L’idea nasce dalla mia attività di insegnante di organetto… Per anni ho insegnato, e tuttora insegno, la fisarmonica diatonica, quella tradizionale a 8 bassi, ho lavorato per approfondire la tecnica e il repertorio e desideravo che questa mia competenza venisse formalizzata in un metodo didattico dedicato, in un certo senso specializzato, per questo tipo di strumento, che è poi quello più diffuso, non solo in Italia. Ma tutto forse è nato anche da una esigenza pratica. Ai miei stage partecipano sempre organettisti provenienti da tutta Italia e in molti, a fine stage, mi chiedevano come poter continuare a fare lezione con me, in particolare mi ricordo molte richieste in questo senso da Milano. Abitando a Roma iniziai a preparare delle lezioni online proprio per poter continuare il rapporto didattico e di stima reciproca che si era creato con questi allievi.

E poi il progetto si è sviluppato…

Sì, certo, devo dire che all’inizio forse non mi sono reso conto della mole di lavoro che mi aspettava, ma alla fine il progetto è diventato quello attuale, un corso base di 15 lezioni e un repertorio di oltre 200 lezioni.

Quanto tempo ci hai dedicato?

Sinceramente non lo so, ci lavoro da molti anni, ti posso solo dire che il corso oggi consta di oltre 1500 video, ho calcolato che per vederli tutti di seguito ci vorrebbero due settimane di tempo, e senza interruzioni…

Ma come funziona nel concreto?

È molto semplice, ci si iscrive come a un corso normale, con un maestro, poi si riceve una password, si entra nel sito e il gioco è fatto, si inizia a studiare, le lezioni sono ovviamente tutte registrate e suddivise in una serie di video, poi c’è una parte testuale, ascolti mp3, partiture e tutto ciò che serve a un musicista per apprendere la musica, metronomo compreso…

Gianni Ventola DaneseLa risposta è stata positiva?

Be’, l’Italia è un paese ancora indietro sul fronte dell’e-learning in campo musicale e anche la scarsa diffusione di internet non ha aiutato all’inizio. C’era anche un po’ di diffidenza verso questo tipo di approccio didattico, ma poi con il tempo i risultati sono arrivati, gli iscritti hanno immediatamente apprezzato la didattica online e gli allievi sono aumentati, e non solo in Italia. Sono tantissimi gli allievi all’estero, tanto per dire in Francia, in Belgio, Canada, Stati Uniti, Australia, insomma, la musica fortunatamente è il linguaggio universale, anche se ho provveduto a corredare di sottotitoli in inglese le lezioni.

Ma non credi che la gente preferisca il contatto diretto con il maestro?

Certamente, se si riesce a trovare un insegnante con il quale si ha un buon feed-back, la lezione in presenza rimane assolutamente valida. Ma dipende molto anche dalla possibilità di trovare un buon insegnante. Nei piccoli paesi, o anche in molte città, non esistono degli insegnanti di organetto, e il corso online in questo senso può essere una ottima soluzione. Ma poi, a dir la verità, mi sta capitando sempre più spesso una cosa singolare, molti allievi smettono di frequentare le lezioni con i maestri e decidono di studiare online con il mio corso, alcuni perché confessano di trovarsi molto bene e di apprezzare la cura e la professionalità delle mie lezioni, altri semplicemente perché il corso online non ha vincoli di orario, non ti devi spostare in auto, insomma, è on-demand, come si dice…

Come si fa a sviluppare la tecnica con l’organetto? Ci sono delle metodologie e degli esercizi particolari?

Assolutamente sì, e devo dire che in 15 anni di insegnamento musicale i miei allievi mi hanno insegnato molto e di questo li ringrazio, tutti. Nel senso che mi hanno fatto capire come insegnare e far capire i concetti musicali che ruotano intorno all’organetto. Diciamo che la musica tradizionale italiana, ti porta necessariamente a maturare la tecnica del terzinato e del fraseggio incrociato sulle due file, insomma, quello che ti serve per suonare tarantelle pizzica saltarelli, ma anche molta parte della musica occitana.

Be’, non c’è solo questo in Italia…

Infatti, sto facendo un discorso il più generale possibile, esistono sempre le dovute eccezioni, pensiamo alla musica sarda per organetto che è un pianeta a parte. Ma, come dicevo, si tralascia però tutto il resto, come la tecnica per i brani irlandesi in push-pull, la dinamica del mantice, la tecnica della valvola di sfiato, le armonizzazioni composte ai bassi, l’uso dei bicordi di terza, quinta e sesta, gli accordi e la polifonia alla mano destra, i tempi asimmetrici, la tecnica dell’improvvisazione e della variazione…

Parecchia roba…

Molta, e l’elenco potrebbe continuare, ma dalla mia prospettiva l’organetto, che notoriamente è uno strumento popolare e quindi “facile”, può diventare anche estremamente difficile se si vuole arrivare a repertori e a risultati espressivi più elaborati dal punto di vista musicale. Ed è, appunto, tutto quello che ho inserito nel mio corso online sotto forma di esercizi graduali, maturati dalla mia esperienza, con l’attenzione a far capire prima di tutto allo studente che cosa si sta facendo, perché e con quale obiettivo.

Cosa si potrebbe fare ancora per far crescere la cultura organettistica in Italia?

Molte cose a mio parere, ma in particolare due cose. La prima è riconoscere la specificità della fisarmonica diatonica a 8 bassi e inserire questo strumento nei curricola dei Conservatori, istituendo il diploma di organetto, con gli esami di 5°, 8° e 10° anno, esattamente come per gli altri strumenti. Purtroppo l’organetto in Italia è stato lasciato fuori dai programmi dei Conservatori, e questo per me è inspiegabile. La seconda è quella di istituire un Concorso nazionale di composizione per organetto, per far maturare il repertorio e la tecnica, ma i grandi Festival dedicati alla fisarmonica, ad esempio quello di Castelfidardo, soffrono a mio parere di un provincialismo congenito sospinto da un interesse allo show business che impedisce loro di inserire la fisarmonica diatonica in una prospettiva prettamente musicale…

 

Si chiude così l’intervista con Gianni Ventola Danese che sarà il promotore di una rubrica didattica a cadenza mensile sulle pagine di strumentiemusica.com