Letteratura per fisa – Gorni Kramer (1913 – 1995) 3° parte

Per ricordare Gorni Kramer a 110 anni dalla nascita

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Gorni KRAMER (1913 – 1995) – terza parte

TRE SINCOPATI (Milano, 1944, edizioni Melodi)

Introduzione

Negli anni ’40 in Italia, e particolarmente a Milano, la fisarmonica vive un periodo piuttosto felice inserendosi sempre più anche nell’ambiente della musica jazz.

Abbiamo visto come Kramer sia stato l’alfiere principale di questo movimento, ma accanto a lui, e dopo di lui, altri esponenti si mettono in luce. Fra questi ricordiamo Francesco Ferrari (1914-1964), pianista, direttore d’orchestra, compositore, ma anche valido fisarmonicista, notevole arrangiatore di varie orchestre, tra cui quella di Pippo Barzizza dal 1938. Giaco Ricci, fisarmonicista e arrangiatore, autore di un corposo metodo, “La scuola dello jazz per fisarmonica”, compilato col didatta Friel (Elio Frisia, 1906-1989) ed edito dalla Carisch nel 1947. Wolmer Beltrami (1922-1999), grande fisarmonicista virtuoso e compositore molto legato al jazz, amico e collega di Kramer, con cui proprio nel 1947 formerà un formidabile duo. Luciano Fancelli (1928-1953), giovane talento, purtroppo prematuramente scomparso (come Giaco Ricci), anch’egli molto sensibile al linguaggio jazzistico; attivo dal 1944, autore di canzoni e celebri brani per lo strumento, alcuni di taglio jazzistico, debuttò in RAI nel 1947, conducendo poi alcune rubriche radiofoniche di successo. Peppino Principe (1927, vivente), altro noto personaggio che nel 1946 realizza una serie di registrazioni di musica jazzistica per la casa discografica “Parlophon Odeon”; a Milano, nello stesso periodo, risulterà poi vincitore del Referendum Jazz come “Miglior fisarmonicista jazz”.

Insomma, l’Italia all’epoca esibiva uno stuolo di talentuosi interpreti che, per creatività e personalità, pochi Paesi hanno avuto la fortuna di vantare, anche in periodi successivi! Ma in ogni caso, come abbiamo precedentemente visto, il capofila fu senza dubbio lui: Gorni Kramer.

Tre sincopati (Kramer)Indagando le sue composizioni per fisarmonica pubblicate possiamo notare che, anche quelle meno “importanti” e senza pretese, contengono quasi sempre delle pennellate, dei guizzi di modernità, vuoi nel ritmo, nelle armonie, soprattutto nelle movenze melodiche, che conferiscono quell’inconfondibile sapore piuttosto originale e personale.

Tra questi brani, meritano un posto particolare i Tre Sincopati, un trittico pubblicato nel 1944 dalle Edizioni Melodi. Probabilmente si tratta delle prime composizioni in stile jazz per fisarmonica edite in Italia; con questa pubblicazione anche i fisarmonicisti, italiani e non, ebbero la possibilità di cimentarsi con i nuovi linguaggi musicali cosiddetti afroamericani, alla cui formazione però anche l’Italia – attraverso gli scambi politici e socio-culturali con gli USA (vedi ad es. le forti emigrazioni) – aveva dato il suo bel contributo (v. Anna Harwell Celenza, Jazz Italian Style. From its Origins in New Orleans to Fascist Italy, Cambridge University Press, Sheridan Books, 2017).

Il termine “sincopato” si usava per quelle musiche che, soprattutto durante il ventennio fascista e fino agli anni Quaranta, strizzavano l’occhio ai nuovi stili jazzistici. Pezzi portati al successo da cantanti come Natalino Otto o il Trio Lescano, da orchestre come quelle di Pippo Barzizza, Francesco Ferrari e altri; brani che oggi rappresentano dei capisaldi della cosiddetta musica leggera d’autore italiana di quel periodo. In quel particolare clima artistico/musicale, Kramer fu sicuramente uno dei maggiori esponenti, sia come solista-caporchestra, sia come compositore-arrangiatore. E i Tre Sincopati per fisarmonica costituiscono un eccellente esempio non solo della sua musica, ma della tradizione di tutto quel particolare filone musicale.

Un’ultima annotazione: i tre brani – pubblicati nel 1944, ma risalenti (almeno i temi) a qualche anno prima –, oltre ai motivi di tipico carattere swing, ma anche bebop (innovativa corrente stilistica del jazz che si stava diffondendo proprio dagli inizi degli anni Quaranta), contengono delle improvvisazioni scritte che, una volta stese sulla carta, assumono ovviamente il carattere di “variazioni”.

Breve analisi

  • I La fisarmonica moderna – tempo moderato

Il primo brano del trittico è un ritmo moderato in Do maggiore (tempo tagliato).

Probabilmente si tratta del primo blues della letteratura fisarmonicistica italiana, e non solo; in effetti il tema, basato sulle 12 battute tipiche del genere, è caratterizzato dalle cosiddette blue note (in questo caso mib e sib). Il giro armonico, pur basato ovviamente sullo schema blues, è piuttosto articolato e interessante, anche nella scrittura della mano sinistra, che offre alcune soluzioni originali per i bassi standard. Tale giro viene presentato per cinque volte, con annesse altrettante “improvvisazioni” che confluiscono su una piccola coda la quale, su una “cadenza plagale”, presenta in conclusione la tipica scala blues discendente.La fisarmonica moderna (estratto) capture 20180120 234249

Il brano, con il sottotitolo Kramer’s Blues, fu registrato su 78 giri dallo stesso autore (accompagnato al contrabbasso da Ubaldo Beduschi). Nella storica incisione Kramer, dopo il tema, prende 11 chorus (ovvero giri); solo alcuni furono poi riportati in partitura tre anni dopo. Si era alla fine di ottobre del 1941, circa un mese prima che l’Italia dichiarasse guerra agli Stati Uniti; di lì a poco vi fu la proibizione di suonare musica americana.

  • II Suonando in fa – tempo moderato

Pezzo, anch’esso in ritmo moderato, che si basa su un caratteristico tema di 8 battute che viene subito riproposto trasportato una terza maggiore sopra (in La maggiore) e, dopo una frase modulante di altre 8 misure, ripresentato nella tonalità di impianto e ampliato di 4 battute. In pratica secondo il seguente schema formale: a – a’ – b – a”.

Suonando in Fa (estratto) capture 20180120 234831La seconda sezione del pezzo, che riprende l’incipit della introduzione, è anch’essa in Fa maggiore ed è caratterizzata dalle blue note. Essa riprende lo schema armonico della prima sezione, quasi come se fosse una variazione, o meglio una improvvisazione scritta.

Il brano termina con la riproposta del motivo iniziale all’ottava sopra, in sonorità f e rinforzato ulteriormente con accordi, il quale – variato ritmicamente e attraverso armonie di nona e di tredicesima – porta alla conclusione.

  • III Improvvisazione  – tempo/ritmo allegro

L’ultimo pezzo della raccolta è un “ritmo allegro” in Do maggiore, che inizia con una interessante quanto breve introduzione, il cui incipit è costituito da quattro bicordi dissonanti (seconde) discendenti ed accentati. Il tema si basa sulle classiche 32 battute di I Got Rhythm, secondo il tipico schema: a – a – b – a, già utilizzato per il primo brano, definito dai jazzisti Rhythm Change (o “Anatole”) e basato sulle armonie C – D#° – Dm – G7. Si tratta, insieme al blues e alla forma canzone, della struttura più utilizzata dai jazzisti come canovaccio per le loro improvvisazioni.

Un breve interludio modulante (bridge) di 4 misure conduce alla seconda parte del brano, in Fa maggiore, che è una sorta di improvvisazione scritta, caratterizzata quindi dalla stessa progressione di accordi come nella prima sezione. Improvvisazione (estratto) capture 20180120 235325Inizialmente le armonie sono tenute e legate, con dinamiche espressive dal p allo sf, poi diventano staccate e sempre più sincopate ed accentate, fino allo sforzato finale.

Anche questo brano fu registrato su 78 giri, nei primi anni Quaranta, dallo stesso autore, il quale sfornò delle superbe improvvisazioni “degne di un grande musicista di jazz”, come ebbe a scrivere il noto critico Adriano Mazzoletti (v. booklet del CD Jazz in Italy in the 30’s and 40’s. Gorni Kramer, I suoi solisti & I tre negri, vol. 3°, Roma, Riviera Jazz Records, 2003).

Conclusioni

Tali pezzi purtroppo non hanno avuto una grande diffusione, forse perché troppo avanti rispetto al livello medio, di tecnica ma soprattutto di gusto e sensibilità musicale, dei fisarmonicisti dell’epoca. Rappresentano tuttavia documenti di notevole valore storico, oltreché musicale, che sono stati riapprezzati in questi ultimi anni, unitamente ad altri brani, nell’ambito di una generale riscoperta del maestro mantovano. Oggi, la loro valenza è duplice: per i jazzisti (in numero crescente anche nel settore fisarmonicistico) rappresentano utili temi storici su cui improvvisare; per i fisarmonicisti non jazzisti, sono un valido esempio didattico per entrare in quel particolare genere e per allargare le proprie conoscenze ed orizzonti musicali. Questi brani in definitiva possono essere considerati come una emblematica stilizzazione di un mondo, quella “extracolto” dei primi decenni del Novecento, che kramer codificò per la fisarmonica; in maniera non molto dissimile in fondo da quello che fecero, ad esempio per il clavicembalo, Scarlatti con le sue Sonate oppure, ancor più, J.S. Bach con le sue Suite, rispetto alla musica di danza della propria epoca.

Cito infine alcuni degli interpreti che, negli ultimi anni, hanno meritoriamente fatto rivivere, attraverso esibizioni e incisioni discografiche, queste musiche pionieristiche.

Il “Gorni Kramer Quartet” (fis., chit., basso, drums), con il fisarmonicista Sebastiano Zorza, che ha ripreso il brano La fisarmonica moderna (CD “Modulante” del 2008); il duo Marini (cl.) – Donadelli (fis.) che hanno interpretato e inciso Suona la fisarmonica, inserito nel CD “Ballando Kramer” del 2013; Marco Franconi, che ha riproposto nella versione “originale”, per fisarmonica sola, il pezzo Improvvisazione, nell’ambito della “Rassegna Gorni Kramer”, organizzata nel 2013 dal Nuovo C.D.M.I., per omaggiare il centenario della nascita del musicista (il relativo CD dell’evento uscì nel 2014).

Bibliografia essenziale

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, Oscar Saggi Mondadori, 1985-1992;

Luca Cerchiari, Jazz e fascismo. Dalla nascita della radio a Gorni Kramer, L’Epos, 2003;

Franchini Vittorio, Gorni Kramer: Una vita per la musica, Rivarolo Mantovano, Fondazione Sanguanini, 1995;

Mazzoletti Adriano, Booklet del CD Jazz in Italy in the 30’s and 40’s. Gorni Kramer, I suoi solisti & I tre negri, vol. 3°, Roma, Riviera Jazz Records, 2003;

Anna Harwell Celenza, Jazz Italian Style. From its Origins in New Orleans to Fascist Italy and Sinatra, Cambridge University Press, Sheridan Books, 2017;

Mugnoz Alessandro, La musica di Gorni Kramer. Serata finale della Rassegna Nazionale “Gorni Kramer 2013”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2014;

Jercog Aleksi, La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997. asd
Franchini Vittorio, Gorni Kramer: Una vita per la musica, Rivarolo Mantovano, Fondazione Sanguanini, 1995.

Discografia essenziale

Gorni Kramer, CD Jazz in Italy in the 30’s and 40’s. Gorni Kramer, I suoi solisti & I tre negri, vol. 3°, Roma, Riviera Jazz Records, 2003;

Gorni Kramer Quartet, CD Modulante, Falcon Music, 2008;

Marini – Donadelli (cl. – fis.), CD Ballando Gorni Kramer, ?, ?, 2012?;

AA VV, La musica di Gorni Kramer. Serata finale della Rassegna Nazionale “Gorni Kramer 2013”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2014.