Suzuki Accordion Project – Un’esperienza didattica particolare

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Giorgio DellaroleRiceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Elena Enrico, che ci ha presentato, nel mese di Aprile del 2015, il “Suzuki Accordion Project.

(https://www.strumentiemusica.com/notizie/suzuki-accordion-project-intervista-a-elena-enrico/)

Rispondendo alle nostre domande, Elena ci apriva le porte del mondo Suzuki e ci descriveva il lungo percorso che ha intrapreso per portare la fisarmonica all’interno della grande famiglia “suzukiana”.

Tra le altre cose, per chiarire le motivazioni della sua predilezione per la fisarmonica (lei è pianista di formazione) scriveva che si tratta di uno strumento “straordinariamente adatto alla metodologia”, che aiuta a creare “un meraviglioso rapporto col genitore” e che possiede delle potenzialità straordinarie anche in rapporto a “bimbi con difficoltà psichiche e neurologiche”.

La lettera descrive un’esperienza didattica di grande intensità che mostra come il nostro strumento possa davvero essere una chiave importante per instaurare un rapporto umano e didattico in una situazione problematica.

Giorgio Dellarole

 

Un’esperienza didattica particolare

Elena Enrico - Metodo SuzukiQuando ci siamo incontrati per la prima volta, Francesco aveva sei anni. Non parlava, non sapeva ascoltare, non guardava, non sopportava di fare per più di pochi minuti qualunque cosa gli fosse richiesta.

Abbiamo iniziato il percorso pedagogico inserendolo nel gruppo Children Music Laboratory insieme ad altri bambini coi quali lui non aveva nessun tipo di relazione. La mamma sapeva contenerne le fughe e i capricci, condizionarne i movimenti, cantare per lui con un entusiasmo e con una gioia ammirevoli. Proseguiva poi anche a casa le esercitazioni pretendendo da Francesco presenza e attenzione e creando di conseguenza abitudini e motivazioni.

Non è stato facile trovare sempre una via per raggiungere il bambino in quel suo universo così differente e distante da tutto e da tutti, ma, attraverso le melodie, l’uso del corpo, i ritmi, la costanza e la convinzione di avere intrapreso una giusta direzione, siamo riuscite a scalfire un poco quella crosta di solitudine.

Dopo il secondo anno di CML, si è resa necessaria la scelta di uno strumento col quale trovare altre vie più mirate e percorsi individualizzati, offrendo al bambino nuove modalità per comunicare le sue emozioni. Ho scelto la fisarmonica, dalle straordinarie caratteristiche e dalle innumerevoli possibilità didattiche; uno strumento che amo fortemente e che posso utilizzare in relazione alle esigenze della natura particolare del piccolo allievo.

La fisarmonica può essere legata, imbragata strettamente a Francesco, cosicché egli ne senta e ne condivida il respiro. Attraverso piccoli frammenti di frase, sia verbali che strumentali, scaviamo nella sua mente per ricostruire il suo pensiero, inventando e attuando nuove strategie supportate anche dal grandissimo lavoro che la sua logopedista Maria ha iniziato da tempo.

La fisarmonica diviene perciò un esercizio fondamentale di controllo, di relazione, di sviluppo, di conoscenza, di fiducia, di comunicazione. La mamma di Francesco ha saputo cogliere tutti gli aspetti pedagogici del nostro lavoro e applicarli alla vita di tutti i giorni.

Oggi, a distanza di quattro anni dall’inizio del nostro impegno, Francesco suona, parla, inizia a comprendere quello che avviene in lui e a reagire con proprietà agli stimoli proposti dall’esterno. La strada da fare è ancora molto lunga. Il suo strumento è però diventato una parte di lui, ed è attraverso di esso che egli sta costruendo un ponte verso il mondo esterno che saprà sicuramente attraversare un domani, staccando le sue mani dalle nostre per proseguire autonomamente il cammino.

Ci credo fortemente come sono convinta che la fisarmonica sarà per sempre la sua compagna.

Elena Enrico