“Colori e suoni. L’Incanto di un incontro”. Riflessioni su Mantegna
 Segnaliamo un’interessante iniziativa che non interessa direttamente le musiche popolari ma riconduce ugualmente all’idea di musica come comportamento culturale. E soprattutto di musica come simbolo e strumento di espressione. Si tratta di “Colori e suoni. L’Incanto di un incontro: Andrea Mantegna, dalla Camera picta di Mantova a Il Parnaso per lo studiolo di Isabella D’Este”, l’iniziativa a cura della Fondazione Ranieri di Sorbello, che si svolgerà presso la sede della Fondazione in Piazza Piccinino a Perugia. L’evento è a ingresso libero e si svolgerà in due appuntamenti. Il primo è previsto venerdì 6 marzo e verterà sul tema “Passione per l’antico. Andrea Mantegna, dalla Camera picta di Mantova a Il Parnaso per lo studiolo di Isabella D’Este”. Il secondo si svolgerà venerdì 27 marzo sul tema “Inquietudine e bizzaria. Il Tondo Corsini La Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e angeli di Filippino Lippi”. Entrambi gli appuntamenti saranno coordinati da Stefano ragni (Conservatorio e Università per Stranieri di Perugia e Membro del Consiglio della Fondazione Ranieri di Sorbello) e presenziati da Emidio De Albertis (Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia) e Stefano A. Graziano (musicologo). Come si può leggere nelle note informative, l’opera di Andrea Mantegna (1461-1506) è famosa per la sua capacità di “studiare e di riprodurre l’Antichità classica in modo evocativamente fedele e per la sua pittura in cui trionfa un illusionismo architettonico-spaziale teso alla dilatazione del reale mediante arditi scorci prospettici”. In particolare, Il Parnaso “è un perfetto esempio di evocazione del mito classico (Apollo e le Muse, anche se a lungo si pensò, per Apollo, a Orfeo, testimoni dell’amore proibito, ma benevolmente accettato, di Venere e Marte: un amore gradito al concilio degli dei tranne che a Vulcano, legittimo consorte di Venere)” e, in generale, “l’iconografia complessa e la squisita fattura dell’opera costituiscono di per sé un viatico per l’idea stessa connessa all’armonia (anche musicale) del Rinascimento”.
Segnaliamo un’interessante iniziativa che non interessa direttamente le musiche popolari ma riconduce ugualmente all’idea di musica come comportamento culturale. E soprattutto di musica come simbolo e strumento di espressione. Si tratta di “Colori e suoni. L’Incanto di un incontro: Andrea Mantegna, dalla Camera picta di Mantova a Il Parnaso per lo studiolo di Isabella D’Este”, l’iniziativa a cura della Fondazione Ranieri di Sorbello, che si svolgerà presso la sede della Fondazione in Piazza Piccinino a Perugia. L’evento è a ingresso libero e si svolgerà in due appuntamenti. Il primo è previsto venerdì 6 marzo e verterà sul tema “Passione per l’antico. Andrea Mantegna, dalla Camera picta di Mantova a Il Parnaso per lo studiolo di Isabella D’Este”. Il secondo si svolgerà venerdì 27 marzo sul tema “Inquietudine e bizzaria. Il Tondo Corsini La Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e angeli di Filippino Lippi”. Entrambi gli appuntamenti saranno coordinati da Stefano ragni (Conservatorio e Università per Stranieri di Perugia e Membro del Consiglio della Fondazione Ranieri di Sorbello) e presenziati da Emidio De Albertis (Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia) e Stefano A. Graziano (musicologo). Come si può leggere nelle note informative, l’opera di Andrea Mantegna (1461-1506) è famosa per la sua capacità di “studiare e di riprodurre l’Antichità classica in modo evocativamente fedele e per la sua pittura in cui trionfa un illusionismo architettonico-spaziale teso alla dilatazione del reale mediante arditi scorci prospettici”. In particolare, Il Parnaso “è un perfetto esempio di evocazione del mito classico (Apollo e le Muse, anche se a lungo si pensò, per Apollo, a Orfeo, testimoni dell’amore proibito, ma benevolmente accettato, di Venere e Marte: un amore gradito al concilio degli dei tranne che a Vulcano, legittimo consorte di Venere)” e, in generale, “l’iconografia complessa e la squisita fattura dell’opera costituiscono di per sé un viatico per l’idea stessa connessa all’armonia (anche musicale) del Rinascimento”.
 
			