La forza della tradizione

Eredità e valori dell'Associazione Nuovo C.D.M.I.

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Nuovo C.D.M.I. dal 2017Il Nuovo C.D.M.I. è un’associazione senza scopo di lucro sorta nel 2005, raccogliendo il testimone del precedente C.D.M.I. (Centro Didattico Musicale Italiano) – fondato, tra gli altri, dal dinamico anconetano Bio Boccosi (1912-2006) nel 1966 – a sua volta derivato dallo storico e “glorioso” Centro Didattico Farfisa. Il C.D.F. nacque nel 1958 ed ebbe tra le sue fila musicisti che hanno fatto la storia della fisarmonica, ma anche della didattica musicale in genere. Ricordo in primis Luigi Ferrari Trecate (1884-1964), che ne fu Presidente onorario, musicista oggi pressoché dimenticato, ma che, all’epoca, godette di fama e onori: grande concertista di organo e pianoforte, fu anche un apprezzato compositore (soprattutto di lavori operistici ispirati in gran parte all’immaginifico mondo fiabesco); inoltre, fu un notevole didatta, docente in vari conservatori e poi direttore del Conservatorio di Parma. Da ricordare, infine, che Ferrari Trecate fu anche vicepresidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presidente dell’Accademia filarmonica di Bologna (1955) e della sezione musicale del Consiglio Superiore delle Belle Arti. In seguito, altri musicisti notevoli fecero parte del consiglio direttivo del Centro Didattico Farfisa: tra questi ricordo Vittorio Melocchi (1900-1967), Emilio Cambieri (1907-1967), Gianfelice Fugazza (1922-2007) – che poi fu uno dei primi docenti di “Musica elettronica” in conservatorio (Bologna, primi anni Settanta) e anche Gervasio Marcosignori (1927-2013), all’epoca probabilmente il più grande fisarmonicista a livello internazionale (solamente concertisti come il russo Yuri Kazakov e l’italoamericano Carmen Carrozza potevano avvicinarsi al livello qualitativo della sua arte e del suo repertorio).

Le forti radici del nuovo C.D.M.I. risalgono dunque agli anni Cinquanta, l’epoca d’oro della fisarmonica, in seno alla Farfisa (Fabbriche Riunite di Fisarmoniche, ma poi anche di altri strumenti come organi elettronici – i primi in Italia – sintetizzatori e, successivamente, anche pianoforti e chitarre). La storica azienda, con notevole intuito, promuovendo anche una didattica e una cultura musicale/fisarmonicistica di qualità, si mosse un po’ come la tedesca Hohner, o anche la giapponese Yamaha, con la “Yamaha Music School” (avviata in Giappone nel 1954) che poi dal 1965, dopo l’apertura a Los Angeles, si diffuse come rete di scuole musicali un po’ in tutto il mondo, divulgando i principi e le metodologie del “metodo Yamaha”.

Il C.D.F., in sinergia con la rivista “Fisarmonica” (poi “Strumenti&Musica” e oggi “Strumenti&Musica Magazine”) e con le Edizioni musicali Farfisa (poi Bèrben), si pose l’obiettivo primario di connettere in rete le scuole di musica e i musicisti per la creazione di una nuova didattica, che si focalizzasse sullo studio della fisarmonica, attraverso la creazione di un nuovo repertorio di musica originale e di nuove opere didattiche per lo strumento.

Nel 1966, con la trasformazione in Centro Didattico Musicale Italiano, l’attività dell’associazione e, quindi, della rete di scuole, si allargò un po’ a tutti gli strumenti: oltre alla fisarmonica, la chitarra, il pianoforte, poi il flauto, l’organo elettronico e, successivamente, tastiere elettroniche; infine, l’organetto (ritornando quindi, con la fisarmonica diatonica, agli strumenti a mantice e ancia libera). Nel 2005, a seguito della scomparsa del fondatore e principale promotore, Bio Boccosi, personaggio veramente poliedrico, il C.D.M.I. – grazie a un’idea di Beniamino Bugiolacchi – a sua volta cofondatore del Civico Museo Internazionale della fisarmonica di Castelfidardo – si trasformò in Nuovo C.D.M.I., spostando la sede centrale da Ancona a Castelfidardo. Il Presidente onorario della nuova associazione fu Gervasio Marcosignori (fino alla sua morte): vero e proprio anello di congiunzione e di continuità tra la precedente e la nuova associazione. Questi i nomi dei presidenti che si sono succeduti finora alla guida dell’attuale Nuovo C.D.M.I.: dal 2005 al 2007 Sandro Garbatini (1942-2007), già allievo di Adamo Volpi (1911-1980) il quale, oltre a essere un noto organista e apprezzato compositore, fu uno dei più importanti collaboratori delle Edizioni Farfisa/Bèrben: tra i principali autori della storica letteratura per fisarmonica, all’epoca anche presidente dell’ANIF (Associazione Nazionale Insegnanti di Fisarmonica); dal 2007 al 2013 Alessandro Mugnoz; dal 2013 al 2016 Francesco Visentin (1949-2016); infine, dal 2016 a oggi, Patrizia Angeloni. Da ricordare anche i valenti musicisti/didatti che hanno fatto parte del consiglio direttivo dell’associazione dal 2005: Filippo Moretti, Renzo Tomassetti, Isacco Comandini, Elio Bertolini. Attualmente il c.d. è composto da Miranda Cortes, Ivano Paterno, Simone Faliva e Cinzia Luisato. Dal 2017, il Nuovo C.D.M.I., assumendo la forma attuale, torna a occuparsi principalmente, se non esclusivamente, di fisarmonica come alle origini del C.D.F.

Queste sono, in sintesi, le principali attività svolte dall’associazione in oltre sessantacinque anni di vita: redazione e aggiornamento continuo di programmi didattici per fisarmonica e poi altri strumenti; organizzazione di seminari di didattica musicale, fisarmonicistica e non; organizzazione di concorsi, rassegne e Festival; promozione/pubblicazione di nuova musica (partiture e dischi/CD) per fisarmonica e poi altri strumenti, soprattutto chitarra e organo elettronico.

Questa, anche se brevemente tracciata, la storia dell’associazione e la portata dei valori storico-musicali e artistico-didattici che l’attuale Nuovo C.D.M.I. ha ereditato. La “forza della tradizione”, però, non finisce qui. Nel senso che i nostri precursori – dell’associazione, ma anche di tutti i fisarmonicisti e musicisti in genere – risalgono a molto prima degli anni Cinquanta del secolo scorso. Occorre, sostanzialmente, ripercorrere a ritroso buona parte dell’intera storia della musica occidentale.

Abbiamo ricordato che Sandro Garbatini, primo presidente del Nuovo C.D.M.I., fu allievo di Adamo Volpi, ma anche Gervasio Marcosignori fu allievo, soprattutto di armonia, del grande organista. Adamo Volpi, musicista pluridiplomato – che si potrebbe definire l’ultimo dei “tardo romantici” (o meglio post-romantici), ebbe tra i propri insegnanti di pianoforte Pietro Boccaccini (1843-1939), che, a sua volta, era stato allievo di Franz Liszt (1811-1886). Il grande concertista e compositore ungherese fu tra i maestri di Carl Czerny (1791-1857), importante pianista e compositore, probabilmente il più notevole didatta della sua epoca, che fu allievo di un certo Ludwig van Beethoven (1770-1827). Il sommo musicista tedesco fu allievo di Christian Gottlob Neefe (1748-1798), compositore e direttore d’orchestra tedesco, il quale a sua volta fu allievo di Johann Adam Hiller (1728-1804): altro compositore tedesco, considerato il creatore del genere Opera buffa “Singspiel”. Hiller fu il maestro di Gottfried August Homilius (1714-1785), compositore, organista e direttore di coro, che fu tra gli allievi del sommo Johann Sebastian Bach (1685-1750). Ma questo stupefacente “albero genealogico”, delle nostre radici storiche, si può applicare anche ad altri musicisti che hanno avuto a che fare con il C.D.M.I. Per esempio, nel consiglio direttivo dell’Associazione – come seconda generazione di musicisti, dopo quella pionieristica del C.D.F. – figurò, oltre a personaggi come Laura Benizzi (1908-2001), Elio Boschello (1928- 2017), Eliana Zajec (1935-2018), Ernesto Bellus e tanti altri, il didatta Emanuele Spantaconi (1937-2024), Maestro di ottimi fisarmonicisti (tra cui Sergio Scappini, il primo docente nei conservatori italiani). Ebbene, Spantaconi, tra l’altro fondatore a Stresa dell’importante “Concorso internazionale” per i giovani musicisti, ebbe tra i suoi insegnanti, oltre al già citato Emilio Cambieri, l’insigne didatta Ettore Pozzoli (1873-1957); questi ebbe tra i suoi Maestri il compositore Vincenzo Ferroni (1858-1934), che, a sua volta, era stato allievo del francese Jules Massenet (1842-1912). Il noto operista fu Maestro di un altro importante compositore francese, Ambroise Thomas (1811-1896), che, per il pianoforte, aveva studiato con Friedrich Kalkbrenner (1784-1849), notevole pianista, compositore e didatta tedesco. Questi studiò contrappunto con Johann Georg Albrechtsberger (1736-1809): compositore, organista e teorico musicale austriaco, che fu apprezzatissimo insegnante di molti futuri, eminenti musicisti: su tutti ricordiamo Beethoven (per l’armonia e il contrappunto), ma poi anche Johann Nepomuk Hummel, Ignaz Moscheles, Anton Reicha, Carl Czerny e Franz Xaver Wolfgang Mozart, figlio del grande Amadeus, il quale stimava moltissimo Albrechtsberger (soprattutto come organista), che fu amico di molti insigni musicisti, in primis Franz Joseph Haydn (1732-1809). Si potrebbe continuare a lungo, anche con altri nomi… Ma il constatare la grandezza dei nostri predecessori, oltre che riempirci d’orgoglio e farci comprendere la forza della tradizione (in questo caso musicale), ci fa anche capire che siamo veramente “sulle spalle dei giganti”, come diceva il filosofo francese Bernardo di Chartres (prima metà del XII sec.).

Tutto ciò dovrebbe aumentare la consapevolezza, nostra e di tutti coloro che agiscono nell’ambito dell’arte e della didattica musicale, di lavorare come veri e propri operatori culturali – dove la cultura dovrebbe essere intesa come una “continua costruzione degli uomini” – con una precisa responsabilità verso le nuove generazioni: un impegno morale, in qualche modo, verso i cittadini del domani. E l’essere più o meno “come nani sulle spalle di giganti” significa, ovviamente, che possiamo vedere più lontano, e più a largo raggio, di chi ci ha preceduto; proprio perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei nostri precursori. Con la possibilità, che ci è data, di utilizzare la comprensione e l’arte acquisita da essi per compiere ulteriori progressi.