Lee Konitz, quel fisarmonicista mancato… Addio ad un gigante del jazz

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Lee KonitzSe n’è andato, stroncato da covid-19, pochi mesi prima di compiere 93 anni. Lee Konitz, maestro indimenticabile del cool jazz e del sax alto era nato nel 1927. Pochi sanno che le sue dita, prima di accarezzare il sax e, ancor prima, il clarinetto, avevano lambito i tasti di una fisarmonica, il suo primo strumento, conosciuto da bambino e studiato da autodidatta. L’approccio al jazz avvenne tramite l’ascolto di Benny Goodman e, in seguito, formandosi professionalmente sotto la guida di Lennie Tristano, che rimarrà, per sempre, il suo nume tutelare. Incontri altrettanto decisivi saranno quelli con Miles Davis e Stan Kenton. Al fianco dell’eclettico trombettista dell’Illinois inciderà, tra il 1949 e il 1950, alcuni brani decisivi per la storia del jazz moderno, in seguito (1957) pubblicati nell’album Birth of the Cool, che vedono, in diverse formazioni, personaggi del calibro di Gerry Mulligan, Max Roach Kai Winding, John Lewis, J. J. Johnson, Kenny Clarke, solo per citarne alcuni. Nell’orchestra di Stan Kenton, invece, dal 1952 e per molto tempo, sarà guest soloist. Innumerevoli le collaborazioni con altri Giants of Jazz. In rigoroso ordine alfabetico: Chet Baker, Paul Bley, Franco Cerri, Ornette Coleman, Bill Evans, Billy Frisell, Charlie Haden, Dave Holland, Elvin Jones, Brad Mehldau, Charles Mingus, Paul Motian, Art Pepper,Michel Petrucciani, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Renato Sellani, Martial Solal, Phil Wood.

Certo, la storia non si fa con i se. Nemmeno quella della musica. Ma consentiamoci di fantasticare. Se Lee Konitz non avesse abbandonato la fisarmonica da bambino? Sarebbe stato un Giant of Accordion, c’è poco da dubitarne.