Johann Sebastian Bach: l’enigma della musica

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Bach - una biografia musicalePeter Williams, musicologo, storico della musica, organista e organologo, nato nel 1937, ha dedicato quasi l’intera vita agli studi – tra gli altri, ma soprattutto – su Johann Sebastian Bach. Nel 2016, non appena terminato il profondo aggiornamento della “biografia musicale” del Kantor di Lipsia, è venuto a mancare, lasciando un’eredità incomparabile. Il lavoro era iniziato nel 2004, pubblicato e costantemente riveduto nel corso degli anni a seguire, fino all’edizione proposta in italiano, alla fine del 2019, dall’editore Astrolabio di Roma col titolo Bach. Una biografia musicale.
Nonostante si tratti di un’opera monumentale (764 pagine, ricche di note, riflessioni, approfondimenti, letture e riletture di fonti, divise in due parti, nove capitoli e innumerevoli paragrafi), lo stesso Williams sarebbe rifuggito dall’usare per essa l’aggettivo “completa”. Da studioso serio e munito di un’erudizione smisurata, sapeva che gli studi, come gli esami, non finiscono mai perché nuove fonti, nuove intuizioni, nuove considerazioni possono (anzi, devono) sospingere verso nuove domande e nuovi tentativi di risposta. Non è un caso se in fondo ai titoli di alcuni paragrafi abbia posto dei più che significativi punti interrogativi.
Il testo, si diceva, è diviso in due parti: “Vita e opere” e “Osservazioni sulla vita e sulle opere”. I fatti separati dalle opinioni, sì, ma, anche, una sezione, la prima, più leggibile dai meno addetti ai lavori; la seconda da chi ha maggiori competenze musicali. In Williams, infatti, come in molti studiosi anglosassoni, convivono felicemente la preparazione e l’autorevolezza dello scienziato, con la stoffa dell’ottimo divulgatore.
L’autore s’inoltra nei labirinti di fonti, numericamente scarse, ma di diverso carattere: le missive di Bach, le partiture e i loro titoli, addirittura i resoconti dei collaudi degli organi e i verbali dei concistori di Arnstadt e di Lipsia. E, dulcis in fundo, soprattutto il cosiddetto Nekrolog, o Necrologio di Bach, che il figlio Carl Philipp Emanuel e l’allievo Johann Friedrich Agricola pubblicano quattro anni dopo la morte del grande compositore, del quale costituisce una sorta di curriculum vitae. Peter Williams indaga anche sulla formazione musicale di Bach, cercando nelle pieghe dei documenti e della musica (documento anch’essa, anzi, in casi come questo documento per eccellenza) quali radici vi si nascondano. La risposta è quella di un congerie di conoscenze e di esperienze che si estendono e si ricongiungono: dalla tradizione vocale e strumentale degli organisti luterani ai classici degli antichi maestri italiani, dalle suite francesi alle canzoni popolari italiane e tedesche.
In un commento finale, Williams si spinge oltre le soglie della musicologia e abbraccia la filosofia, la teologia, forse. Lo fa, ancora una volta, ponendo – agli altri e sé stesso – domande che, probabilmente, non otterranno mai risposta, se non quella che ciascuno di noi potrebbe (potrà?) cercare/trovare dentro di sé. Le opere di Bach, sostiene Williams, “ci portano al cuore stesso dell’enigma della musica: cos’è, cosa fa esattamente? Come può esserci ‘profondità spirituale’ in una certa melodia o armonia di Bach (o di chiunque altro) quando si tratta di suoni trasmessi dall’aria?”.

 

Peter Williams, Bach. Una biografia musicale
Editore: Astrolabio Ubaldini, Roma
Collana: Adagio
Anno di edizione: 2019
Pagine: 764, brossura, € 54,00

 

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