Vanità – il nuovo singolo del cantautore Michele Pavanello

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Vanità - Michele PavanelloTorna sulla scena discografica il cantautore Michele Pavanello con un nuovo singolo dal titolo Vanità, a due anni dall’uscita dell’Ep Vento Caldo. Il brano, rilasciato ufficialmente il 15 agosto 2018, è disponibile su Spotify e sui migliori digital stores.

Vanità è un brano nato per separare ciò che è stato da ciò che deve venire.
Il blues di una ballata struggente e profonda aiuta l’artista a spiegare che nell’istante in cui, senza una precisa ragione, arriviamo a scorgere la “Vanità” sin dentro la nostra stessa carne, è come prendere un pugno alla bocca dello stomaco e restiamo senza fiato, tramortiti.

«In quello specchio in cui cercavi la beltà dipinta, – ci spiega l’Autore Michele Pavanello – convinto che fosse cosa buona, si riflettono ora tutti i tuoi fallimenti, le tue miserie, e la maschera d’argento diventa cenere, e cade, non prima di aver graffiato, in profondità, il tuo viso di pietra.»

Da qui possiamo comprendere quanto male possiamo farci con le nostre stesse mani, con la nostra ipotetica intelligenza. Non ci rimane che lavarci gli occhi e respirare, respirare finché non viene sera e poi riposare finché non sarà di nuovo giorno.

Michele Pavanello, cantautore classe 1969, ha pubblicato questo nuovo singolo che rappresenta, sotto molti aspetti, un punto di discontinuità rispetto ai lavori precedenti e segna la via di un nuovo percorso artistico che culminerà con l’uscita di un nuovo EP previsto per l’inizio del 2019.

Vanità è una ballata sulle onde del blues, su uno degli schemi standard di questa musica profonda che bene si adatta ai contrasti e ai toni struggenti espressi dal testo. La canzone è sorretta dalla chitarra e dalla voce calda di Michele Pavanello, insieme ai suoi musicisti di sempre: al piano elettrico Paolo Lazzarini, ai Rhodes Alberto Piva, al basso Ersiljo Daja e alle percussioni e batteria Roland Daja. Riprese, mixing e mastering sono state effettuate da ERSY Production.

In attesa del video ufficiale che uscirà il 2 settembre, facciamo “2 chiacchiere” con l’artista …

Dall’ascolto del tuo brano e dalla ricerca particolarmente raffinata degli arrangiamenti si evince una chiara propensione ad una “scuola d’altri tempi …”, poco affine a quelli che sono i canoni della musica moderna. C’è qualche artista che ha influenzato in maniera particolare la tua maturazione artistica?

Amo molto questi versi di Pierangelo Bertoli “… Canterò le mie canzoni per
la strada ed affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e
senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro…” . Ahimè non riesco proprio a staccarmi dai canoni della tradizione musicale, sia quella nostrana dei grandi cantautori e parolieri, Francesco Guccini, Giorgio Gaber, Ivano Fossati, sia quella americana che affonda le proprie radici nel blues, nel country, nel soul e allora parliamo di Steve Winwood, Eric Clapton (inglese), Johnny Cash, Aretha Franklin, James Taylor e così via. Non riuscire ad entrare con la testa nei canoni della musica moderna è sicuramente un mio limite, ma ci proverò.

Quanto è difficile mettersi in gioco, per un cantautore, in un contesto musicale come quello attuale?

Direi che è difficilissimo e se un cantautore oggi fonda il proprio impegno quotidiano sul riscontro che si attende dal pubblico, meglio lasciare perdere. “Ci sono mille modi di reinteressarsi alla vita” diceva Gaber in un monologo sul suicidio. Scherzo, ovviamente, ma per dire che oggi un cantautore se vuole scrivere canzoni lo deve fare e basta.

Perché “Vanità” …?

È una brutta bestia, la vanità, soprattutto oggi che possiamo condividere con il mondo anche la foto dell’unghia più piccola del nostro piede sinistro. Si rischia di perdere di vista quelli che sono i nostri veri obiettivi, i progetti che ci aiutano a crescere. Nella migliore delle ipotesi sprechiamo il nostro tempo, che non è infinito, nella peggiore,
invece, corriamo il rischio di fare del male a chi ci sta accanto.

Oggigiorno la musica si ascolta (quasi esclusivamente) on line … Quali i pro e i contro a tuo modo di vedere?

A mio parere, per chi ascolta musica, la rivoluzione digitale è stata sicuramente positiva perché puoi avere a disposizione un oceano di musica con pochi click; per gli artisti medio/piccoli un po’ meno visto che si sono ridotte drasticamente le già misere entrate; i grandi continuano a rimanere grandi e quindi buon per loro. Un rischio per gli utenti è forse quello di farsi ingabbiare nelle playlist “dettate” da chi già influenza il
mercato della musica e a quel punto è difficile che si sviluppi una vera cultura musicale. Bisogna essere curiosi, sempre, ed imparare ad andare oltre.

Quella attualmente in atto è una “rivoluzione” che ha stravolto il modo di fare e ascoltare musica soprattutto nei giovani. Poi però, chissà perché, gli stessi giovani si ritrovano nelle sale prove e suonano De André, Guccini e comunque musica “del passato” … Qual è il tuo pensiero in proposito?

Non lo so, tento una risposta. Magari la “colpa” sta proprio nelle tecniche di arrangiamento della musica moderna. Le canzoni del passato, chiamiamole così, nascevano dalla chitarra o dal pianoforte dell’autore e tutto ciò era spesso riconoscibile anche nell’arrangiamento del disco. Quelle canzoni sono arrivate così sino ai giorni nostri, e i giovani oggi le ascoltano come noi le ascoltavamo allora, e quando prendono in mano una chitarra di fronte al dubbio: suono “Bocca di Rosa” o “Andiamo a comandare” … la scelta diventa obbligata!

Dovremo aspettare altri 2 anni per avere un seguito a “Vanità”, oppure c’è qualcos’altro che bolle in pentola?

Speriamo un po’ meno, in queste settimane siamo in studio e credo che tra qualche mese riusciremo a chiudere la produzione di un nuovo EP. Mi sto gustando la fase del viaggio, mentre le canzoni nascono le sento mie, come un padre con il bimbo nella culla, poi quando sono pronte e arrivano on-line … addio, diventa musica liquida, così mi hanno detto.

 

CREDITS

Vanità testo e musica di Michele Pavanello
Data Release: 15 Agosto 2018

Michele Pavanello: Voce e chitarra elettrica
Ersiljo Daja: basso
Roland Daja: percussioni e batteria
Alberto Piva: Rhodes
Paolo Lazzarini: Piano Elettrico

Gli arrangiamenti sono stati curati da Ersiljo Daja e Michele Pavanello
Riprese, mixing e mastering a cura di Ersiljo Daja presso ERSY Production.

 

ASCOLTA IL BRANO

 

PER INFORMAZIONI

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www.michelepavanello.it

 

MICHELE PAVANELLO nasce ad Adria (Ro) il 5 agosto 1969. Entra in conservatorio nel 1978. Dopo 5 anni le regole troppo rigide lo portano ad uscire e incontra la musica per la strada, il blues, la west coast e diversi gruppi e formazioni musicali come cantante, musicista e autore.
Nel 2014 esce il suo primo album Otto Strade per la casa discografica Moebius Records di Milano
A dicembre 2015 pubblica il singolo Canzone di Natale, i cui proventi sono stati devoluti al Caritas Baby Hospital di Betlemme.
A settembre 2016 il nuovo EP: Vento Caldo, interamente autoprodotto. Cinque brani rock e blues per dare voce ad un profondo messaggio: non dobbiamo vivere rassegnati, né indignarci per le ingiustizie del mondo, ma sporcarci le mani per cambiare le cose.
Ad agosto 2018 esce Vanità, il nuovo singolo che rappresenta, sotto molti aspetti, un punto di discontinuità rispetto ai lavori precedenti e segna la via di un nuovo percorso artistico che culminerà con l’uscita di un nuovo EP previsto per la fine dell’anno.