Giunge a conclusione con questo articolo il nostro viaggio, cominciato a novembre dell’anno passato, all’interno della produzione Accordion Waves Suona Italiano, Collezione Nuovo C.D.M.I.prima 2022.
In quest’ultimo approfondimento osserviamo Echi Antichi, di Marco Matarese, per duo di fisarmoniche e Pulsar, di Ivano Battiston, per trio di fisarmoniche.
Il brano di Matarese, inciso per l’occasione da Stefano Di Loreto e Fabrizio Causio, che abbiamo già incontrato in queste pagine, è basato sull’idea che una delle due fisarmoniche (nello specifico la seconda) funge da “eco” della prima. Attraverso una fitta trama di imitazioni e giochi contrappuntistici, costruita su melodie e armonie tipiche della tradizione celtica (di cui, come avevamo già potuto apprezzare in un precedente articolo, Marco è appassionato), le due fisarmoniche creano impasti timbrici decisamente interessanti. Insieme alla tradizione celtica, Marco Matarese fa appello alla tradizione del contrappunto, retaggio della migliore tradizione musicale occidentale. I due stili vengono mescolati sapientemente, alternando zone in cui movimenti di quinta e ottava parallela si trovano in posizione preminente a zone in cui, invece, tali movimenti vengono totalmente evitati, come prescrive il contrappunto più rigoroso. L’uso dei fondamentali tecnici della fisarmonica, insieme agli spunti poc’anzi citati, crea un’atmosfera che si può ricondurre ad un’idea toccatistica, ma realizzata attraverso la sinergia dei due esecutori.
Il brano di Ivano Battiston, Pulsar, per tre fisarmoniche da concerto, è stato inciso per l’occasione da Anna Bodnar, Antonio Zappavigna e Irene Squizzato. Tutti e tre si sono perfezionati proprio con il Maestro Battiston presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Non credo sia necessario introdurre la figura di Ivano Battiston, data la sua lunga e apprezzata carriera come fisarmonicista, come fagottista e come docente al Conservatorio di Firenze. Ci basti sottolineare qui la sua incredibile versatilità e conoscenza della musica a trecentosessanta gradi, cosa che si può dedurre facilmente ascoltando il brano. Come scrive l’autore stesso: «[Pulsar] è l’ennesima mia composizione ispirata all’astronomia. […] Le Pulsar sono oggetti compatti di origine stellare che hanno subito un collasso gravitazionale. Nella rotazione, trascinano un fascio coincidente di energia e, esattamente come un faro nella notte, le possiamo osservare dalla Terra solo quando puntano nella nostra direzione. Per questo le chiamiamo Pulsar: perché vediamo la luce pulsata. Tradotto in musica, ho cercato di proporre con una costanza ossessiva il materiale musicale che inizia e finisce la sua gravitazione intorno a un doppio pedale Re – La.» Risulta evidente la preminenza del ribattuto, che funge da pedale sia armonico che ritmico durante tutto il corso del brano. Diverse melodie si susseguono (e in alcuni momenti la memoria corre inevitabilmente verso Stravinsky) mentre la trama armonica e timbrica si addensa e si rarefà, in un movimento ondivago molto peculiare.
In conclusione, possiamo ricordare che tutte le composizioni della Collezione Accordion Waves Suona Italiano si possono ascoltare nel CD in edizione limitata e dell’album digitale in tre volumi; le partiture sono disponibili sul sito di Ars Spoletium Publishing&Recording che offre anche la possibilità di leggere in anteprima la presentazione dei brani a cura degli autori.