Il nostro contemporaneo, Gustav Mahler
Alessandro Zignani, “Gustav Mahler. Pellegrino dell’anima, guardiano del Tempo”
La scrittura ricercata, la complessità delle argomentazioni, l’approccio psicanalitico e, non ultima, l’accorta immersione dei musicisti di cui si occupa nel loro ambito storico e “geopolitico” fanno di Alessandro Zignani un musicologo da leggere sempre e con particolare attenzione. E, anche, da vedere e da ascoltare. Non sono rare, infatti, le sue performance in scena, con testi (suoi) dedicati, fra gli altri, a Schubert, Beethoven, Mahler. E a Mahler, di cui ricorre nel 2021 il centodecimo anniversario della morte, Zignani ha consacrato la propria ultima fatica, edita da Zecchini: Gustav Mahler. Pellegrino dell’anima, guardiano del Tempo, con la quale ci conduce alla scoperta dell’uomo e dell’artista, senza mai perdere di vista il contesto in cui si formò, vale a dire quel crogiuolo di etnie, lingue, religioni e costumi che fu l’Impero austro-ungarico. È in quel quadro che nelle sue opere, soprattutto nelle sue sinfonie, le radici ebraiche di Mahler – con musica klezmer e popolare morava al seguito – si mescolano al bisogno, al desiderio di integrazione nella tradizione austro-tedesca, creando in lui una sorta di schizofrenia culturale. Fin dalle prime battute delle “Avvertenze per il lettore”, Zignani chiarisce quanto questo contesto sia stato determinante nelle vicende di Mahler: “Esistono compositori impermeabili al mondo esterno” – scrive, ma il caso di Mahler “è più complesso. Non se ne può comprendere la musica senza farla derivare strettamente dall’ebraismo, la nascita alla periferia dell’impero, i contatti infantili con la musica delle osterie e delle bande”. Attenzione, però: la conoscenza dello Zeitgeist, lo spirito del tempo, non è l’unico approccio indispensabile alla comprensione di quella musica, soprattutto della dissociazione tra le prime quattro sinfonie e “le cattedrali sonore successive, fino alla Settima”; occorre, anche, esaminare la biografia – non particolarmente felice – del loro autore, che ebbe un’infanzia indelebilmente segnata da un padre brutale nei confronti suoi e di sua madre. Se, come scrive Zignani, “in ogni artista si nasconde un bambino implorante dal mondo quell’amore che i genitori non gli hanno saputo dare”, ciò fu particolarmente vero per Mahler, che “rappresenta al massimo grado il senso di deprivazione affettiva”. Ecco, dunque, l’approccio psicanalitico, così irrinunciabile per Alessandro Zignani, che non manca di ricordare come il compositore chiese e ottenne un appuntamento con Sigmund Freud (episodio di cui non c’è traccia nella biografia scritta da Bruno Walter, che, pure, fu paziente del padre della psicoanalisi). Questi due giganti della cultura europea del Novecento s’incontrarono il 26 agosto 1910. Apparentemente, si trattò di un colloquio che non scavò in profondità nella psiche di Mahler. Di esso, Freud ricorderà che gli era stata offerta l’occasione di ammirare tutta l’intelligenza psicologica di un creatore geniale e che, attraverso interessantissime spedizioni nella storia della sua vita, insieme scoprirono la sua situazione nei confronti della “fissazione materna”. Solamente in seguito, Mahler avrebbe compreso che quel colloquio lo aveva aiutato a capire che la profonda tragedia e il divertimento spensierato, inscindibilmente associati nella propria mente e confluiti nelle proprie composizioni, erano riconducibili a un episodio, emblematico e traumatizzante, vissuto durante l’infanzia in ambito familiare.
Per Alessandro Zignani, come già per Pierre Boulez nel 1979, Mahler è un nostro contemporaneo. Se il Maestro francese ne siglava l’attualità, sottolineandone “l’ampiezza e la complessità del gesto, ma anche la varietà e l’intensità nei livelli dell’invenzione”, il musicologo italiano ne valida la contemporaneità perché nello spirito del suo tempo ci sono tutti gli elementi per comprendere la crisi storica nella quale siamo ancora immersi.
Alessandro Zignani è scrittore, musicologo e germanista. Ha pubblicato romanzi, monografie e saggi musicologici, vinto numerosi premi letterari e fondato la compagnia “Il Teatro delle Ombre” con la quale ha messo in scena testi dedicati a Schubert, Mahler, Beethoven e Debussy, secondo un progetto innovativo di divulgazione musicale. Ha tradotto Nietzsche, Schopenhauer, Trakl, e i poeti del Nibelungslied. Insegna Storia della Musica al Conservatorio di Como.
Alessandro Zignani, Gustav Mahler. Pellegrino dell’anima, guardiano del Tempo
Editore: Zecchini, Varese
Anno di edizione: 2021
Pagine: 294, ill., brossura, € 33,00