La simbiosi fra voce e fisarmonica

Intervista a Steve Normandin

465

Steve NormandinSteve Normandin è un fisarmonicista, compositore e cantante canadese che fa della poliedricità stilistica il suo vero e proprio biglietto da visita. Nel suo background confluiscono i più svariati generi musicali, in modo tale da rendere il suo modo di suonare riconoscibile, personale, spesso e volentieri improntato su un fascinoso connubio fra voce e fisarmonica, quindi ancora più interessante. In questa piacevole chiacchierata racconta la propria formazione artistica e spiega l’importanza culturale della fisarmonica in Canada, anche fra i giovani musicisti che intraprendono lo studio di questo strumento.

In che modo ti sei formato dal punto di vista strumentale?

Ho iniziato con l’organetto diatonico per poi passare al pianoforte. Successivamente, mi sono dedicato alla fisarmonica e, nel giro di due mesi, la suonavo già bene, proprio perché lo studio del pianoforte mi ha agevolato parecchio. Inoltre, sono anche un cantante e amo molto la canzone francese.

Quale modello di fisarmonica utilizzi?

In base al brano che s’interpreta, bisognerebbe suonare un determinato modello di fisarmonica, come ad esempio per la Polka tedesca. La fisarmonica dev’essere calzante anche con la voce, ecco perché nel caso (per esempio) della canzone francese è necessario usare una fisarmonica che dal punto di vista timbrico e della sonorità sia congeniale alla mia voce.

La cultura della fisarmonica, in Canada, ricopre un ruolo importante?

Sì, la cultura fisarmonicistica è molto importante in Canada. Un certo signor Marasca, formatosi presso un artigiano di New York, aveva aperto una piccola fabbrica nel 1930 per costruire i primi prototipi che, in realtà, sono rarissimi, quasi introvabili. Successivamente, ha interrotto il processo di lavorazione in loco e ha iniziato ad importare gli strumenti direttamente da Castelfidardo.

I giovani, in Canada, continuano a far vivere la tradizione della fisarmonica in Canada?

Il livello tecnico dei giovani musicisti canadesi è molto alto, ma le nuove generazioni prediligono l’organetto diatonico alla fisarmonica.

Soffermandosi ancora sui giovani, il repertorio da loro affrontato è prettamente folk oppure verte anche su altri generi musicali?

Il repertorio che affrontano è piuttosto variegato, poiché rappresenta un amalgama che comprende dance, folk, musica popolare irlandese e altre influenze provenienti dalla tradizione europea. Questo fa sì che la miscellanea di svariati stili differenti sia interpretata e adattata secondo il loro personale modo di suonare e di intendere la musica.

Steve NormandinSei un fan dei dischi a 78 giri e dei vecchi spartiti. Da dove viene questa grande passione?

Difficile a dirsi… mi sento come se avessi un rapporto eterno con i vecchi dischi e la musica dal 1900 al 1960! Ricordo, quando ero bambino (quaranta anni fa), che i miei genitori possedevano un giradischi molto vecchio a quattro velocità. Un giorno gli ho chiesto il perché avessimo solo 33 e 45 giri e non i  16 e 78 e così abbiamo iniziato a cercare anche gli altri tipi di supporti. Amavo davvero la musica che ascoltavo in quei vecchi dischi (canzoni di Natale, canzoni popolari francesi o hit americane, soprattutto brani swing…). Sono sempre stato affascinato da quel genere di sound perché allora i musicisti registravano tutti insieme, come un “musical Polaroid”! Ciò che senti sul disco è effettivamente quello che hanno suonato in quel momento, nessun imbroglio, nessuna sovraincisione, proprio come in un concerto live. Da musicista ritengo che anche gli spartiti, mi riferisco alle vecchie partiture, siano molto importanti per conoscere e divulgare la storia della musica popolare. Sono deliziato dal lavoro di quei compositori e parolieri, spesso le loro storie erano semplici, ma molto toccanti e coinvolgenti. Nella musica attuale, soprattutto nel pop, abbiamo quasi perso del tutto la capacità di scrivere testi profondi e sensati; forse, l’eccezione sta in alcune canzoni rap, quando il rap è più “politico” e non grossolano o volgare.

Tu sei il direttore artistico di un festival molto prestigioso. Com’è nato questo evento e come si è evoluto nel corso degli anni?

Il “Carrefour mondial de l’accordéon” di Montmagny (Québec, Canada) è stato fondato nel 1989 dal talentuoso organettista e insegnante Raynald Ouellet. Lui e il suo team hanno avuto, fin dal primo anno, un grande successo riuscendo a mantenere molto alto il livello artistico dei musicisti e, conseguentemente, l’interesse da parte del pubblico. All’inizio, il festival era incentrato sulla musica popolare tradizionale del Canada orientale (provincia del Québec, ma anche New Brunswick, Nuova Scozia…), poi si è aperto ad altre forme di musica folklorica. Da bravo musicista, il signor Ouellet ha fatto molti tour in tutto il mondo, tenendo concerti e masterclass sulla musica del Québec e ha incontrato grandi fisarmonicisti che sono venuti a condividere il proprio talento con il nostro pubblico. Tra questi è impossibile non citare vere e proprie star internazionali quali Art Van Damme, Marcel Azzola, Valentino Lorenzotti, Jo Privat, Karen Tweed, Andy Cutting, Riccardo Tesi e giovani artisti come Pietro Adragna e Cory Pesaturo. La nostra filosofia è quella di dare sempre una possibilità ai principianti di talento. I concerti sono molto importanti per noi perché in quel contesto conosci i musicisti e la loro cultura. Montmagny è una piccola città che conta circa diecimila persone e che accoglie ogni anno, durante il periodo del festival, tra i venticinque e i trentacinquemila visitatori da tre decenni. La fisarmonica è ormai qualcosa di importante della nostra identità, della nostra cultura, che lascia anche un riscontro tangibile sull’economia locale. Uno dei rari esempi, il nostro, di festival musicale del Nord America in continua espansione.

 

http://www.accordeonmontmagny.com

http://www.stevenormandin.com

http://www.vieuxgramophone.com

 

GUARDA IL VIDEO