Storia Etno Rock dei Kenze Neke

Dalla Sardegna con furore

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Kenze NekeTesti rigorosamente in “limba sarda”. Organetti, launeddas, scacciapensieri e… chitarre sferraglianti. Il canto classico a tenore e l’urlo primordiale del punk. Indipendentismo, identità culturale, disagio sociale, ma anche vita vissuta tra amici: concerti, sbronze, amore romantico per lo spirito di comunità, orgoglio di gioventù. L’involucro è folk, il contenuto è un crossover ardito di metal, funk e reggae. I Kenze Neke sono stati il gruppo etno rock più importante della Sardegna e tra i più originali esponenti musicali italiani degli anni Novanta.
“Credo che tutto quello che hanno fatto i Kenze Neke possa essere ricordato come un invito, uno stimolo ad aprire gli occhi, a guardare oltre le apparenze di una realtà che è davvero ben lustrata e impacchettata ma che è fatta di bugie e miraggi di falso benessere che rendono la gente ancora più infelice”.
Renzo Saporito
Roma, 29 maggio 1931. Un plotone di camicie nere è schierato nel piazzale interno del Forte di Casal Braschi. Sono quasi tutti sardi e si sono offerti volontari per fucilare Michele Schirru, un emigrante sassarese che è tornato dagli Stati Uniti con l’idea di uccidere Benito Mussolini. Il tempo di ascoltare la sentenza emessa dal Tribunale Speciale, di rifiutare i conforti religiosi e il giovane prigioniero muore gridando “Viva l’Anarchia!”.
Siniscola, provincia di Nuoro, 1989. La vicenda dell’anarchico Schirru, morto “kenze neke”, “senza colpa”, per aver semplicemente manifestato l’intenzione di attentare alla vita del Duce, accende la fantasia di Renzo Saporito, un “sardo dell’interno”, come ama definirsi, che suona la chitarra, ascolta i Clash e matura l’idea di raccontare in musica quell’attitudine. Il nucleo storico del Kenze Neke nasce intorno a lui e al batterista Sandro Usai. A loro si aggiunge nel 1990 Toni Carta (al basso e alla voce). Il primo demo Chin sas Armas o Chin sas Rosas, al quale partecipa anche il sassofonista Luciano Setzi, è una giovanile quanto definitiva dichiarazione d’intenti. La traccia d’apertura Kenze Neke è dedicata proprio a Schirru; Amerikanos, A Balla Chi Bos Bokene denuncia la presenza invadente delle basi militari Nato in Sardegna. Naralu! De uve sese, registrato al Rockhouse Blue di Sassari nel febbraio del 1992 e pubblicato dall’etichetta romana Gridalo Forte Records, è l’album di una band più matura e strutturata. Alla formazione si sono aggiunti Stefano Ferrando (alla batteria e voce) e Massi Circelli (alla chitarra). Massimo Loriga (ai fiati) entra nel gruppo alla vigilia dell’incisione: “Nel 1990 mi ero appena trasferito a Cagliari per l’università” – ricorda – “e fu durante una telefonata che il mio fraterno amico Massimiliano Circelli mi raccontò di aver iniziato a provare con un gruppo folk rock di Siniscola. Dopo poche settimane, durante una visita in paese, mi disse che avrebbe incontrato la band per provare e mi invitò a seguirlo armato almeno di un’armonica. In studio ci scambiammo rapidi convenevoli e poi attaccammo a suonare Bette Monkey, che conoscevo nella versione degli Specials. Kenze NekeProposi una piccola intro di ballo sardo… e quello fu l’inizio della nostra storia insieme. Un incontro illuminante!”.
Il combat rock dei Clash e dei Kortatu è la dritta barra di riferimento, la bandiera dei Paesi Baschi e quella irlandese campeggiano sulla copertina assieme ai quattro mori per manifestare lo stesso spirito d’indipendenza. Dentro, le voci dei Tenores lottano contro scariche di chitarre sempre più allucinate, a raccontare la crisi di una gioventù arrabbiata e incerta alle prese con disoccupazione, alcolismo (Prusu A Fundu) droga (Non Ti Kerjo), il servizio di leva all’epoca obbligatorio (Tempus Pertu). Seppur dalla loro prospettiva isolana, anzi proprio in forza di questa, i Kenze Neke si inseriscono perfettamente nel flusso di musica indipendente che attraversa la penisola a inizio anni Novanta e che incrocia la (ri)nascente protesta studentesca e tutto il movimento legato ai centri sociali.
Il doppio Boghes de Pedra (del 1994) è il disco capolavoro della band: omaggio ai nuraghi, le misteriose costruzioni che si trovano in ogni parte dell’isola e che rappresentano la tradizione millenaria del popolo sardo. Gli arrangiamenti dei brani fanno largo uso di strumenti folklorici come le launeddas, l’organetto, la trunfa, una variegata collezione di percussioni; alcune tracce hanno gli accenni lirici e musicali della tradizione orale sarda e ospitano i versi del poeta Francesco Ignazio Mannu. Il ritmo è ancora punk. Anzi di più. Il duro cantato in limba, impenetrabile e ipnotico, ha un impeto sfrontato, orgoglioso e veemente, identitario ma rivoluzionario. Lo spirito del do it yourself diventa filosofia di produzione dal basso, senza aiuti da parte di major o grandi nomi dell’establishment musicale. L’autonomia è rivendicata come suprema forma di libertà.
Il terzo album, Liberos, Rispettatos, Uguales, arriva nel 1998 come un tagliente uragano. L’inno all’indipendenza di Entula diventa un manifesto culturale per molti giovani sardi; Pratobello racconta la rivolta popolare antimilitarista dei cittadini di Orgosolo che, nel giugno 1969, fece desistere l’esercito dall’utilizzare la zona come poligono di tiro. I suoni sono molto tirati, quasi ska. Si sente la mano in studio di Kaki Arkarazo, chitarrista e ingegnere del suono dei baschi Negu Gorriak.
Gli anni 2000 per i Kenze Neke sono anni di scioglimenti, confluenze in altri gruppi, ritorni a sorpresa e molti silenzi. Da sempre estranei al mercato digitale, dalla scorsa estate, a più di trent’anni dalla loro nascita, hanno deciso di rendere la loro discografia disponibile in tutto il mondo attraverso le più importanti piattaforme musicali di streaming. A guidare l’operazione NOIS, la nuova etichetta discografica indipendente creata da Fabio Carta (membro e manager del gruppo dal 1996 al 2001) e Alberto Murru.
Una bella occasione per traghettare un sorprendente patrimonio musicale nel nostro nuovo mondo liquido.

 

DISCOGRAFIA

Chin sas Armas o Chin Sas Rosas (KN Produtziones, 1990)
Naralu! De uve sese (Gridalo Forte Records, 1992)
Boghes de pedra (Goodfellas, 1994)
Liberos, rispettatos, uguales (KN Produtziones, 1998)
Kenze neke (KN Produtziones, 2000)
Artziati entu vol. 1 (KN Produtziones, 2006 live)
Artziati entu vol. 2 (KN Produtziones, 2007 live)

 

LINK

kenzeneke.com
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