Adamo Volpi (1911 – 1980) – sesta parte

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Divertimento n. 2 per fisarmonica e pianoforte (1957, Ancona, Edizioni Farfisa)

 

INTRODUZIONE

Fin qui abbiamo illustrato i brani di Adamo Volpi più conosciuti ed eseguiti per fisarmonica sola; allo strumento solista – dopo il Concertino in re minore del 1954 – il musicista dedicherà poi altre composizioni sicuramente degne di nota, cui accenniamo in maniera meno esaustiva. Vedi lo Studio in si minore (1960), pezzo molto bello e di notevole difficoltà tecnica, che a tratti ricorda un po’ Chopin; il classicheggiante e orchestrale Allegro da concerto (1963), con echi quasi mozartiani, che fu subito pezzo d’obbligo al 13° Trofeo mondiale svoltosi ad Ancona in occasione del “Centenario della fisarmonica italiana”; poi due deliziose pagine d’album: Gavotta e Tempo di valzer, pubblicate postume dalle edizioni Physa nel 2011; e infine la teatrale Sinfonietta (1980), ultima opera del maestro, che fu pezzo d’obbligo al 31° Trofeo mondiale del 1981 a Castelfidardo.

Adamo Volpi - Divertimento n. 2 (cover)Ci soffermiamo invece ora su uno dei più riusciti brani di Volpi nell’ambito della musica da camera, settore nel quale – oltre a diversi pezzi per ensemble di fisarmoniche – fu il primo compositore italiano ad accostare alla fisarmonica altri strumenti, in particolare il pianoforte[1], ovvero il Divertimento n. 2 per fisarmonica e pianoforte, pubblicato dalle edizioni Farfisa nel 1957. L’anno precedente era uscito il Divertimento n. 1 per fisarmonica e pianoforte e, sempre in quel periodo il musicista aveva approntato la versione per il medesimo duo del Preludio op. 31 e della Fileuse. Tutti questi brani, unitamente a delle trascrizioni scelte, costituivano parte del programma da concerto che il duo Marcosignori – Volpi presentò in varie città italiane e inglesi, riscuotendo sempre notevole successo.

Il duo per “strumento ad ancia libera e pianoforte” fu senza dubbio la formazione cameristica più utilizzata dai compositori nel corso dell’Ottocento. Ricordiamo ad esempio i numerosi brani per physharmonika e pianoforte di Angelo Panzini (1820-1886), dei fratelli Lickl, Georg Karl (1801-1877) e Aegidius Ferdinand Karl (1803-1864), di Giovanni Battista Croff (1812-1868), Johann Wenzel Kalliwoda (1801-1866) e persino del grande didatta, pianista e compositore Carl Czerny (1791-1857) allievo di Beethoven e maestro di grandi musicisti, tra cui Liszt! Poi le composizioni per concertina e pianoforte di Bernhard Molique (1802-1869), del grande virtuoso Giulio Regondi (1823-1872), di Julius Benedict (1804-1885), George Alexander Macfarren (1813-1887) Catherina Pelzer (1821-1895), Eduard Silas (1827-1909), Richard Blagrove (1826-1895, virtuoso di violino e concertina). Ricordiamo poi altri pezzi caduti nell’oblio come quelli per harmoniflute e pianoforte di Mayer Marix (sec. XIX), Davide Antonietti (1836-1898), Davide Nava (sec. XIX), Pietro Tonassi (1800-1877), C.F. van Rees (sec. XIX), Luigi Truzzi (1799-1864), Domenico Silveri (1818-1900). Infine il notevole repertorio per harmonium e pianoforte ad opera di autori quali Cèsar Franck (1822-1890), Charles Gounod (1818-1893), Alexandre Guilmant (1837-1911), Leos Janàcek (1854-1928), Louis Lefébure Wély (1817-1870), Sigismund Neukomm (1778-1858), Camille Saint-Säens (1835-1921), Jean Sibelius (1865-1957), Charles-Marie Widor (1844-1937), fino a Sigfrid Karg-Elert (1877-1933) la cui produzione si protrae fino ai primi decenni del Novecento. Da rimarcare che i compositori citati costituiscono solo una parte dei musicisti che si dedicarono a questo tipo di duo cameristico. Per altro tale produzione – pensata per le caratteristiche sonorità espressive dell’ancia libera accostate alle timbriche del pianoforte – apparentemente così “lontana” è invece molto vicina alle sonorità della fisarmonica “classica” novecentesca o contemporanea. Circostanza che si può verificare e apprezzare ascoltando qualche rara incisione discografica o qualche altrettanto rara esecuzione dal vivo, in concerto.

Adamo Volpi e Gervasio Marcosignori Purtroppo la fisarmonica novecentesca fece fatica – almeno nella prima metà del sec. XX – non solo ad ereditare questo grande repertorio del secolo precedente, ma anche a prenderne il “testimone”. Tanto che, prima del Volpi, si conoscono pochissimi autori che si dedicarono a questo duo e alla musica da camera in genere con fisarmonica. Tra questi, tutti di area tedesca e austriaca, ricordiamo Hugo Herrmann (1896-1967) che compose Altes und Neues zu zweien (1950), Hermann Zilcher (1881-1948) autore di Haus-Musik op. 110 (1954) e Josef Mathias Hauer (1883-1959) che pubblicò nel 1955 Zwölftonspiel (II. Versione)[2] per fisarmonica e due pianoforti. I divertimenti di Volpi dunque sono da considerare tra i primi brani in assoluto pensati e scritti per il duo fisarmonica e pianoforte.

 

BREVE ANALISI E COMMENTI

Entrambi I divertimenti del Volpi presentano un carattere vivace e brillante, mentre però il primo, un Presto, è marcatamente più virtuosistico ma anche più lineare nel suo svolgimento, il secondo oltre a presentare passaggi più ricercati armonicamente offre un maggiore rapporto dialettico fra i due strumenti. La composizione, in la minore, tempo ordinario e andamento Vivo, è costituita da varie e brevi sezioni incorniciate, all’inizio e alla fine, dal tema principale (A) il cui incipit è caratterizzato da perentori accordi tonali e veloci ribattuti sulla dominante.Adamo Volpi - Divertimento n. 2 (estratto 1)

Dopo la conclusione della prima sezione, nella tonalità relativa maggiore (Do M), l’episodio successivo è introdotto da una scala discendente del pianoforte e presenta, in rapida successione, veloci salti di ottava, rapidi arpeggi, trilli, armonie ribattute e altri accordi in contrattempo e con effetto di “ping pong” tra i due strumenti. Il tutto modulando nelle tonalità di Sol maggiore, poi La maggiore e infine Fa# maggiore, tonalità in cui è impiantato l’episodio successivo, caratterizzato inizialmente da un pedale ribattuto sulla dominante (do#) e poi da efficaci accordi di tredicesima e di quinta/sesta, oltre che da suggestivi dialoghi fra i due strumenti.

Adamo Volpi - Divertimento n. 2 (estratto 3)Segue poi una brevissima sezione modulante – contraddistinta da armonie di quinta eccedente – che, attraverso fugaci cromatismi e accordi ribattuti, conduce all’episodio successivo in Do maggiore, preannunciato da un glissando di accordi alla fisarmonica; questa sezione, piuttosto articolata, offre saporite armonie con cromatismi e accordi di undicesima e tredicesima resi sempre dallo strumento ad ance.

Adamo Volpi - Divertimento n. 2 (estratto 2)Dopo un breve dialogo fra i due strumenti e successivi accordi staccati e ribattuti che poggiano su ottave staccate del pianoforte alla dominante del tono d’impianto, ritorna la sezione iniziale, la quale poi, a mò di piccola coda, conclude la bella composizione con la riproposizione del tema principale, reiterato dal ff al p, e un rapido passaggio ascendente del fisarmonicista, che raggiunge in pp l’ultima nota (la5) della fisarmonica a piano dell’epoca … (?).

 

CONCLUSIONI

I due divertimenti di Volpi godono di una certa diffusione internazionale, anche se la pratica della musica da camera con fisarmonica si è sviluppata in maniera crescente, almeno in Italia, soprattutto negli ultimi decenni. Le composizioni sono state eseguite e/o registrate in alcune produzioni discografiche da fisarmonicisti quali J. Sanchez Leon (Spagna), Angel Chakarov (Bulgaria) e, in Italia, da Gianni Fassetta, Nadio Marenco e Alessandro Mugnoz (v. discografia sotto).
Il Divertimento n. 2 è stato poi anche trascritto e arrangiato per solista e orchestra di fisarmoniche, con e senza pianoforte, soprattutto nei Paesi dell’Est e dell’ex Unione Sovietica.
Come già accennato, a partire dagli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso, si registra un incremento notevole della letteratura cameristica con fisarmonica ed anche il repertorio per il duo fisarmonica e pianoforte, dopo i pezzi di Volpi – veri e propri apripista in Italia – e dopo un “silenzio” di circa 30 anni, si arricchisce di nuovi brani ad opera di vari autori, tra i quali Sergio Prodigo, Giacomo Bellucci, GianFelice Fugazza, Marco Aurelio Pisegna, Italo Salizzato, Nicola Campogrande, Andrea Bandel, Giorgio Colombo Taccani, Luca Mosca, Alessandro Magini, Gilda Montans, Giovanni Bianco. Oggi, a distanza di oltre 60 anni dalla pubblicazione del Divertimento n. 2, possiamo affermare che la produzione di Volpi può stilisticamente rappresentare un anello di congiunzione tra il repertorio ottocentesco, per strumenti ad ancia libera e pianoforte, e quello moderno per la fisarmonica contemporanea e il piano.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ESSENZIALE

Assandri Giordano – Ruggeri Marco, Adamo Volpi. Musiche per il Santuario di Loreto, N.E.C. (Nuova Editrice Cremonese), 2010;

Boccosi Bio – Pancioni Attilio, La fisarmonica italiana, Ancona, Farfisa, 1963-64;

Brannelli Gina – Adamo Volpi, AWW news report, su www.accordionsunlimited.co.uk, 2006;

Mugnoz Alessandro – La musica di Adamo Volpi. Serata finale della Rassegna Nazionale “Adamo Volpi 2011”, booklet del relativo CD, Ellera Umbra (PG), Prendinota, 2012;

Strologo Sandro – Adamo Volpi. Organista, concertista e compositore, Loreto, Fondazione CARILO Cassa di Risparmio Loreto, 2011;

Jercog Aleksi – La fisarmonica. Organologia e Letteratura, Caselle di Altivole (Treviso), Physa, 1997.

 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

– Podcast acordeòn, Divertimenti n. 1 e n. 2 di A. Volpi, J. Sanchez Leon, fisarmonica,1995.

– CD Dal repertorio ottocentesco per strumenti ad ancia libera alla musica del Novecento,
Alessandro Mugnoz – fisarmonica, Claudia Menghi – pianoforte, Monsano-Ancona, PHMusicWorx-Rara, 2005.

 

[1]Ricordiamo che del musicista cremonese esiste anche la bozza iniziale di un concerto per fisarmonica e archi, brano purtroppo mai terminato.

[2]La prima versione di Zwölftonspiel di J. Hauer, sempre del 1955, era per fisarmonica, violino e violoncello.