Il mondo della fisarmonica piange la scomparsa di Eliana Zajec

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Corrado Rojac, fisarmonicista, concertista, didatta, docente al Conservatorio di Trieste, ricorda la sua insegnante di fisarmonica
Eliana ZajecIl mondo della fisarmonica piange la scomparsa di Eliana Zajec.
È una frase che mi è difficile scrivere, poiché Eliana è stata la mia insegnante di fisarmonica per molti anni, anche quando, dopo il diploma, desideravo avere un parere sui programmi dei numerosi concerti che stavo per affrontare. Era sempre felice di sentirmi suonare, e mi ha dato dei consigli preziosi fino a qualche anno fa, quando aveva desiderato isolarsi in una casa di cura.
Desidero qui ricordarla con dei brevi cenni biografici. Ringrazio Stefano Bembi e Claudio Furlan per il prezioso aiuto nel compilarli. Completano il mio breve scritto alcuni ricordi su di lei, pensieri, messaggi, tutti inviatimi da numerose personalità del mondo della fisarmonica che desidero ringraziare sin d’ora.
Nata a Trieste nel 1935, Eliana Zajec è stata una delle personalità dominanti tra i docenti della generazione che si è battuta per l’ammissione del nostro strumento nei conservatori. È stata, infatti, dagli anni Sessanta in poi, uno dei membri più attivi del Centro Didattico Musicale Italiano (CDMI) ed anche dell’Associazione Italiana Insegnanti Fisarmonica (ANIF).
Dopo gli studi di pianoforte con Luciano Gante, uno dei pianisti più importanti del secondo dopoguerra, Eliana Zajec decide di dedicarsi alla fisarmonica, strumento che la appassionava sin da bambina. Votatasi alla musica da camera, istituisce un gruppo di fisarmonicisti, il “Miramare”, e già dal 1963 fioccano le prime vittorie ai concorsi. Tra i primi concorsi a cui il “Complesso Miramare” partecipa, infatti, vi è il 12° Concorso Nazionale dei Fisarmonicisti di Catania, competizione che il gruppo triestino vince classificandosi al primo posto. È una scelta di vita: Eliana Zajec darà ai gruppi fisarmonicistici del tempo un esempio tra i più vivi, iniziando con il “Miramare” una carriera concertistica che segna un’epoca. Uno dei membri del “Miramare” di quel tempo, Claudio Furlan, docente (con il quale iniziai i miei studi) che in un secondo momento istituì anch’egli un gruppo fisarmonicistico di successo, ricorda il gran temperamento di Eliana Zajec, carattere che faceva di lei un leader indiscusso. Gli anni Settanta sono un tripudio di vittorie, di cui si ricordi i primi premi vinti ai concorsi di Pavia (1970), Como (1971), a Terni (1974), ad Ancona (1978). Il repertorio, in quegli anni, desta stupore: trascriveva lei stessa, per un organico di circa venti fisarmoniche più alcuni strumenti diversi, tra cui due o tre organi elettronici e numerose percussioni, il repertorio sinfonico per grande orchestra. Una notte sul Monte Calvodi Mussorgskij e Nelle steppe dell’Asia Centrale di Borodin ne sono due fulgidi esempi. Stefano Bembi ricorda di quegli anni l’energia con cui Eliana dirigeva il “Miramare”. “Canta!” era la pretesa costante, pretesa che non era abbandonata finché il risultato non fosse stato quello desiderato. Pretesa che arrivava in un secondo momento, e che era anticipata da: “Conta!” Anima, sentimento, irrazionalità, dunque, ma anche … solfeggio, ragione, razionalità.
Sono gli anni in cui dalla scuola di fisarmonica di Eliana Zajec emergono studenti di caratura internazionale; tra essi il citato Stefano Bembi, primo premio al Trofeo Mondiale della Fisarmonica nel 1980, svoltosi a Vienna, e il sottoscritto, protagonista al Trofeo Mondiale della Fisarmonica nel 1985, anno in cui la manifestazione si tenne a Lisbona. Ma dovrei ricordare molti altri nomi, che adesso mi sfuggono, e me ne scuso.
Dagli anni Settanta Eliana Zajec insegna alla Glasbena Matica di Trieste, la scuola di musica di lingua slovena della città, impiego che terrà sino al 2000. Sono anni in cui il repertorio da lei proposto agli studenti diverrà una delle basi per i programmi di fisarmonica adottati poi nei conservatori, e la “Glasbena” una fucina di talenti. Si pensi che le classi di fisarmonica negli anni Ottanta erano ben quattro, nella stessa scuola. Alla didattica dedica diversi testi, tra cui si citi il manuale Lo studio dei bassi della fisarmonica, una vera e propria scuola di tecnica per la mano sinistra del fisarmonicista. Sono gli anni in cui partecipa a diversi incontri e seminari, in Italia ed all’estero. Alcuni workshop sono organizzati dal Centro Didattico Musicale Italiano, e gli interventi di Eliana Zajec sono ricordati ancora oggi. Ricordo anche il mio diploma di fisarmonica tenuto sia alla “Glasbena” e sia presso il CDMI: le commissioni che lei stessa desiderava si riunissero per gli esami dei suoi studenti erano formate da nomi insigni; al mio diploma, ad esempio, invitò Emanuele Spantaconi ed Elio Boschello, entrambi tra i membri più attivi nel mondo della fisarmonica di quegli anni. Ricordo, al mio diploma, anche la presenza in commissione di Ernö Sebastian, docente di fisarmonica del Conservatorio di Lubiana.
Nel 1993 è lei ad accompagnarmi negli studi per i primi esami di fisarmonica mai tenuti presso un conservatorio. Riesce a convincermi a dare l’esame di Compimento Inferiore, l’esame di Compimento Medio e il Diploma di fisarmonica nello spazio temporale di un anno…
Forse, quando nel 1994 diventai docente di fisarmonica al Conservatorio di Fermo, coronò un sogno anche lei. Ricordo ancora i suoi occhi lucidi quando le feci vedere il mio primo registro di classe.
Molto ci sarebbe ancora da scrivere, ma non è questo il momento.
Desidero semplicemente ringraziarla, per l’ultima volta, per tutto quanto mi ha dato.

Corrado Rojac

 

Ricordando Eliana Zajec
scritti, ricordi, pensieri, messaggi, inviati da alcune personalità del mondo della fisarmonica

Ivano Battiston – fisarmonicista, concertista, didatta, docente di fisarmonica al Conservatorio di Firenze

Ho avuto modo di conoscere Eliana Zajec nei primi anni Settanta: è ancora vivido in me il ricordo di una sua interpretazione della Scheherazade di Rimsky-Korsakov, con il suo ensemble di fisarmoniche, che sprizzava un’energia e una vitalità stupefacenti. Lo stesso fervore Eliana lo riservò all’attività didattica con dei risultati di cui il mondo della Musica non può che esserle grato e che trovano nella figura di Corrado Rojac, musicista colto e di straordinaria bravura, la sua punta di diamante.
Grazie Eliana per aver contribuito, con la tua sensibilità, la tua cultura e lungimiranza, allo sviluppo della fisarmonica da concerto!

Ivano Battiston

 

Fausto di Cesare – fisarmonicista, pianista, concertista, didatta, primo premio al Trofeo Mondiale della fisarmonica 1959

Ho appena appreso, con molto dispiacere, che la cara Amica Eliana Zaiec é volata in cielo.        
Con la sua morte il movimento fisarmonicistico italiano ed internazionale perde una grande e importante Artista che ha contribuito, attraverso la sua qualificata “Scuola fisarmonicistica”, ad elevare il livello artistico e professionale di questo nostro “amato strumento”.                                     
Alla sua Scuola si sono formati molti giovani fisarmonicisti di altissimo valore che oggi svolgono la loro attività didattica presso vari Conservatori di Musica italiani.       
Eliana aveva una personalità forte, determinata, a volte severa ma nello stesso tempo possedeva una carica di energia e simpatia che coinvolgeva qualunque persona avesse la fortuna  di conoscerla e di frequentarla e da questo un’ amicizia profonda e affettuosa nasceva spontaneamente.                           
Io la ricordo così dopo tanti anni ed é questo ricordo che porterò con me nei prossimi anni.                                       
Grazie Eliana.                               

Fausto Di Cesare

 

Alessandro Mugnoz – fisarmonicista, concertista, già Presidente del Nuovo CDMI e docente di fisarmonica all’Istituto Musicale Pareggiato di Ancona

Ho dei ricordi molto nitidi di Eliana Zajec, legati alla mia adolescenza e giovinezza … I primi ricordi risalgono alla seconda metà degli anni Settanta, ad Ancona e a Recanati, in occasione delle “Rassegne internazionali per giovani musicisti”, nelle quali spesso i suoi studenti ottenevano primi premi e dove ascoltai con ammirazione il suo complesso, formato da allievi della sua scuola e diretto magistralmente dalla stessa didatta. Poi la ricordo, nei primi anni Ottanta sempre a Recanati, in occasione dei Seminari di didattica fisarmonicistica, organizzati dal CDMI. Lei, assieme a Marcosignori ed altri didatti, figurava tra i docenti dei corsi di aggiornamento … potei così constatare la sua esperienza in materia e la sua appassionata competenza. Infine la ricordo, pochi anni più tardi, a Valdagno (Vicenza) in occasione degli esami della locale Scuola di musica affiliata al CDMI, dove eravamo assieme in commissione. In quella circostanza ebbi occasione di conoscerla meglio apprezzandone, oltre alla professionalità, anche il lato umano. Ricordo con molto piacere i suoi complimenti e considerazioni dopo il concerto che in quell’occasione tenni con il quartetto di fisarmoniche “Adamo Volpi” …

Alessandro Mugnoz

 

Mirco Patarini – fisarmonicista, concertista, imprenditore, primo premio al Trofeo Mondiale della fisarmonica 1984

Mi ricordo di lei come di una persona estremamente competente e che riuniva in sè inflessibilità e gentilezza. Quello che suscitava ammirazione era il fatto che tutti i suoi allievi di allora condividevano la stessa precisione, la stessa consapevolezza, la stessa attenzione per i dettagli. Talenti diversi come Ivan Milic, Stefano Bembi, Corrado Rojac, Francesco Furlanic sono rimasti nei miei ricordi come gemme preziose forgiate da un’artista. Questo è il mio ricordo di Eliana.

Mirco Patarini

 

Renzo Ruggeri  fisarmonicista, concertista, didatta, direttore artistico del concorso di fisarmonica Premio “Città di Castelfidardo”

Con sobrietà, Eliana Zajec, ha saputo essere una straordinaria insegnante, in grado di tracciare la strada della nuova fisarmonica.

 

Emanuele Spantaconi – fisarmonicista, didatta, già  membro di spicco del CDMI, uno dei “padri” della fisarmonica italiana                                                                                                                                                                           Sergio Scappini – fisarmonicista, concertista, didatta, docente di fisarmonica al Conservatorio di Milano

Ciao Eliana

Suonare ci è sempre piaciuto … particolarmente quando con l’occasione di concerti, concorsi e manifestazioni varie si facevano nuove conoscenze, amicizie, ci si confrontava, si scambiavano opinioni ed esperienze…era sempre un importante momento di crescita. 
Proprio durante uno di questi incontri si ebbe la fortuna di conoscere Eliana … 
Il complesso Miramare di cui Eliana era anima e mente, raccoglieva in quei tempi meritati successi; più di una volta ci si dovette accontentare del secondo premio … il primo era sempre loro!!!
È stato da allora che l’iniziale stima, che presto si sarebbe trasformata anche in sincera amicizia, diede il via ad una particolare collaborazione professionale. 
L’obiettivo comune è sempre stato quello dello sviluppo e della valorizzazione della FISARMONICA. 
Quante serate trascorse allegramente a cercare soluzioni alle diverse problematiche che il percorso ascendente della fisarmonica presentava continuamente …!  il patrimonio didattico e musicale che ci ha lasciato. 
Ma accanto all’immagine della seria professionista, dell’attenta didatta, della capace insegnante e della brava esecutrice, emerge l’immagine della donna, ma soprattutto dell’amica!
Grazie

Emanuele e Sergio

 

Renzo Tomassetti – fisarmonicista, didatta, “anima” della scuola fisarmonicistica umbra

Ciao Eliana,
ti ricorderò sempre come una persona con un grande carisma e professionalità. Con te se ne va un pezzo della Fisarmonica Italiana, però rimarranno sempre le tue opere che ci incitano a proseguire e ad andare avanti. Riposa in pace.

Renzo Tomassetti

 

Mikela Uršič – fisarmonicista, didatta, docente alla Scuola di musica di Sežana (Slovenia), una delle ultime allieve di Eliana Zajec

Un mattino d’autunno. Goccioline di pioggia che scivolano dolcemente sul vetro della finestra. In esse, i più bei colori dell’autunno regalano, nella luce soffusa, un’immagine silente della natura. In sottofondo, le voci delle mie due figlie che giocano, accennando a una chansonfrancese – il tema che Mozart scelse per le sue Dodici variazioni.
Saranno stati forse i colori dell’autunno e la chansonche mi hanno fatto ricordare gli anni passati, quando andavo a lezione di fisarmonica a Trieste, e durante la strada osservavo la natura mutarsi, di stagione in stagione. Già da allora i colori dell’autunno mi facevano sognare, come mi faceva sognare la mia cara professoressa di fisarmonica, Eliana Zajec.
Ho iniziato a suonare la fisarmonica a nove anni, con mia madre, Vanda Šimac, alla scuola di musica di Sežana. Gli insegnanti di fisarmonica del litorale organizzarono, a quel tempo, un seminario con la professoressa Eliana Zajec, già allora insegnante di successo nell’ambito della fisarmonica classica. Al seminario suonai anch’io. A lezioni concluse, Eliana consigliò mia madre di farmi continuare gli studi a Trieste, nella sua classe, alla scuola “Glasbena Matica”. E così prendemmo la decisione di studiare da lei.
Eliana era uno di quei docenti che, in un batter d’occhi, ti hanno già conquistata, facendo un’enorme impressione, complice la sapienza, l’ampiezza della trattazione, la sensibilità musicale, soprattutto però la sensibilità con cui affrontava l’individualità dell’allievo, con cui creava sin da subito un sentire comune.
I suoi standarderano molto alti. Era molto esigente. A volte avevo l’impressione che mi si chiedesse troppo e che non ce l’avrei fatta. Però era anche un acuto psicologo. Sapeva quanto poteva insistere e quanto esigere da ciascuno dei suoi allievi. Sapeva motivarmi e seppe trarre da me tutto ciò che potevo dare.
Lavorava senza stancarsi mai. La lezione poteva anche durare più ore, finché il brano non “suonava” come doveva suonare, finché non l’avevo capito. In questo era unica. La materia era trattata sempre in modo leggero e comprensibile. Sebbene non capissi l’italiano, allora, riuscivo a seguirla con chiarezza. Sotto la sua guida progredivo alla velocità della luce e appena adesso, da quando ho iniziato a insegnare, capisco quanto era evoluto il suo metodo d’insegnamento. E non solo riguardo alla fisarmonica, ma anche riguardo alla teoria musicale e alla storia della musica, e al pianoforte. Sotto la sua guida, l’esame di pianoforte complementare riuscii a darlo dopo un’estate di studio, risultato che non ero riuscita ad ottenere in quattro anni di studio con altri docenti.
L’interdisciplinarietà era per Eliana Zajec un’ovvietà.
Le lezioni di musica erano anche lezioni di vita. Ne ricordo soprattutto la dimensione umana, profondamente umana. Inclinazione che riversava anche sugli animali, che adorava. Soprattutto gli animali che avevano bisogno di aiuto.
D’estate, quando andavo a lezione a casa sua, in via alle Cave 9, mi aspettava il suo fulgido dalmata Charlie. E lei con lui, sempre sorridente e con un saluto gentile: “Ciao, carissima!”
Quando entravo nel suo giardino, salutavo dapprima le sue due cornacchie. Le trovò un giorno, ferite, sulla strada. Il saluto andava poi ai gatti che giocavano lieti tra le piante. Il tutto era coronato da un abbraccio a Charlie e a lei. Dopo qualche breve chiacchiera si iniziava a studiare, a lavorare duramente.
Mi insegnò a giocare a poker. Giocare a carte la rilassava. Amava giocare anche a bridge. Mi spiegò che non poteva insegnarmelo, perché di regole ce n’erano troppe e non avevamo tempo. Così una partita a poker era più che sufficiente e poi continuavamo a studiare la fisarmonica.
Eliana ci ha lasciato da un mese, un mese che mi ha dato molto da pensare, soprattutto riguardo al mio rapporto con lei.
Credo, e ne sono convinta, che devo a Eliana l’approccio che ho con la vita, l’approccio che ho con la musica, con l’espressione dei miei sentimenti, con il mio saper essere critica con gli altri e con me stessa, l’approccio che ho verso la disciplina, l’autostima, ma soprattutto l’amore totalizzante che ho per il mio mestiere di insegnante e per la passione, la missione che l’insegnare la fisarmonica classica significa. Mi ha insegnato che posso farcela in qualsiasi cosa, se ci credo e ci lavoro duramente.
Ho avuto una gran fortuna, ho avuto il privilegio di studiare, battagliare, perfezionarmi, e suonare per sedici anni con la mia amata professoressa Eliana Zajec. Nel cuore ho molti bei ricordi che mi confortano negli sbagli che ancora commetto e che mi danno la forza per continuare.
I colori dell’autunno sono ancora davanti a me. Le goccioline non sono le sole a scivolare lungo il vetro della finestra. Sulle mie guance scivolano lacrime amare, ma nel cuore mi rallegrano dolcemente i bei ricordi dei momenti passati con la mia professoressa.
Con profondo rispetto,

Mikela Uršič