Quando la spiritualità è musica

La concezione spirituale espressa in note nella visione di Marco Matarese

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Marco Matarese (foto di Mirko Prosseda)Marco Matarese è un fisarmonicista, pianista e compositore dalla rara sensibilità artistica e umana. La sua visione della musica è intrisa di spiritualità, attraverso cui esprime le sue sensazioni, i suoi sentimenti, il suo essere così fervidamente immaginativo. Innamoratissimo della musica celtica e del folk, spazia con disinvoltura fra vari generi come folk metal, fado, musica sacra, jazz, blues, tango, pop, punk rock e non solo. Insomma, un musicista a dir poco versatile che si racconta descrivendo le sue emozioni e le sue esperienze.

Nel corso della tua notevole formazione didattica hai portato avanti parallelamente lo studio del pianoforte e della fisarmonica. Oggi, artisticamente, ti senti più legato a uno dei due strumenti?

Sento di essere legato ad entrambi in egual misura, perché proprio entrambi mi donano emozioni differenti e al tempo stesso simili. Sia il pianoforte che la fisarmonica mi ispirano per ideare e scrivere nuove composizioni o per approcciare allo studio di repertori diversi che a volte si incontrano.

Ti sei interessato anche allo studio dell’arpa. Quali sono le peculiarità di questo strumento che ti colpiscono di più?

Penso che sia uno strumento eccezionale. Trovo che il suo timbro sia piacevole e rilassante. Il solo ascolto dell’arpa mi trasporta verso terre lontane permettendomi di viaggiare anche soltanto col pensiero. Altre caratteristiche che mi affascinano sono le possibilità compositive ed esecutive che consente questo strumento, come quella di alterarne le note attraverso i pedali nell’arpa classica e con le chiavi nell’arpa celtica, così da ricreare scale particolari attraverso l’utilizzo di alcune tecniche come il glissando. Altro aspetto che ritengo interessante è la sua versatilità, poiché offre l’opportunità di eseguire sia brani dalle sonorità dolci e delicate, ma al contempo composizioni più ritmate ed energiche, risultando molto efficace in entrambi i casi. Altri effetti timbrici che mi affascinano dell’arpa sono gli armonici e il cosiddetto suono “xilofonico”.

Marco Matarese (foto di Simone Fava)Sei appassionato di folk e musica celtica. Dal punto di vista delle sonorità e sotto l’aspetto tecnico e interpretativo, quali sono le caratteristiche di questi due generi che rispecchiano la tua personalità artistica?

Ciò che mi affascina è il timbro caratterizzato dalla presenza di alcuni strumenti tipici di questi generi, gli aspetti melodici e armonici basati su alcune scale modali come quella dorica, lidia e misolidia che caratterizzano le danze e le ballate, oltre alla bellezza delle tematiche trattate. Altro aspetto di particolare interesse è quello ritmico che comporta il fatto che vi siano brani più incalzanti e più lenti che, a mio avviso, richiedono molto studio tecnico e degli arrangiamenti molto accurati. Tutto ciò è di grande stimolo per me, tanto da donarmi forti emozioni.

A prescindere dal folk e dalla musica celtica, la tua curiosità ti ha spinto a esplorare anche altri generi differenti rispetto alla cosiddetta musica popolare?

Certamente. Gli studi in conservatorio mi hanno fatto avvicinare alla musica classica dei vari periodi storici e apprendere tecniche compositive come il contrappunto, la fuga e l’orchestrazione. Ascolto anche generi di altro tipo quali rock, metal, punk rock, pop e musica elettronica. Ho suonato folk metal, fado portoghese, musica sacra, jazz, blues e tango. Inoltre, ho avuto modo di orchestrare brani pianistici legati al repertorio classico e alcuni appartenenti a quello pop, rock e punk rock.

Sei anche un prolifico compositore. Oltre alle tue varie fonti d’ispirazione, quali sono i tratti distintivi dei tuoi brani originali?

Tra i principali tratti distintivi dei miei brani vi sono l’utilizzo dell’armonia e della cantabilità nell’aspetto melodico che richiamano spesso il mood antico e celtico, del contrappunto, oltre all’alternanza di ritmi lenti e incalzanti, quest’ultimi caratterizzati a volte da controtempi molto accentuati.

Marco Matarese (foto di Francesco De Marchis)Tornando alla fisarmonica, quale modello suoni in studio di registrazione e nei live?

Il modello che utilizzo è da centoventi bassi standard e per quinte, con sistema pianoforte.

Ponendo l’attenzione sulla tua discografia è di recente pubblicazione il tuo disco intitolato Danza della Natura. Qual è il leitmotiv di questo album e il messaggio artistico che intendi comunicare?

Ciò che intendo comunicare con Danza della Natura è l’idea di voler ricreare quella che per me è l’essenza proprio della natura, attraverso le sonorità delle danze celtiche di diversi stili e Paesi d’Europa. L’obiettivo principale è quello di proiettare l’ascoltatore in un viaggio virtuale, tra la magia e la bellezza delle Jigs e dei​ Reels che richiamano quelli tipici della tradizione irlandese e scozzese, gli An Dro bretoni, danze dalle sonorità galiziane, fino a giungere verso l’estremo Nord Europa, alla Scandinavia, con brani più tipicamente finlandesi, norvegesi e svedesi, in cui è presente anche lo Joik, canto tipico dei Sami, popolazione della Lapponia. Dunque, un percorso musicale che possa proiettare verso luoghi incantati fino alla percezione del “vento fra le foglie” nei boschi più antichi d’ Europa, che faccia sognare di volare con la “Grande Aquila” sulla foresta della Lapponia, ascoltare la nobiltà de “Il Canto dei Lupi” e le energie evocate dallo spirito della natura, immaginando di danzare con essa.

Un progetto, quest’ultimo, realizzato con il contributo del Nuovo Imaie. Spiegaci un po’ meglio come sono andate le cose…

Ho iniziato a collaborare con Ars Spoletium – Publishing & Recording nel 2021, dopo aver composto alcuni brani per fisarmonica solista e duo per il Nuovo C.D.M.I. prima – Rassegna di Musica Nuova per giovani esecutori, diretta dalla M.ª Patrizia Angeloni. Brani che sono stati pubblicati dalla sopracitata casa editrice e fanno parte della raccolta Accordion Waves suona italiano, pubblicata nel 2021. Successivamente, mi è stato chiesto di scrivere per un disco di musica celtica, vista la mia grande passione per questo genere. Una proposta per me alquanto suggestiva poiché era un desiderio che avevo nel cassetto da molti anni e, infatti, alcune bozze erano già in lavorazione ancor prima di intraprendere questa collaborazione. Per l’occasione ho composto alcuni nuovi brani che abbiamo inciso presso lo Strumenti&Musica Studio in virtù del contributo assegnatoci dal Nuovo Imaie (settore musicale) nell’ambito del progetto Bando per l’impiego di “Turnisti” iscritti a Nuovo Imaie in progetti discografici di AIE Emergenti 2022 – 2023. Nel corso delle registrazioni di Danza della Natura ho avuto anche l’opportunità di un confrontato con alcuni grandi artisti che hanno contribuito ad affinare la mia esperienza nel campo musicale e a realizzare il mio sogno.

La tua agenda musicale è già fitta di impegni da qui ai prossimi mesi?

Sto lavorando affinché lo diventi.

 

(Foto Marco Matarese di Francesco De Marchis, Mirko Prosseda e Simone Fava)

 

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