L’amicizia di due artisti che sconfina nella pubblicazione di un disco tutto da ascoltare…

Duo, l'ultimo disco di Daniela Mastandrea realizzato in collaborazione con Michele Paternoster

135

Duo - Daniela Mastrandrea e Michele PatenosterPianista raffinata e compositrice alquanto prolifica Daniela Mastandrea ci presenta la sua ultima pubblicazione discografica, Duo, nata dalla collaborazione con il contrabbassista Michele Paternoster. 10 brani di pregevole fattura scritti durante il periodo il periodo adolescenziale che si articolano in un compendio di generi per i quali da sempre l’artista coltiva un profondo interesse.

L’idea di incidere un disco con brani inediti è sicuramente una motivazione importante per suggellare un’amicizia ultra decennale, ma aldilà dell’affetto che ti lega a Michele Paternoster, qual è il connubio tra la tua musica e lo stile dell’artista sopracitato?

Grazie di cuore per il piacevole invito a questa chiacchierata e un saluto a chi legge. Comincio col dire che un disco con brani inediti è una condizione imprescindibile per me. Ogni occasione è da stimolo per creare e pubblicare musica originale, poiché scrivere è da sempre la mia vocazione. Credo che lo star bene insieme nella vita, prima che ancora nella musica, giochi un ruolo fondamentale nel risultato finale ed io e Michele abbiamo un mondo intrinseco molto affine. Siamo entrambi pensatori, un po’ filosofi e ci piace osservare le cose da più prospettive e angolazioni. Mi riferisco alla musica e alla vita, che sono l’una la fusione nell’altra per entrambi. Esse esistono e coesistono a più livelli; quello dell’introspezione per me e Michele è al primo posto. È altresì vero che, per quanto simili, abbiamo le nostre rispettive diversità che ci rendono complementari. Lui ha sempre amato il mio lato classico, io ho sempre amato il suo lato jazz. E credo sia principalmente questo ciò che crea il nostro connubio.

Chi è Daniela Mastrandrea? Presentati ai lettori di Strumenti&Musica…

Non ho mai amato parlare di me. Ho sempre lasciato che fosse la musica a farlo per me e mi piacerebbe che continuasse ad essere così. Quello che posso dire è che scrivo da quando avevo nove anni e che concepisco la musica strettamente connessa alla vita. Ciò che scrivo nasce da un bisogno intimo e profondo e non ha nulla a che vedere con la ragione. Concluderei col dire che Daniela è semplicemente una persona che ha voglia di emozionarsi ed emozionare.

Dieci composizioni di tipologia e generi differenti… C’è un filo conduttore, un trait d’union tra le varie tracce oppure hai voluto semplicemente sperimentare soluzioni ritmiche divergenti?

Le tracce che costituiscono i miei album sono una conseguenza di pensieri, emozioni, stati d’animo che mi attraversano. Non c’è mai una sperimentazione a livello consapevole. Dall’esterno ho spesso sentito dire che nella mia musica si avverte una ricerca, ma posso assicurare che, se di ricerca vogliamo parlare, questa riguarda più l’anima che l’intelletto. Il filo conduttore è l’onda che cerco di creare e ricreare attraverso la disposizione dei brani mai casuale negli album, che concepisco come viaggi emozionali che raccontano la vita. Avevo da molto tempo il pallino di un album jazz all’interno della mia discografia prettamente neo classica e Michele è stato il pretesto affinché questo mio desiderio sospeso nel vuoto si avverasse. E per questo lo ringrazio.

Hai all’attivo oltre 140 pubblicazioni suddivise tra album e brani singoli, un’attività compositiva particolarmente “effervescente” e fantasiosa… Qual è il messaggio che vuoi comunicare con la tua musica?

Le composizioni attualmente pubblicate sono 157, al momento, e sono solo una parte di quelle che in realtà ho scritto e non ancora pubblicato. Quello che desidero è solo e soltanto emozionare.

C’è un autore, un musicista che ha influenzato più di altri il tuo percorso artistico? Cosa ti piace ascoltare nei momenti di relax

Sono cresciuta ascoltando Richard Claydermann e Stephen Schlacks. Mamma aveva un’audiocassetta di Richard Claydermann e io mi divertivo a mandarla avanti e indietro fino a che non avevo riportato sul pentagramma esattamente le stesse note da lui riprodotte. Di Stephen Schlacks, invece, aveva una raccolta di spartiti che ripercorrevo in lungo e in largo. L’ho sempre fatto. Amavo leggere a prima vista qualsiasi cosa e scrivere. Scrivere più di tutto! Studiando, poi, sono entrata in contatto con la letteratura classica ed ho indubbiamente ho subito il fascino di compositori come Ravel, Brahms, Chopin, Rachmaninov, Bach e molti altri, ma quando scrivo siamo io e l’abisso che mi riguarda, loro non c’entrano. Per quanto riguarda l’ascolto, invece, non posso rifarmi ad un solo ed unico genere, poiché ciò che ascolto è direttamente proporzionale a come mi sento e a cosa ho voglia di ascoltare in quel determinato momento.

Daniela Mastrandrea e Michele PatenosterCosa ne pensi del contesto musicale che ci circonda, delle nuove tendenze che catturano, soprattutto, l’interesse delle nuove generazioni?

Tutto è evoluzione e questo è inevitabile. Io cerco di fare il mio senza pensare a ciò che mi succede intorno. Il viaggio è personale e la visione di ciascuno diversa. Per ciascuno esiste qualcuno che vibra alla sua frequenza. Pertanto, penso solo a vivere al meglio il mio viaggio facendo ciò che più amo e condividendolo. Credo siano un dovere ed una responsabilità farlo. Il resto sono solo parole e le parole non generano risultati… Preferisco i fatti!

Ti sei esibita in contesti di assoluto prestigio, hai primeggiato in tanti concorsi di composizione, il tuo nome è abbinato a festival e rassegne di rilevanza internazionale. Quanto è difficile emergere tra la moltitudine di proposte musicali attuali?

Emergere non è poi così difficile se si resta se stessi. Il problema nasce perché il sistema ci vuole tutti uguali e noi tendiamo ad omologarci. Io non ci sto, ed è questo l’inizio.

Tra le tante, c’è una tua composizione che ti gratifica più delle altre?

Ogni composizione mi ha gratificata per un motivo diverso in un contesto diverso e tutte mi hanno resa orgogliosa in egual modo.

Che consiglio daresti ad un giovane sognatore e speranzoso di affermarsi nell’attuale contesto musicale?

Di provarci solo se arde di un fuoco sacro e se disposto a vivere di rinunce, sacrifici, fallimenti e ad esporsi… cosa non affatto scontata! Molti vorrebbero ma non sono disposti ad esporsi, ma se non sono disposto a perdere, come posso pretendere di vincere?

Siamo tutti convinti del fatto che la tua vena compositiva non si esaurisce con la pubblicazione dell’ultimo album Duo. Stai già pensando a qualcos’altro?

Al di là di ciò che scriverò, in cantiere ho già tanta musica scritta. Mi basterebbe aprire un solo cassetto per poter vivere di rendita per anni. Gli stessi brani di Duo sono nati nel lontano 2000 e solo oggi vedono la luce. In realtà, Duo non era in previsione. Quando, parlando con Michele, mi è balenata l’idea, stavo lavorando al mio prossimo album sulla scia dei precedenti. Infatti amo chiamare Duo “album parentesi”, perché rappresenta davvero una parentesi all’interno della mia discografia, oltre ad uno sfizio che mi sono tolta, avendo da sempre il pallino di un album in stile jazz. Di sicuro posso dire che nei prossimi mesi usciranno cose molto diverse tra loro… ma non voglio svelare troppo!

 

Ascolta il disco DUO su Spotify:

Guarda il video del singolo Take it easy

 

SOCIAL – STREAMING – CONTATTI

·      Streaming DUO: https://lnkfi.re/duo

·      Social: https://linktr.ee/danielamastrandrea

·      Discography: https://lnkfi.re/danielamastrandrea

·      Website: www.danielamastrandrea.eu