Una magia speciale

Salvatore Cauteruccio, "A mano a mano"

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A mano a mano - Salvatore CauteruccioIncisa nel 1978 su un 45 giri da Riccardo Cocciante, resta una delle composizioni più amate nella storia della canzone d’autore italiana. Anche se spesso associata alla scrittura di Rino Gaetano, A mano a mano – come premesso – appartiene alla penna di Riccardo Cocciante, in collaborazione con Marco Luberti (già autore e produttore dei precedenti successi come Bella senz’anima, Quando finisce un amore, Poesia e Margherita).
All’inizio degli anni Ottanta, il mercato discografico in Italia stava attraversando una delle sue cicliche crisi. Nel tentativo di far fronte a questo problema la RCA italiana, una delle major dell’epoca oggi non
più in attività, inventò un nuovo formato, una sorta di mini LP contenente solo quattro canzoni. Per promuovere il Qdisc, al di là delle solite campagne pubblicitarie, la RCA ebbe la fortunata idea di
organizzare degli eventi live esclusivi, che presero il nome di Qconcert. Si trattava di piccole tournée che riunivano tre artisti della scuderia. Il meglio di quei concerti finiva ovviamente in un Qdisc la cui struttura era sempre la stessa: quattro brani live, uno a testa per
ciascuno degli artisti coinvolti, più un inedito interpretato da tutti e tre gli artisti insieme. Nel caso specifico i protagonisti furono Riccardo Cocciante, Rino Gaetano e il gruppo progressive rock New Perigeo. Il disco fu registrato tra il 4 e il 5 marzo 1981, durante due date della tournée, rispettivamente quella di Pistoia e quella di Novara. Il brano di apertura è l’inedito Ancora insieme, con testo di Rino Gaetano e musica di Cocciante e Giovanni Tommaso dei New Perigeo.

A mano a mano è la seconda traccia del disco. Lo “scambio” fra i due prosegue nella terza traccia, in cui possiamo ascoltare Cocciante cantare Aida. In questa versione strumentale di Salvatore Cauteruccio si riesce ad apprezzare la componente melodica della scrittura. L’arpeggio – che nella versione originale è affidato al pianoforte – assume con la fisarmonica una magia speciale, riportandoci in un’atmosfera “bohemien”, libera e non convenzionale. Durante tutta l’esecuzione si può notare come la melodia sia legata in maniera capillare con gli accordi, che arrivano puntuali (e non alterati), con un uso del mantice che da sempre contraddistingue il suono del musicista calabrese. L’arrangiamento è stato eseguito in tonalità originale. Il brano è stato scritto in 3/4, ma in questa versione ritroviamo un tempo libero, rubato, in base alle sensazioni che le varie frasi suggerivano durante la stesura. Per cui può capitare di ritrovarsi in un tempo “allargato”, che sposa più una
figurazione ritmica del 6/8, ma sono sensazioni, non c’è un tempo scandito in maniera regolare.
Nell’ultima parte, Cauteruccio decide di regalare alla sola melodia tutto lo spazio necessario, usando un registro “piccolo”, capace di far entrare sottopelle tutta l’emozione che questa canzone possiede, lasciandoci con una sola nota (un Do), tenuta viva da un mantice che sembra un soffio e sostenuta per ben dieci secondi da un vibrato che sembra essere la naturale “didascalia” del titolo stesso.

Salvatore Cauteruccio, A mano a mano

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