Elio Bertolini: fare musica per allontanare la negatività

897

Elio BertoliniFigura di spicco del mondo fisarmonicistico italiano, nonché attuale direttore del “Museo Internazionale delle Impronte dei Grandi della Fisarmonica”, istituzione praticamente unica al mondo nel suo genere, Elio Bertolini si racconta umanamente e artisticamente attraverso questa piacevole chiacchierata.

Sei fondatore e direttore del “Centro Didattico Musicale Italiano Gioacchino Rossini” di Recoaro Terme. Questa scuola, presente in diversi comuni della provincia di Vicenza e Verona, è stata ideata con l’intento di insegnare vari strumenti. Qual è l’obiettivo primario che ti sei posto con la fondazione di questo centro?

«Il mio obiettivo primario è sempre stato quello di dare la possibilità ai giovani di emergere nella vita con l’arte musicale. Nel futuro può dare una fonte di guadagno, e la musica fa bene al cervello, allo spirito, e sicuramente allontana la negatività che passa nella mente di ognuno di noi».

Negli anni Ottanta hai creato una tua fisaorchestra, denominata “Fisaorchestra Elio Bertolini”, con la quale hai tenuto tantissimi concerti in giro per il mondo, in nazioni quali Australia, Francia, Germania, Svizzera, Austria e tante altre ancora. E inoltre, nel 1991, la tua fisaorchestra si è esibita in diretta, su RAI2, per una tappa del “Cantagiro” di Radaelli. Sul piano artistico e umano, quali sono i ricordi più cari concernenti queste importanti esperienze?

«Certamente è stato emozionante suonare in diretta su RAI2 al “Cantagiro”, ma ricordo con particolare emozione le tappe australiane. Circa 20000 persone, in maggioranza di origine italiana, hanno assistito ai nostri concerti. Vedere al termine di alcuni brani nostalgici, moltissima gente commossa che si asciugava le lacrime, è indubbiamente un qualcosa di indimenticabile».

Anche da solista, ti sei esibito in Italia e all’estero. Fra i tanti, particolarmente degno di nota un tuo concerto in Algeria tenuto nel più grande teatro della capitale, Algeri, alla presenza delle autorità di Stato. Sotto l’aspetto emozionale e dell’ascolto, quali sono state le sensazioni più intense nel momento in cui ti sei interfacciato con il pubblico algerino?

«È sempre un dilemma suonare in Stati esteri, in quanto bisogna scegliere il repertorio giusto. Ho eseguito il Preludio Atto I della Traviata di Giuseppe Verdi, e il pubblico formato da ambasciatori e massime autorità algerine, in un sala piena di persone, si è alzato in piedi applaudendo per dieci minuti. Ho provato grande soddisfazione. Altri momenti indimenticabili che ripagano la fatica del musicista».

Elio BertoliniUn prestigiosissimo riconoscimento per la tua longeva e brillante carriera musicale è legato all’Ordine dei Cavalieri per meriti artistici, titolo del quale sei stato insignito da Francesco Cossiga, all’epoca Presidente della Repubblica. Potresti raccontare i principali retroscena relativi a questa enorme soddisfazione?

«Non ricordo da chi sono stato segnalato alla Presidenza della Repubblica per l’onorificenza. Fa sempre piacere ricevere onorificenze, ma sinceramente tutto quello che ho fatto e che sto facendo non è dettato dall’ambizione o dalla superbia, ma dalla passione sfrenata che ho per la musica».

Un affetto smisurato e un’immensa stima ti legano a due straordinari esponenti della fisarmonica, purtroppo defunti, come Bio Boccosi e Gervasio Marcosignori. Assieme a loro hai dato vita a un sodalizio artistico assai fruttuoso che ti ha consentito di collaborare nel “Raduno Nazionale Veterani della Fisarmonica” (oggi denominato “Raduno Internazionale della Fisarmonica”) e nel “Trofeo Mondiale della Fisarmonica”. Ma il progetto più rappresentativo, realizzato proprio grazie a un’idea di Boccosi, è irrefutabilmente il “Museo Internazionale delle Impronte dei grandi della Fisarmonica”. Come si è arrivati a partorire questa singolare e geniale idea?

«L’idea è stata appunto del M° Bio Boccosi. Quando mi chiamò ad Ancona, presente anche il M° Gervasio Marcosignori, mi disse: «Ho in mente di creare un museo che sarà inimitabile». Perciò unico al mondo, cioè prendere il calco della mano destra dei grandi della fisarmonica, concertisti e compositori. E mi disse ancora: «Conosco il mondo intero, ma non mi fido di nessuno. Io e Gervasio ne abbiamo discusso, e l’unica persona che sicuramente può fare questo, andando sino in fondo, sei tu». E così, a Recoaro Terme, è nato questo museo. All’inizio, il problema è stato trovare la pasta adatta a tale scopo. L’idea del materiale usato per le impronte è venuta da un odontoiatra. Viene usato il silicone che utilizzano i dentisti per fare l’impronta dei denti. Prima di questa si mescola al silicone un induritore, e prima che indurisca viene impressa la mano. L’altra idea geniale consiste nel ricoprire le impronte con foglie d’oro zecchino 22 carati. Dunque, tutto molto costoso. Il lavoro della copertura delle impronte con oro zecchino è svolto da mio fratello: Valeriano Bertolini. Per giunta, la ditta “Valeriano Bertolini” ha effettuato tutti i lavori di doratura al “Teatro La Fenice” di Venezia di qualche anno fa».

Museo delle impronte Recoaro TermeAd oggi, all’interno del museo, vi sono 94 impronte della mano destra di molti fisarmonicisti blasonati in ambito mondiale. C’è un fisarmonicista in particolare, fra questi, con il quale hai costruito un rapporto umano speciale?

«Nel museo c’è il mondo intero, e quando entro li sento vicini. Si avvicinano a me e mi abbracciano. Ma in particolare i maestri Boccosi, Marcosignori, Principe, Beltrami, Corino, Albertino, Visentin, ora non più su questa Terra, li ricordo con affetto e nostalgia pensando alle allegre serate trascorse insieme. Ora ci sono altri grandi con i quali ho costruito un rapporto umano speciale, ossia: Giancarlo Caporilli, Giuliano Cameli, Luigi Donorà, Alessandro Antico, Cinzia Tarditi, Rita Mario e ultimamente con altri grandissimi musicisti che sono venuti a Recoaro Terme».

L’ambito premio “Stella C.E.A.” (Confederazione Europea Accordion), portato a Recoaro Terme dal compianto Bio Boccosi, viene attualmente da te consegnato a personaggi illustri chi si sono distinti a livello nazionale e internazionale. Questo nobile compito manifesta la tua volontà di dare continuità all’eccezionale operato del maestro Boccosi?

«Certamente. Per la scelta dei candidati riguardante l’assegnazione del premio ho formato una giuria di esperti, perché ancora, da solo, non conosco il mondo intero. Non deve morire ciò che ha creato Bio Boccosi».

Elio BertoliniSei stato membro della giuria a un precampionato mondiale di fisarmonica a San Marino e in un campionato italiano di fisarmonica a Recanati. Da qualche anno fai parte della commissione d’esame in qualità di commissario o presidente nei concorsi nazionali e mondiali di organetto diatonico, che si sono svolti in tutta Italia. Mentre nel 2017 hai conseguito un importantissimo premio alla carriera in seno all’undicesimo “Accordion Art Festival”, che ti è stato consegnato dall’Associazione Promozione Arte di Roseto degli Abruzzi. Per ciò che concerne la tua attività inerente alla giuria, quali sono i requisiti fondamentali dei quali tieni conto quando devi giudicare un musicista?

«I requisiti necessari per una giuria che giudica un concorrente sono: espressione nell’esecuzione, tecnica, la cavata personale, sensibilità musicale e comprendere cosa vuole il compositore del brano. La musica si esegue con lo strumento e con le mani, ma esce dal cuore».

Il 15 settembre del 2018 hai ricevuto la Cittadinanza Onoraria dal Sindaco Roberto Ascani e dall’Amministrazione Comunale del Comune di Castelfidardo. Potresti descrivere le emozioni di questa ennesima gratificazione personale?

«La Cittadinanza Onoraria del Comune di Castelfidardo è stata indubitabilmente la più gradita ed emozionante in assoluto. Ho sempre sognato questo riconoscimento, poiché in questa città è nata la fisarmonica, lo strumento che amo tanto. A proposito di gratificazioni, un proverbio dice che “i figli non seguono le orme dei padri”, ma la mia famiglia ha fatto l’esatto contrario. Mio figlio maggiore, con il minore e un nipote, ha formato il “Quintetto Veneto”, vincitore di ben tre concorsi internazionali. Se mi pungo un dito, forse, non esce sangue, ma un Fa diesis».