Galliano porta a Roma l’Amarcord dei successi di Nino Rota

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Richard Galliano

Tornano Gelsomina, Zampanò, Cabiria, Alberto, Giulietta, Marcello e perfino la Gradisca a braccetto però con Don Vito Corleone: il grande fascino della fisarmonica francese di Richard Galliano incontra – Il 9 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma – la musica per lo schermo di Nino Rota, nel centenario della nascita di questo compositore e creatore di temi immortali che dal cinema italiano si sono propagati al mondo intero. Nato vicino a Cannes in una famiglia di musicisti italiani immigrati, Galliano è uno dei protagonisti, forse il maggiore, della risurrezione della fisarmonica francese –la musette– a livello internazionale. La voce della sua fisarmonica è indimenticabile, il suo apporto a questo strumento è paragonabile a quello di Astor Piazzolla al bandoneon –non a caso uno dei suoi maestri– e il suo universo musicale è estremamente variegato e policromo. Non solo negli stili che variano dalla musette al tango, dal jazz alla musica latina, dalla chanson d’autore alla musica classica: il suo segno è nella personalissima sintesi di questi stili, funzionale alla realizzazione dei suoi progetti musicali.

Nelle partiture di Rota per il cinema ha trovato un terreno estremamente fertile per il suo talento: in particolare nelle colonne sonore dei film di Fellini, dove un indimenticabile tema per fisarmonica è già bello e pronto in Amarcord. Ma “l’atmosfera fisarmonica” si respira in tanta musica del compositore milanese che nelle sue colonne sonore sapeva dosare con sapiente malizia la musica colta con evidenti inflessioni popolari, come nel caso de Il padrino di Coppola. Ecco allora anche le celeberrime canzoni e passerelle dal sapore circense e brechtiano da 8 ½ a La dolce vita, fino ai Vitelloni. Ci sono poi alcuni dei temi più belli realizzati per il cinematografo: basta citare quello per tromba di La strada ammantato di un epico e amaro senso del destino. Senza dimenticare quelle atmosfere jazz dal sapore gershwiniano che Rota sapeva illuminare di un fluido tocco melodico e a volte popolare, tutto italiano. Affascina l’approdo di Galliano a tanta musica: creato nell’intimità del suo ensemble, attraversato da venature jazz, illanguidito dalla melanconia del tango, scherzoso nelle atmosfere circensi con il brio dello swing, personalizzato dalla morbidezza francese della sua musette.