La residenza svanita

Gastón Fournier-Facio, Anton Giulio Onofri, “A casa di Hans”

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A casa di Hans - copertina libroA casa di Hans sarei andato davvero volentieri, se avessi avuto la fortuna e il privilegio di conoscerne il proprietario e di esservi invitato. Mi sarei accontentato, anche, potendo rendermi invisibile, di starmene, non visto, in un cantuccio, a osservare e – soprattutto – ad ascoltare le conversazioni tra il padrone di casa e i suoi ospiti. Ci sarebbe stato, sicuramente, molto da imparare. Hans è Hans Werner Henze (1926 – 2012), compositore tedesco, dal 1953 trasferitosi in Italia, dove visse, poi, per quasi sessant’anni. Sulla sua casa, Villa La Leprara, nei Castelli Romani, e sullo straordinario cenacolo di artisti, di idee e di creatività che fu, Gastón Fournier-Facio e Anton Giulio Onofri hanno curato uno splendido volume, A casa di Hans, edito da TIMÍA, piccola, interessantissima casa editrice romana.

La formazione musicale di Hans Werner Henze iniziò nel 1942, ma, compiuti diciotto anni, venne richiamato alle armi e dovette interromperla. Conclusa la Seconda Guerra Mondiale, riprese gli studi di composizione. Il suo primo lavoro, Das Wundertheater (1948), è un’opera in un atto il cui testo è basato sulla traduzione tedesca di un intermezzo di Miguel de Cervantes. Due anni dopo, diventò direttore d’orchestra al teatro di Wiesbaden e cominciò a partecipare ai Ferienkurse di Darmstadt, famoso centro di studio e produzione della musica d’avanguardia. Marxista convinto, Henze compose opere su tematiche esplicitamente politiche. A metà degli anni Cinquanta del Novecento, cominciò a collaborare con Ingeborg Bachmann, poetessa e scrittrice austriaca (1926-1973), anche lei trasferitasi a Roma.

Nonostante la frequentazione dei Ferienkurse, e sebbene tra le sue eterogenee ascendenze ci fosse anche la seconda scuola di Vienna (Schönberg, Berg, Webern), Henze non considerò mai sé stesso un musicista d’avanguardia e volse la propria attenzione anche a Stravinsky, soprattutto al suo slancio ritmico, all’opera italiana e alla tradizione sinfonica del dramma musicale tedesco. Per queste scelte, che incontrarono anche il gusto del grande pubblico, fu giudicato un apostata dalla comunità della “Nuova Musica”.

Henze è stato anche promotore di numerosi laboratori artistici e Festival, dei quali il più noto è, sicuramente, il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano.

Il libro, curato da Gastón Fournier-Facio e Anton Giulio Onofri, racconta – con parole e immagini – quella dimora d’artista (Henze stesso se la fece costruire) in cui il compositore scrisse la maggior parte delle proprie partiture e ospitò amici musicisti, pittori, scultori, personalità del mondo della politica e dello spettacolo, alcuni dei quali hanno accettato di buon grado di partecipare alla stesura del libro con ricordi, emozioni, gratitudine nei confronti del Maestro. La vendita della Villa, con il suo conseguente svuotamento, rende ancora più prezioso il libro. Le foto di Onofri costituiscono, infatti, tutto ciò che resta di un mondo “costruito amorevolmente durante mezzo secolo di residenza” e “svanito nel giro di poche settimane, evaporandosi come un effimero spettacolo teatrale, o come l’immagine delle nostre vite scritta sulla sabbia del mare”, come scrive Fournier-Facio nella Prefazione.

Tra i tanti nomi, che, in quella villa, condivisero – per giorni, settimane o mesi – lo stile di vita del suo proprietario ce ne sono di notissimi: Luchino Visconti, Renzo Vespignani, Elsa Morante, Luigi Nono. E poi, Sir Antonio Pappano, Alessio Vlad, Franco Serpa, Riccardo Panfili, Francesco Antonioni e tanti altri ancora, che hanno contribuito alla realizzazione del libro.

“È impossibile pensare alla Leprara soltanto come a una bella casa” – scrive Pappano – “la sua atmosfera era così profondamente legata allo spirito di un sol uomo, al suo calore, al suo talento, alla sua cultura, al suo humour e alla sua generosità”. Un’atmosfera cui contribuivano non poco le tracce del passaggio di così tanti artisti: su ogni parete, tavolo, nicchia, ballatoio o scaffale c’erano le testimonianze dell’arte dei suoi amici in forma di dipinto, scultura, bozzetto, partitura autografa.

Francesco Antonioni, compositore, che fu assistente di Henze tra il 2005 e il 2008, in un periodo molto difficile per l’esistenza del musicista, turbato dalla lunga malattia e, poi, dalla morte di Fausto, suo compagno di vita, conclude il proprio ricordo con parole struggenti: “Hans, Fausto, tutti coloro che hanno frequentato, vissuto e amato La Leprara continuano a volare gioiosi e selvaggi in quel giardino”.

Gastón Fournier-Facio (San José, Costa Rica, 1947), storico e musicologo, è stato coordinatore artistico del Teatro alla Scala, direttore artistico del Teatro Regio di Torino ed è autore di numerosi saggi; oggi è consulente artistico dell’Orchestra Mozart.

Anton Giulio Onofri è autore e regista televisivo, scrittore, critico cinematografico e fotografo.

 

Gastón Fournier-Facio, Anton Giulio Onofri, A casa di Hans

Editore: TIMÍA, Roma

Anno di edizione: 2021

Pagine: 128, bross., ill. € 25,00

 

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Foto di apertura: Lisens CC BY SA 3.0