La fisarmonica di Alessandro Gazza: l’importanza del suono

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Alessandro GazzaMusicista di estrazione classica, dal virtuosismo colto e raffinato, Alessandro Gazza è un talentuoso fisarmonicista particolarmente poliedrico, in grado di spaziare dalla musica classica al tango, dal jazz al latin jazz. Attraverso questa intervista racconta le sue esperienze umane e artistiche.

Quando e come è nata la tua passione per la fisarmonica?

Devo tutto a mio padre, che all’età di otto anni mi indirizzò verso questo strumento.

Quando hai deciso di intraprendere seriamente lo studio della fisarmonica?

Nel 1988 preparai il primo esame per il “Centro Didattico Musicale” di Ancona. In quella circostanza, tra i vari fisarmonicisti, notai in particolare Gervasio Marcosignori, le varie sfaccettature della fisarmonica, uno strumento dalle grandi potenzialità con il quale è possibile interpretare svariati generi.

La tua famiglia ha sostenuto i tuo studi musicali oppure ha mostrato scetticismo?

La mia famiglia ha sempre sostenuto i miei studi, musicali e non. Non solo riguardanti la fisarmonica, ma anche inerenti all’organo e alla composizione organistica. Ho seguito questi percorsi accademici frequentando il conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.

Quando ti sei reso conto che la fisarmonica ti avrebbe consentito di diventare un concertista a tutti gli effetti?

Nel 1990 iniziai a vincere i primi concorsi nazionali per fisarmonica. Successivamente cominciai a trascrivere e ad eseguire brani di Bach, Frescobaldi e altri compositori. Nel 2000 conobbi il M° Sergio Scappini, con il quale intrapresi la carriera di fisarmonicista classico e conseguii, con il massimo dei voti, prima il diploma “Vecchio Ordinamento” e subito dopo il diploma accademico di II livello, ossia la laurea in fisarmonica. Inoltre, ho frequentato corsi di alto perfezionamento con Vladimir Zubitsky, Max Bonney, Viatcheslav Semionov e con lo stesso Sergio Scappini.

La fisarmonica è uno strumento aerofono con mantice ad ancia libera. Quali sono le maggiori difficoltà tecniche legate a questo strumento?

Sicuramente l’utilizzo del mantice. Un suo uso corretto consente di produrre il suono che, seppur assai sottovalutato nella maggioranza dei casi, è l’aspetto più importante per un musicista. Con lo studio si può arrivare a raggiungere livelli tecnici impensabili, ma è il mantice che può dar vita alle proprie idee musicali.

È uno strumento, per antonomasia, legato alla musica popolare. Che rapporto hai con questo genere musicale?

Apprezzo la musica in ogni sua espressione.

Hai tenuto svariati concerti in giro per l’Italia e all’estero. Qual è stato il live che ti è rimasto particolarmente impresso?

Per me, ogni esecuzione è unica e irripetibile. Ogni concerto è un’emozione che non si può rivivere se non in quel preciso istante  e in quel determinato contesto.

Sei un fisarmonicista di derivazione classica, ma ti sei misurato con altri generi musicali come il jazz. Come è stato il tuo approccio a un genere in cui, storicamente, la fisarmonica  non ha mai recitato un ruolo da protagonista?

A mio parere è una continua sfida e una grande soddisfazione dimostrare che uno strumento come la fisarmonica possa essere protagonista in tutti i generi musicali in cui, erroneamente, non viene pienamente presa in considerazione.

A proposito di fisarmonicisti jazz, Richard Galliano è un’autentica leggenda vivente della fisarmonica in questo genere. Quali sono i segreti più importanti che hai carpito dall’ascolto del fuoriclasse francese, di origine italiana, quando hai deciso di cimentarti con il jazz?

Richard Galliano è una figura indiscutibile e molto importante nell’ambiente fisarmonicistico, ma quando mi sono avvicinato alla musica jazz i miei riferimenti sono stati alcuni tra i protagonisti storici di questo genere: Charlie Parker, Bud Powell e Oscar Peterson.

Quali sono i progetti in cantiere per il tuo futuro artistico?

Ho in mente grandi collaborazioni, ma poiché non è nel mio stile anticipare gli eventi, posso solo menzionare il progetto discografico “Saxaccordion” con il sassofonista jazz Fulvio Palese.