Pierpaolo Petta: amore per la tradizione ed empatia con il pubblico

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Pierpaolo Petta - Intervista strumentiemusica.com Settembre 2018Pierpaolo Petta è un fisarmonicista e compositore dalla spiccata sensibilità artistica, perdutamente innamorato dei valori legati alla tradizione musicale della sua Terra, la Sicilia, e particolarmente incline alla musica albanese. Attraverso questa interessante chiacchierata narra il suo vissuto professionale.

Nel tuo ricco background artistico spicca una peculiarità molto interessante: un’autentica predilezione per la musica albanese. Qual è la genesi di questa passione?

«Sono originario di un comune della provincia di Palermo che si chiama Piana degli Albanesi, fondato nel 1488 da albanesi scappati dallo loro patria in seguito all’invasione ottomana. Ancora oggi manteniamo usi, lingua e costumi, così come un importante patrimonio musicale che cerco sempre di tenere vivo sia con i brani della tradizione, sia nelle mie composizioni».

A proposito di questo genere musicale, nel 2000 ti sei classificato al primo posto al Primo Festival Euromediterraneo della Musica Albanese, svoltosi a Civita, e nello stesso anno, a dicembre, hai pubblicato un album intitolato Canti Albanesi. Quali sono le caratteristiche tecniche ed espressive predominanti di questo progetto discografico?

«Si tratta di un progetto che ormai ha quasi 20 anni, ma in generale, ciò che mi piace molto e che accomuna un po’ tutta la musica balcanica, è la ricchezza ritmica, l’uso di accenti irregolari che in Italia sono inesistenti, tranne che nelle avanguardie contemporanee. Il disco, comunque, rimane il primo lavoro Arbëreshe prodotto nelle comunità Arbëreshe della Sicilia, che sono Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano».

Nella tua vita artistica dedichi moltissima attenzione agli spettacoli teatrali. Per te, esibirsi in teatro, è la massima aspirazione da musicista?

«Nel mio caso sì, mi piace molto l’empatia che si crea col pubblico, un rapporto che solo una sala concerto può dare. Un live è un momento unico e magico».

Restando in ambito teatrale, hai scritto una pletora di colonne sonore. Quali sono gli elementi imprescindibili delle tue composizioni originali?

«Nelle colonne sonore la musica è al servizio della storia, e deve riuscire a sostenerla e a mantenere l’attenzione sempre alta. Diversamente, cerco di trasmettere un’emozione, e se riesco nel mio intento, allora ho svolto bene il mio lavoro di compositore».

Grazie a un brano di tua penna, Mos Prit, ti sei classificato primo al 3° Accordion Art Festival Italia Award, all’interno della categoria Composizioni per Fisarmonica. Potresti descrivere il mood di questo brano?

«È un brano virtuosistico a cui sono molto legato e che ha dato il nome al mio primo CD da leader, appunto “Mos Prit”, che si può ascoltare su Spotify e su tutti gli store digitali. Letteralmente significa “non aspettare” (tradotto dall’albanese), e credo che, subito, ti accompagni freneticamente alla scoperta di etnie balcaniche presenti nel territorio italiano. Invece, nella parte centrale della composizione, c’è un passaggio repentino dalla tonalità maggiore a quella minore che si ripete più volte, quasi a raffigurare il misticismo del rito bizantino nelle nostre comunità».

Pierpaolo Petta - Intervista strumentiemusica.com Settembre 2018Ritornando al teatro, Sergio Vespertino, noto attore a autore, è un personaggio al quale sei profondamente legato, visto e considerato una proficua collaborazione nel corso degli anni. Come è nato questo idillio artistico?

«Ricordo che nel 2003 Sergio Vespertino stava cercando un musicista per un suo primo spettacolo in cui era da solo a calcare la scena. Arrivai sostituendo un collega fisarmonicista molto bravo, e da lì è nato un legame grazie al quale condivido il palco insieme a lui da 15 anni. Da quel momento sono scaturiti circa quattordici spettacoli teatrali dei quali ho firmato la colonna sonora, oltre a vederci in scena in tantissimi teatri italiani. Solo con il “Teatro Agricantus” di Palermo facciamo quasi cento repliche all’anno, e ogni spettacolo è sempre un successo».

Sei stato direttore artistico della manifestazione Shega, organizzata dalla Provincia di Palermo e dal Comune di Piana degli Albanesi, evento al quale hai partecipato con il progetto Pierpaolo Petta e la Musica Arbëreshe. Quali sono i contenuti principali di questa manifestazione?

«A dire il vero sono stato presente in più edizioni e, più volte, sono stato il direttore artistico della manifestazione. Shega (melograno in albanese) vuole unire tutti gli Arbëreshe presenti sul territorio siciliano, visto che sono più di 20000. È stato un evento molto apprezzato che, oltre al sottoscritto, ha visto la partecipazione di importanti artisti: ne cito solo una, ossia la cantante di livello internazionale Inva Mula».

Hai ricevuto l’Oscar del Mediterraneo alla Musica dall’Istituto Superiore delle Scienze e delle Arti. Come hai vissuto la consegna di questo importante riconoscimento?

«Indubbiamente ricevere un premio è sempre una grande emozione, ma è altrettanto emozionante ricevere un messaggio da persone che ascoltano un mio brano e si emozionano. Mi capita spesso, ed è una cosa che mi riempie il cuore».

Vivi la musica a 360 gradi, nutrendo interesse per svariati generi musicali. Tra questi c’è anche il jazz. Qual è il tuo pensiero riguardo a questo fascinoso stilema sempre in continua evoluzione?

«Il fatto di poter inserire delle parti improvvisate alle esecuzioni credo che renda unico ogni concerto. Il pathos instaurato con il pubblico influenza moltissimo il musicista e, in presenza della giusta connessione delle energie proprie dei musicisti e degli uditori, nasce quella magia che fissa nella mente dei presenti quella performance, avvicinando le anime a Dio».

La tua mente è proiettata verso nuove pubblicazioni discografiche o progetti per il prossimo futuro?

«I progetti in cantiere sono moltissimi, e mi aiuta molto l’apporto e il sostegno delle persone che incontro. Mi piace molto instaurare sempre un contatto con il pubblico e ascoltare i vari sentimenti che mi esprimono di volta in volta. È in lavorazione un progetto molto importante, ma ne parleremo in seguito».