RACCONTI: l’ultima produzione discografica di Roberto Caberlotto

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Roberto Caberlotto e Gastone BiggiRACCONTI, è il titolo dell’ultimo disco di Roberto Caberlotto, qui in veste di compositore, con una serie di lavori ispirati alle opere pittoriche di Gastone Biggi ed eseguiti da organici ed interpreti diversi: il clarinetto di Ivan Villanova, il pianoforte del Duo Madè, di Annamaria Garibaldi e di Sabrina Dente; la chitarra di Fabrizia Dalpiaz, la fisarmonica del Duo Dissonance e di Federica Mattedi, Gilberto Meneghin e dello stesso Caberlotto anche in veste di solisti.

Un lavoro quindi particolare, che si discosta un po’ dalle “accademiche” incisioni che ci aspettiamo tradizionalmente dal cosidetto mercato della musica classica; un lavoro che si inscirve in una intensa attività sempre caratterizzata da una creativa ricerca. Roberto Caberlotto ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio “Cherubini” di Firenze diplomandosi sotto la guida di Ivano Battiston con il massimo dei voti e la lode; ha studiato inoltre pianoforte e composizione con Bruno Coltro e si è perfezionato successivamente con Hugo Noth e Joseph Macerollo ed ha partecipato ai Seminari sulla fisarmonica classica tenuti da Salvatore di Gesualdo, aggiudicandosi il Premio Speciale del Docente nel 1993 e la Borsa di Studio nel 1996. Intensa l’attività concertistica che lo ha visto protagonista in importanti stagioni e sale da concerto italiane ed estere. È stato solista di fisarmonica con l’Orchestra d’Archi Italiana, l’Ensemble Zandonai, L’orchestra Legrenzi, il Tammitam Percussion Ensemble ed ha suonato con l’orchestra regionale della Toscana, sotto la direzione di importanti compositori e direttori d’orchestra quali Berio, Eötvos, Benjamin. Ha collaborato con importanti compositori italiani quali Ennio Morricone, Paolo Ugoletti, Andrea Talmelli, Massimo Priori, Mario Pagotto, Claudio Scannavini, Nicola Straffelini, Lorenzo Fattambrini, Francesco Schwitzer, Riccardo Riccardi, Rolando Lucchi, Stefano Bonilauri e altri.

Pubblica per la casa editrice Bèrben di Ancona. Insegna fisarmonica classica e cultura musicale presso la Scuola Musicale Il Diapason di Trento ed è docente di fisarmonica ai Corsi di Interpretazione Musicale del Festival Internazionale di Monte San Savino.

Attivo come fisarmonicista e compositore, ma anche come insegnante e organizzatore di eventi in ambito culturale, Caberlotto è autore di una serie di progetti artistico-culturali che vedono sempre di più l’intersecarsi di forme d’arte differenti che vivono non solo sul palcoscenico ma anche nel quotidiano di ognuno, come a ricordare l’antico legame tra l’Uomo e la Musica.

Il disco regala le composizioni musicali di Caberlotto e il booklet riproduce, seppur con gli ovvii limiti grafici, le opere che li hanno ispirati (Idillio lunare, La pioggia di Manhattan, Subway light, Racconto di Primavera, Racconto d’Estate, Racconto d’Autunno, Racconto d’Inverno, Variabile estroverso, Il paesaggio silenzioso della neve, Canto del mare) e che ci avvicinano all’artista che ne è l’autore. Diplomatosi al Liceo Artistico di Roma, dove ha poi insegnato materie artistiche fino al 1984, Gastone Biggi è pittore, scrittore e poeta. Inizia la sua attività di pittore nel 1947 e da allora ha tenuto mostre personali nelle maggiori città italiane, nei Paesi Bassi e in Svezia ed è stato invitato alle più importanti Biennali e Quadriennali, oltre che alle grandi esposizioni dell’arte italiana a Montréal, Mosca, Nuova Delhi, Stoccolma, New York, Boston, Niigata, in Giappone, Londra, Madrid, Banja Luka. Biggi ha inoltre ottenuto diversi Premi Nazionali e Internazionali e le sue opere sono esposte nelle maggiori Gallerie d’Arte Moderna del mondo.

Musica e Immagine, allora. Ma:

Si può raccontare la Musica? Può la Musica raccontare l’Arte?

Musica e Arte possono raccontare l’indicibile mondo poetico dell’Uomo?

E quali i legittimi linguaggi della contemporaneità? Possiamo ancora osare raccontare, senza parole, ma con suoni e immagini, le dimensioni insondate dei Viandanti dell’Anima? E si può fuggire da certi intellettualismi, così obbligati in certi ambienti artistici?

Si può ancora – o forse sarebbe il caso di dire – si dovrebbe, forse proprio ora – ascoltare la musica prima di tutto con una dimensione sensibile che vada oltre il compiacimento intellettuale?

Ognuno potrà rispondere nella maniera più propria e personale. Certo l’idem sentire e la singolare sinergia di intenti artistici che lega Caberlotto e Biggi è evidente in ogni Racconto musicale e certo ci interessa qui la visione dello stesso Biggi che, dal booklet del disco, ci racconta:

(…) la premessa d’obbligo, parlando delle musiche di Caberlotto, è che le sue musicali composizioni, nulla hanno a che spartire con il diluviante profluire di certa, cosidetta, musica contemporanea. La musica di Caberlotto non appartiene al novero di quella musicalità, di così discutibile nullità, per una e mille ragioni. Intanto non viene dai frigoriferi di una arida e orfana poetica, né dalle intollerabili facezie insite nel comporre al riparo del sentimento e della mente. È una musica semplice, nel senso più alto del termine, come semplice è il corso di un grande fiume, o lo snodarsi di una cresta alpina. C’è quel tanto che basta per scaldare il nostro animo ed i nostri sensi, e c’è quel poco che serve a ripararci dalla noiosa invasività che troppo spesso oltrepassa i limiti della nostra sopportabilità. Chi scrive, non può non essere grato al veneto compositore per aver colto con efficace sintesi e con appropriate inserzioni lo spirito stesso delle opere pittoriche. Le composizioni di Caberlotto spesso raggruppate in tre sezioni, offrono all’ascoltatore tre diverse settorialità, une e trine, allo stesso tempo, ove l’insistenza di certi ritmi, la asprezza di alcune sortite della fisarmonica, esprimono con efficace e sapiente contrappunto le parallele vicissitudini esistenziali del nostro stesso vivere. Sia nelle sue composizioni, ispirate alle stagioni, così come emergenti dallo fondo stesso del mare, così come nelle acidule sonorità, che quasi sembrano stracciare il cosmico ordito delle mie newyorkesi sequenze, Caberlotto sembra mettersi al centro del problema, esaminando fino in fondo i possibili parallelismi e le più acconce sintonie con le pittoriche partiture. Ho detto, parlando di Caberlotto, musica semplice, che nel suo caso non vuole certo essere epiteto restrittivo: la sublime semplicità delle Bachiane invenzioni docet”.
 
di Patrizia Angeloni