Il bandoneón di Minotto Di Cicco

L’altro lato dell’estuario del Rio de la Plata

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Minotto Di CiccoAbbiamo già trattato qualche volta dei limiti dell’espressione “tango argentino” nei confronti della più corretta “tango rioplatense”. Uno degli aspetti di questo dibattitto è relativo al mancato riconoscimento di quanto un paese come l’Uruguay abbia dato al genere musicale/danzato. Uno degli esempi più lampanti di tale incongruenza è riscontrabile in un’asserzione assai diffusa, ovvero quella che afferma come La Cumparsita sia il più celebre dei tanghi argentini. Il suo autore, invece, è uruguagio: Gerardo Hernán Matos Rodríguez (nato e morto a Montevideo) e la prima esecuzione del brano è avvenuta nella stessa capitale dell’Uruguay presso il Caffè La Giralda. Un’altra impronta lasciata dall’Uruguay nella vicenda tanghistica è data dalla presenza di Antonio Francisco Chiappe, tra i primissimi bandoneonisti della storia (per intenderci, sarebbe colui che “sfidava musicalmente” El Pardo Sebastián Ramos Mejía nella celeberrima poesia di Enrique Cadícamo). Una figura di alto profilo che ha sicuramente fatto onore all’Uruguay tanghistico è quella di Minotto Di Cicco, bandoneonista che nulla ha fatto rimpiangere al cospetto dei grandi nomi in circolazione al suo tempo dall’altro lato dell’estuario del Rio de la Plata. Classe 1898, aveva in famiglia altri due fratelli musicisti: Enrico, bandoneonista come lui, e Fioravanti, pianista. Minotto Di CiccoUn aspetto davvero particolare da evidenziare è il suo percorso di formazione: inizia a studiare la musica al pianoforte, passa alla fisarmonica e, poi, alla fine, arriva al bandoneón. La fisarmonica era uno strumento simbolo degli emigranti al pari del bandoneón e, probabilmente, la sua diffusione in Argentina ha preceduto quella dello strumento brevettato da Heinrich Band. Anche questa vicenda biografica di Minotto va ad avvalorare l’ipotesi che contempla una maggior presenza della fisarmonica fino negli ultimi decenni del XIX secolo, per poi – con il passaggio al Novecento – vedere una grande diffusione del bandoneón di pari passo con il successo del tango. Ricordiamo a tal proposito come Pedro Avila e José e Domingo Santa Cruz passarono dalla fisarmonica al bandoneón. Nel tango rioplatense la vera novità e la vera voce (e per questo anche spesso anche strumento leader dell’orchestra) è quella del bandoneón. Ebbene, Minotto Di Cicco è stato un grande strumentista, un grande interprete di questo strumento, molto stimato anche dagli altri musicisti e molto curato dal punto di vista tecnico, sia per la pulizia esecutiva, sia per le diteggiature che adottava. Marquezito (copertina)Come già detto, Minotto è cresciuto in una famiglia di musicisti; fin da giovane fa le proprie esperienze al fianco di diversi musicisti nei veri caffè di Montevideo. Già a soli diciannove anni, all’orchestra in cui suona viene dato il suo nome, anche se in compartecipazione con quello del pianista Alberto Alonso. Marquezito (estratto)Proprio in quel 1917, l’Orchestra Alonso-Minotto si reca a Buenos Aires per effettuare delle incisioni per l’etichetta Victor; tra i diciotto brani registrati figurano La Cumparsita e una composizione dello stesso Minotto, il tango Marquezito. Sempre nel 1917, Francisco Canaro lo invita a entrare nella sua orchestra a seguito dell’uscita del talentuoso ventenne Osvaldo Fresedo (di un anno più grande). Quando, nel 1918, Canaro decide di creare una super-orchestra fondendo la propria con quella di Roberto Firpo, Minotto fa parte del folto gruppo di musicisti chiamati a suonare nella città di Rosario. Nel 1921, nasce l’Orchestra Minotto Di Cicco, che include i suoi fratelli affiancati da altri musicisti, tra cui, in alcuni momenti, Julio De Caro al violino. Nel 1922, l’orchestra incide per la Victor, ma già nel 1923 egli lascia la propria stessa orchestra richiamato ancora una volta da Francisco Canaro; a seguire, affronta da solo una trasferta in Francia. Francisco CanaroImportante è il suo concerto al bandoneón solista in diretta alla radio (precisamente per Radio Paradizábal di Montevideo) nel gennaio 1924, fatto che avvalora la grande stima che c’era per le sue capacità di strumentista al punto da rendere un evento le sue rivisitazioni di tanghi per lo strumento solo. Dopo aver effettuato altre incisioni con l’orchestra di Canaro e, a proprio nome, per la casa discografica Odeon, nel 1927, decide di ricostituire una propria orchestra. Questa seconda versione è sempre di ottimo livello e tra i suoi componenti figurano nomi di primissimo piano della storia del tango come il bandoneonista Gabriel Clausi, il cantante Francisco Fiorentino (in questo caso a volte anche al bandoneón) e il violinista Hugo Baralis (musicista che lavorerà con Astor Piazzolla e sarà uno dei componenti del mitico Sexteto di Elvino Vardaro). Nel 1932, sempre insieme a Canaro, è protagonista nel musical La Muchachada del Centro; nel 1940, Canaro decide di costituire il Quinteto Pirincho affinacandolo alla sua orquesta típica: il Quinteto era destinato essenzialmente alle incisioni discografiche e alle partecipazioni cinematografiche, mentre l’orchestra continuava la propria attività nei locali; grazie al coinvolgimento nel Quinteto, Di Cicco ha la possibilità di lavorare a diverse produzioni cinematografiche. Concludiamo prendendo visione di un estratto del tango Marquezito con le sue particolari figurazioni di acciaccature doppie.