L’incontro dei secoli e delle culture
La musica di Miranda Cortes per "Accordion Waves"
Ancora un’immersione nella Collezione di partiture Accordion Waves suona italiano edita da Ars Spoletium nel contesto del progetto Nuovo C.D.M.I. prima, unitamente al relativo album digitale e al CD in edizione limitata: sono tre i brani che propongo al palcoscenico come autrice e interprete, fruibili anche da musicisti in formazione: Dorikean, Folie, Battito d’Ali. Sono lavori che coniugano la valenza musicale alla dimensione didattica, secondo un paradigma differente da una certa tradizione pedagogica, affinché ci si possa avvicinare all’esecuzione strumentale come un’opportunità per conoscere, insieme alle note del pentagramma, anche le dimensioni sonore legate al nostro passato secolare, intriso di suoni e atmosfere immaginifiche.
Dorikean. Sulle vie di Damasco
Scala dorica, lidia, misolidia: dove possono portarci i suoni nel tragitto delle civiltà? Il tempo non esiste nel mondo sonoro, e il nostro strumento musicale diventa una navicella spaziale di semi/eterna percorrenza dall’antica Babilonia al terzo millennio.
Il brano si dichiara con un primo suono, quasi un ruggito vibrante, e davanti a noi si erge una prima immagine dell’antichità… L’incipit di Dorikean si evolve rastremandosi alla stregua di una colonna dorica del Partenone e vuol essere un modo agevole per ascoltare elementi musicali antichi in chiave contemporanea; da qui la composizione procede solenne per quadri simili alle raffigurazioni delle metope del fregio scolpito nella dura pietra. Un connubio tra polifonia e melodie, sostegni decisi e linee narrative dell’intricata miscellanea di culture e accadimenti storici avvenuti tra antica Grecia e Asia minore dove Sparta, Lesbo, Mileto e Anatolia s’incontrano in un viaggio musicale che si sposta verso la Magna Grecia e fino al postmodernismo di alcune architetture del XX secolo. La composizione sembra voglia sostenere l’accompagnamento di esametri dell’epica omerica o della Teogonia di Esiodo per donare memoria al ritmo della metrica greca.
Folie. Da Granada a Istanbul, l’incontro dei secoli
Una giornata di agosto terribilmente calda a Jeres de La Frontera, in piena Andalusia. In lontananza, risuona una misteriosa sequenza di note: la scala frigia, follemente amata dai gitani, interpreti del flamenco andaluso. Ma la migrazione dei popoli è inarrestabile e dall’altra parte del Mediterraneo risponde un ritmo Aksak in 7/8, particolarmente vivace, nutrito di dissonanze che si risolvono poi nella consonanza frigia. Il titolo della composizione fa eco all’«oscurità» del modo frigio dovuto all’intervallo di seconda minore tra I e II grado e tra V e VI e, in tal senso, non è difficile identificare uno sdoppiamento della descrizione musicale; da una parte la follia della bellezza sonora che s’intreccia in una navigazione da una sponda all’altra del Mediterraneo, e dall’altra la valorizzazione di come l’ombrosa follia possa insinuarsi nella mente umana, prima come piacevole canto liberatorio dal reticolo dei comportamenti abituali, poi come lotta contro il collaboratore più prezioso che la mente possa avere: il subconscio. La partitura non si conclude e rimane in sospensione, lasciando che sia l’ascoltatore a immaginarne il proprio.
Battito d’ali. Viaggio nell’immensità sonora
Questo brano si ispira alla sonata Et Exspecto della compositrice russa Sofija Gubajdulina. Alcuni stilemi compositivi dell’autrice sono stati qui riprodotti in versione semplificata per gli studenti della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado (vedi biennio). Il titolo Battito d’ali vuole rappresentare il passaggio dell’identità umana sul pianeta Terra, un soffio d’aria palpitante e allo stesso tempo vigoroso, un respiro a pieni polmoni. In quest’ottica la composizione vuole dare una particolare attenzione al respiro prodotto dal mantice, evidenziato sin dalle prime tre battute “vuote”, che, volutamente, offrono uno spazio espressivo all’esecutore per esprimere il fremito dell’aria contenuta nel mantice.
Dopo una successione di respiri e di cluster “acuti”, quasi ad evocare le frequenze non intellegibili del battito d’ali, prende vita una melodia languida, che conduce l’ascolto a un episodio roboante, con la progressione cromatica di cluster alla tastiera sinistra e triadi alla tastiera destra.
Un brano evocativo ed educativo allo stesso tempo, il cui obiettivo è quello di creare le condizioni tali affinché gli interpreti possano relazionarsi con la dimensione virtuosistica del suono piuttosto che quella della canonica esecuzione strumentale.