La musica di Bio Boccosi
Dal 15 novembre, sui più importanti store digitali, il CD antologico con i brani del celebre compositore
Dopo il successo riscontrato dalla Rassegna nazionale “Adamo Volpi” (vedi precedente articolo del 9/11/2024), promossa nel 2011 dal Nuovo C.D.M.I. (Centro Didattico Musicale Italiano), l’anno successivo, l’associazione decise di dedicare l’evento itinerante a Bio Boccosi (1912/2006) nel centenario della nascita, organizzando il concerto finale, ovviamente, nella sua città natale, ovvero Ancona, sede, per vari decenni, delle storiche associazioni Centro Didattico Farfisa (C.D.F.) e del successivo C.D.M.I.
Musicista eclettico e dinamico, la personalità di Boccosi fu infatti multiforme, articolandosi veramente in varie direzioni. Ricordiamo l’attività di pianista e direttore d’orchestra in gioventù, poi la didattica, prima come insegnante e successivamente come promotore di associazioni e coordinatore di scuole musicali (C.D.M.I.). In seguito l’attività di editore, prima come responsabile artistico della “Farfisa” (Edizioni Farfisa, dal 1946), poi come Presidente (proprietario) delle edizioni Berben dal 1965. Fu anche un pubblicista molto attivo, redattore capo del periodico “Fisarmonica” dal 1948, che assunse, a seguire, il titolo di “Strumenti&Musica”, di cui fu direttore fino al 2003. Infine, l’incredibile e quasi frenetica attività come promotore, divulgatore e operatore culturale, organizzatore di centinaia di concorsi, rassegne, festival e convegni.
Boccosi era un convinto assertore che il mondo musicale dovesse essere connesso interagendo nelle sue varie anime. Secondo il suo pensiero, il settore produttivo, ovvero le aziende, dovevano essere strettamente collegate con le scuole, le quali dovevano essere organizzate – specie quelle private – in rete (non il web, all’epoca non c’era ancora Internet). Le scuole, a loro volta, dovevano essere connesse attraverso periodici/riviste (edizioni musicali), ad associazioni/enti che promuovessero manifestazioni come concorsi, festival e quant’altro, per veicolare la musica (specie quella d’insieme) soprattutto fra i giovani, coinvolgendo – nel contempo – anche noti artisti del mondo musicale nei suoi vari generi.
Ora, a distanza di alcuni decenni, si deve constatare che molte delle idee e delle iniziative di Boccosi erano giuste e vincenti, tanto che, ancora oggi, alcune delle sue attività sono vive e vegete. Il primo esempio è proprio Strumenti&Musica, rilevata da Ars Spoletium nel dicembre del 2007, stampata per alcuni anni e poi veicolata sul web. Si pensi, inoltre, alle edizioni Berben che, seppur non più di proprietà della famiglia Boccosi (il figlio Fabio lasciò alcuni anni fa), sono state acquisite dalle edizioni Curci di Milano, mantenendo però il loro brand e rimanendo in Italia. Poi l’associazione C.D.M.I. la quale, divenendo nel 2005 Nuovo C.D.M.I., prosegue attualmente (anche se in maniera un poco differente) l’attività di promozione degli aspetti didattico-artistici e culturali della fisarmonica. Infine, il concorso internazionale denominato “Trofeo mondiale della fisarmonica”, di cui Boccosi fu anima e organizzatore principale in qualità di segretario generale della C.M.A. (Confédération Mondiale de l’Accordéon) per molti anni, prosegue ancora il suo lungo cammino dal 1951. Tutto ciò sta naturalmente a dimostrare, più di tante parole, che le attività da lui svolte possedevano una base valoriale forte, se ancora oggi resistono all’usura del tempo.
Ma tale personaggio della cultura musicale italiana operò anche in un altro settore: quello della composizione. Quella del “compositore” non fu certo la sua attività principale, però vi si dedicò fin dagli anni della giovinezza, scrivendo musica in particolare dagli anni Trenta fino agli anni Settanta.
Proprio questo aspetto della creatività del musicista anconetano è stato riscoperto dal Nuovo C.D.M.I. nel 2012, attraverso la rassegna sopra menzionata, che ha portato alla luce tutta una serie di brani che conservano, ancora oggi, una loro dignità musicale, a volte anche una certa eleganza di scrittura, rappresentando sempre una testimonianza e, per così dire, un “sentire musicale democratico”, ovvero di una buona parte della collettività italiana (e non solo) di quel particolare periodo storico. Un sentire musicale che fondamentalmente affonda le proprie radici nella musica romantica ottocentesca e, in particolare, nell’opera lirica, ma che, specie dagli anni Quaranta e Cinquanta, iniziava maggiormente a nutrirsi di “musica leggera” e di intrattenimento, sempre più influenzata dal jazz e dintorni.
Ecco, tutto questo si può percepire ascoltando la musica di Boccosi, che risulta caratterizzata proprio da due “anime” principali: quella classico-romantica (di stampo più accademico) e quella in qualche modo ispirata dal jazz e dalla music20a “ritmica” in genere (più popolare). Il tutto plasmato secondo diversi generi e forme: quindi nella declinazione didattica – settore per il quale il maestro si impegnò durante tutta la sua vita – ma anche “da concerto”; occorre dire che diversi brani furono usati come “pezzi d’obbligo” per vari concorsi, anche internazionali.
Musica per strumenti solisti, su tutti la fisarmonica – che promosse a lungo e in varie modalità – e il pianoforte (il suo strumento), ma anche per gruppi di musica d’insieme. Ricordiamo che Boccosi, specie all’inizio della sua carriera, fu anche direttore di vari complessi e poi di un’orchestrina che si esibì spesso alla radio (Rai) in vari teatri, come quello delle “Muse” di Ancona, dove diresse l’ultimo concerto, prima che il teatro venisse bombardato, durante il secondo conflitto mondiale.
Pressoché tutti i brani presentati nell’indimenticabile Rassegna del 24 novembre 2012, confluirono in un CD – La musica di Bio Boccosi – contenente tutte esecuzioni registrate dal vivo. Ma non solo, la quasi totalità dei pezzi sono delle “prime registrazioni assolute”. Ora, a distanza di dodici anni, questo album monografico è disponibile sia fisicamente, distribuito dalle Edizioni Musicali e Discografiche Ars Spoletium, sia digitalmente ascoltabile/scaricabile dal 15 novembre su Spotify e tutte le principali piattaforme online.
IL PROGRAMMA
Entrando nel dettaglio dei vari brani, si possono ascoltare alcuni pezzi per pianoforte, come i brani didattici di elegante fattura Studietto e Piccola barcarola, interpretati da Elena Baldoni, i quali dimostrano l’interesse e l’impegno del maestro per l’educazione e la pedagogia musicale.
Poi si può apprezzare il dolce Valzer d’aprile, tratto dall’operetta in un atto per bambini Le ciliegine – che Boccosi scrisse nel 1938 (su versi di Angelo Fucili) – eseguito, in versione pianistica, dal giovanissimo Leonardo Mannini, vincitore della categoria “pianisti”. Il brano rappresenta un filone significativo della prima produzione del musicista, costituito da operette e commedie musicali; da queste opere giovanili, come ci confermò Gervasio Marcosignori, grande fisarmonicista concertista e fraterno amico di Boccosi, l’autore trasse dei temi che poi riutilizzò elaborandoli per la composizione di vari brani strumentali scritti successivamente.
A seguire, si può ascoltare la solenne Meditazione, pezzo originariamente scritto per organo elettronico, qui interpretato dalla pianista ospite prof.sa Mariella Guazzaroni. Successivamente, e sempre per pianoforte, si propone Giallo e rosso, raffinato pezzo che combina elementi dello studio romantico con echi a metà tra il ragtime e il jazz; il brillante brano è interpretato dalla pianista ospite prof.sa Claudia Menghi. Le due pianiste, in un affiatato duo “a quattro mani”, ci offrono poi l’efficace e ironica Tarantella (esistente anche nelle versioni per due pianoforti e per fisarmonica sola).
Una parte importante del disco è rappresentata proprio dalle composizioni per fisarmonica. Non si dimentichi che Boccosi, dopo Luigi Oreste Anzaghi e Gorni Kramer, fu uno dei primi pionieri in Italia a scrivere musica originale per lo strumento. Nel CD si parte dalla pedagogica Gavottina, eseguita da Gloria Nobili, per proseguire poi con due brani “caratteristici”, entrambi eseguiti da Michele Toppo: Scherzando col mantice, in cui è impiegata la particolare tecnica del “Bellows Shake” e l’esotica Soraja, una danza orientale con qualche pennellata di “swing”.
Si prosegue poi con l’evocativa Fantasia romantica, eseguita dalla coreana Eun-Soo Hong, seguita dalla Rapsodia azzurra, uno dei brani più noti di Boccosi, interpretato da Marco Franconi, il quale propone poi anche la Rapsodia di primavera, forse la composizione più ampia e complessa del musicista. Da ricordare che Marco Franconi e Michele Toppo hanno ottenuto un concerto-premio, come “migliori interpreti” della rassegna.
Si possono anche apprezzare due canzoni, ovvero un “assaggio” di un settore particolare nella produzione di Boccosi: la passionale Tu sei la fata (testo di Castellana), firmata con lo pseudonimo T. Dogrey, e la divertente A Milano c’è un’altra stella (parole e musica di Bio Boccosi). I due brani, interpretati dal gruppo ospite, i Burro e salvia, ci offrono uno spaccato della musica leggera italiana degli anni del dopoguerra, in cui sovente si coniugava la cantabilità orecchiabile della melodia con lo swing americano, un po’ alla maniera di Gorni Kramer.
Una parte significativa poi della produzione del musicista è la musica da camera, qui rappresentata da alcuni pezzi per ensemble di fisarmoniche. Il programma del CD si apre con un pezzo pionieristico pubblicato nel 1948: la marcia Castelfidardo per complesso di fisarmoniche, dedicata quindi alla “Città della fisarmonica”; la storica composizione è presentata dal quartetto: Su-Rin Choi, Eun-Soo Hong, Francesco Ricci e Carlo Sampaolesi. Possiamo poi apprezzare Divagazioni, articolato brano alquanto romanticheggiante proposto dal quartetto composto da Luigino Pallotta, Marco Franconi, Paolo Moretti e Antonino De Luca. Lo stesso ensemble ci offre poi una terza comunicativa rapsodia (forma che evidentemente Boccosi amava particolarmente): la Rapsodia d’autunno, la quale conclude degnamente la ricca carrellata musicale.
In conclusione, possiamo definire questo lavoro veramente significativo (per la fisarmonica si tratta quasi di un’opera omnia dell’autore). Importante dal punto di vista storico, anche per le diverse prime registrazioni assolute, per la varietà del programma e infine – e non da ultimo – per la qualità degli interpreti: sia i graditissimi ospiti e sia i validi giovani, tra i quali notiamo fisarmonicisti come Antonino De Luca, Luigino Pallotta, Marco Franconi, Carlo Sampaolesi, Gloria Nobili e altri, che – nel frattempo cresciuti e tutti diplomati in conservatorio – attualmente si stanno facendo onore sulla scena nazionale e internazionale: altro merito della rassegna e del Nuovo C.D.M.I. che l’ha proposta, realizzata e promossa.