“Sonorités Oubliées” il nuovo disco dei Proscenio Ensemble

Pubblicato da Da Vinci Publishing di Osaka e disponibile sulle piattaforme digitali

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Sonorités Oubliées - Proscenio EnsembleA tre anni dalla precedente pubblicazione il clarinettista Stefano Ongaro e il pianista Cristiano Zanellato escono con una nuova produzione discografica. Ascoltiamo direttamente dalle parole degli artisti le motivazioni che li hanno portati a cimentarsi in questa nuova avventura musicale.

Diamo il benvenuto al Proscenio Ensemble, in particolar modo a Stefano Ongaro e Cristiano Zanellato. A distanza di pochi anni arriva un nuovo disco… Stefano ce lo può introdurre brevemente?

Certamente, “Sonorités Oubliées” è il risultato di un percorso di ricerca dedicato al primo repertorio cameristico e solista di due strumenti appartenenti alla famiglia del clarinetto. Il corno di bassetto ed il clarinetto basso sono due clarinetti “speciali”; non vi è molta discografia che proponga composizioni del XIX secolo a loro dedicati. Questo progetto discografico è una antologia musicale e propone alcune esecuzioni mai incise prima.

Stefano Ongaro, clarinettista, un curriculum molto importante e interessante. Ci racconta le tappe fondamentali del suo percorso di studi?

I miei studi iniziarono al Conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo all’età di 11 anni con l’allora M° Ivano Fenzi; maestro che poi mi accompagnò al diploma presso il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova nel 1995. Credo che il trasferimento degli studi a Padova sia stata una prima tappa molto importante che mi ha permesso di continuare a studiare con il mio primo Maestro del quale conservo un ricordo speciale e, parallelamente, mi ha offerto l’occasione di “sconfinare” e conoscere nuovi professionisti che si sono rivelati fondamentali per il successivo consolidamento professionale. Dopo il diploma ho avuto modo di studiare con moltissimi clarinettisti e musicisti, ricordo Fabrizio Meloni, 1° clarinetto del Teatro La Scala di Milano – Alessandro Fantini,  1° clarinetto del Teatro La Fenice di Venezia – Luca Lucchetta, 1° clarinetto dell’Orchestra di Padova e del Veneto e Paolo De Gaspari, clarinetto basso di fama internazionale, per i quali nutro grande affetto per quanto mi hanno dato sia musicalmente che umanamente. Dopo il diploma, a professione avviata, ho conseguito i master di secondo livello ad indirizzo interpretativo in clarinetto, musica da camera e clarinetto basso, occasioni che ho vissuto con l’intento di approfondire ulteriormente quanto già stavo praticando. Gli studi mi hanno offerto l’opportunità di fare esperienze nelle più importanti orchestre nazionali e di conoscere alcune delle più belle pagine di musica lirico-sinfonica nonché da camera scritte anche per i clarinetti.

Cristiano Zanellato, pianista, anche a lei rivolgiamo la stessa domanda… Quali sono i momenti più importanti del suo percorso di studi?

Identificherei certamente nella prima giovinezza, sino ai vent’anni, epoca del mio Diploma un primo “periodo a sé”, di fondamentale importanza. Successivamente al Diploma è proseguita una basilare e graduale reimpostazione guidata da Maestri importanti seguiti per un po’ di tempo; sino all’illuminante incontro con la figura e il pianismo di Fausto Zadra presso l’Ecole Internationale de Piano di Losanna. Dopo aver posto nuove basi, ma sempre su un repertorio prevalentemente solistico (culminato in un primo Biennio di Interpretazione Pianistica), è avvenuta un’apertura al camerismo e alla graduale scoperta di una certa attitudine a lavorare, sempre “da pianista”, con le voci: sia nel campo “lirico” che in quello “liederistico” (ambito, quest’ultimo, coltivato soprattutto in occasione di un secondo Biennio, in Musica Vocale da Camera). Il più recente impegno – sia con il Proscenio Ensemble che con altre realtà cameristiche come l’AltoContraltoTrio – rappresenta in un certo modo una confluenza delle varie esperienze che però mantiene sempre come premessa e necessità un rapporto personale (sempre da rinnovare) con lo studio allo strumento.

La vostra ricerca circa la letteratura originale per glicibarifono (alias clarinetto basso) e corno di bassetto si sofferma sugli autori del periodo classico-romantico. Che evoluzione hanno avuto i due strumenti? Ci sono compositori contemporanei degni di nota?

Diciamo che questi strumenti hanno fatto tanta strada per arrivare a presentarsi come li vediamo noi oggi; il primo esemplare di corno di bassetto risale al 1760 ed il clarinetto basso nei primi decenni dell’Ottocento (circa 1830). Entrambi hanno mutato fisionomia rispetto alle proprie origini ed hanno potuto evidenziare le proprie potenzialità grazie alle composizioni di famosi compositori quali Wolfgang Amadeus Mozart prima e Giuseppe Verdi poi. Per quanto riguarda il repertorio contemporaneo, vi sono assolutamente compositori che hanno “sperimentato” il potere timbrico di questi due strumenti anche in abbinamento all’elettronica. Compositori contemporanei? Per citarne un paio penso a due grandissimi compositori italiani che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente in orchestra: Claudio Ambrosini e Salvatore Sciarrino.

Come la precedente pubblicazione “Ô Doux Printemps D’Autrefois” (2020), anche il nuovo disco “Sonorités oubliées” (2023) per clarinetto basso, corno di bassetto e pianoforte è uscito per Da Vinci Publishing di Osaka. Come mai la scelta è caduta su questa etichetta?

Ho conosciuto l’etichetta Da Vinci Publishing nel 2016 quando proposi loro un’idea che fu subito sostenuta con entusiasmo dal direttore Edmondo Filippini. Successivamente, per una serie di contrattempi, abbandonai il progetto che fu recuperato nel 2019 quando fu lo stesso dott. Filippini a scrivermi chiedendomi “Allora? Hai risolto i tuoi imprevisti? Sei pronto per registrare e pubblicare?”. Da lì il primo CD nel 2020. La scelta è scaturita da una reciproca volontà e, molto probabilmente, da una particolare sensibilità e sintonia progettuale. Il secondo lavoro è arrivato quasi conseguentemente al primo dal momento che il mio desiderio di ricerca e studio di repertori poco noti e molto raffinati ha potuto realizzarsi con la registrazione e pubblicazione, grazie sempre alla Da Vinci Publishing ed al suo staff.

Proscenio Ensemble - Stefano Ongaro e Cristiano ZanellatoDi sicuro siete promotori di un progetto quanto meno “atipico” che, indubbiamente, valorizza le vostre competenze e abilità musicali, ma qual è la risposta del pubblico che presenzia le vostre performances, i vostri concerti?

A differenza di quanto uno si aspetta, riusciamo a coinvolgere il pubblico e ad accompagnarlo in quello che è da un po’ di tempo il nostro slogan: “un viaggio nella raffinatezza della musica”. La gente ascolta, chiude gli occhi, sogna e al termine del concerto ci ringrazia per quanto abbiamo dato loro. Credo che la passione per quanto facciamo, la cura che mettiamo nello studio e lavoro oltre alla nostra genuinità, per rispetto verso il pubblico, siano le qualità che ci permettono di realizzare i nostri sogni e fare cultura in modo proficuo.

Stiamo comunque parlando di un genere di musica “serio” pertanto penalizzato da tante proposte pseudo musicali e riservato ad una platea estremamente competente. Fermo restando l’importanza del progetto, quale spazio riservano i promotori delle varie stagioni concertistiche ad una iniziativa di questa portata?

Le organizzazioni concertistiche devono essere stimolate, noi lavoriamo molto anche sulla promozione dei nostri progetti. Purtroppo, non è sempre facile trovare spazi ed anche l’occasione di questa intervista può essere l’opportunità in cui un organizzatore venga incuriosito dal nostro lavoro, ne rilevi il valore artistico, e prenda contatti per proporci qualche spazio. Le stesse agenzie sono abbastanza chiuse e talvolta più prese da particolari commercialmente più vantaggiosi rispetto al contenuto artistico.

Cosa passa per la mente di un musicista con una formazione importante come la vostra quando sale in macchina e accende la radio? Avete fatto esperienze fuori dai confini nazionali? La “musica” all’estero è la stessa?

In Italia la musica non sta vivendo un bel momento, esattamente come tutta l’arte e la cultura in generale. Come dicevo prima, gli aspetti commerciali hanno/stanno snaturando il mondo culturale. L’apparire è più importante di tanti altri valori e di certo la cultura e l’istruzione non sono al primo posto. Abbiamo visto sconsacrare molti palchi dall’attuale mondo musicale che, senza nulla togliere ad alcun artista della compagine moderna, non è all’altezza dei nostri pilastri del passato che hanno fatto la storia della Musica. All’estero? Ho studiato in Belgio, suonato in Germania e Svizzera; negli altri paesi mi par di percepire una diversa predisposizione alla cultura. La musica è “masticata” a tutti i livelli, anche quella classica che da noi si chiama “colta”.

L’impegno dichiarato del Proscenio Ensemble è quello di contribuire a rieducare la massa, e soprattutto i giovani, all’ascolto della “buona musica”. Voi sostenete, a ragione, che tutti i generi musicali hanno alla base un fondamento derivante dalla “classica”. Alla luce di quanto proposto giornalmente da radio, tv, distributori digitali e social media, cos’è, a vostro parere, che non ha funzionato? Come si potrebbe invertire questa tendenza finalizzata alla promozione della mediocrità? Sarebbe utile, ad esempio, avviare un percorso educativo già nei primi anni delle scuole dell’obbligo?

Lo dicevo prima… questa spasmodica voglia di apparire, di influenzare, di commercializzare tutto, svendere qualsiasi cosa a scapito della qualità; queste sono le piaghe del mondo di oggi che sta deviando e distruggendo le finalità dell’arte in tutte le sue forme, della cultura e dell’istruzione. È necessario avvicinare l’adulto, guidarlo verso l’arte per poi coinvolgere i giovani e giovanissimi. Musei, mostre, teatri, sale da concerto sono tutte occasioni per riscoprire o vivere esperienze meravigliose in grado di restare nella nostra mente e lentamente formarci al bello. Quello che ci capita di vedere scritto nei messaggi che arrivano dopo una performance è: “Ci avete fatto sognare”; noi, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a dimostrare quanto grande e potente è l’arte e, nello specifico, quella musicale.

Da Braga, Donizetti e Lachner a Rummel, Danzi e Koch, questi alcuni degli autori che hanno caratterizzato le vostre due pubblicazioni discografiche. State già pensando ad un terzo filone esplorativo per il prossimo CD?

Diciamo che qualcosa bolle in pentola, ma per adesso vogliamo concentrare le nostre energie nella diffusione di questi due importanti lavori che abbiamo realizzato in solo tre anni. Prima di annunciare un nuovo progetto lo vogliamo organizzare per bene con i dovuti contenuti e dopo un’accurata ricerca.

 

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Proscenio Ensemble Piazza Mazzini, 13 – Ro Ferrarese (Fe)

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