Un melting pot dagli echi ancestrali

Luciano Biondini / Klaus Falschlunger, “Once in a Blue Moon”

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Once in a Blue MoonUna variopinta tavolozza di colori che rapisce l’attenzione e conquista all’istante, derivante da una succulenta commistione di stilemi e maliarde sonorità volti a evocare immaginifici paesaggi interiori, il tutto locupletato da una magica atmosfera che lascia con il fiato sospeso. Once in a Blue Moon è la nuova creazione discografica di Luciano Biondini (fisarmonica) e Klaus Falschlunger (voce e sitar). Il CD è formato da otto brani, di cui soltanto Powerplay è una composizione originale scaturita dall’ubertosa mente del fisarmonicista, mentre tutti gli altri sono frutto della feracità di Falschlunger. Luciano Biondini è uno fra i migliori fisarmonicisti italiani degli ultimi vent’anni. Durante il suo prolifico e soddisfacente percorso artistico, riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica, si è esibito in Spagna, Germania, Danimarca, Croazia, Andorra, ha preso parte a numerosi festival internazionali come “Umbria Jazz Winter”, “Fano Jazz”, “Festival dei Due Mondi”, “Festival Klezmer”, oltre a collaborare con svariati musicisti di caratura internazionale, fra cui Tony Scott, Enrico Rava, Mike Turk, Ares Tavolazzi, Battista Lena, Gabriele Mirabassi, Roberto Ottaviano, Javier Girotto, Marteen Van der Grinten, Martin Classen, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Ivano Fossati, Enzo Pietropaoli, Gianmario Testa, Pierluigi Balducci, Rosario Giuliani, Michele Rabbia, Rabih Abou-Khalil. Klaus Falschlunger è un eccezionale specialista del sitar, strumento a corde dell’India settentrionale e il più conosciuto in Occidente per ciò che concerne la musica classica indiana, oltre ad essere un esperto di konnakkol, ossia un’arte vocale tradizionale tipica della musica dell’India del sud, la musica carnatica, dove si recitano le sillabe (Sol) e parole (Solkattu) dal suono percussivo, in relazione a un preciso ciclo ritmico, definito Tāla. Falschlunger ha studiato musica classica indiana e sitar, dal 1991 al 1995, in India. Formatosi (principalmente) attraverso la conoscenza del jazz e del rock, nei suoi lunghi viaggi in Asia, Medio Oriente ed Europa ha scoperto sempre più la policromia della musica. Oltre al suo viscerale amore per la musica classica indiana, ha formato svariate band dedicandosi particolarmente alla sperimentazione. La sua fervida creatività e il suo brillante eclettismo gli hanno permesso di esibirsi a tutte le latitudini, oltre a stringere collaborazioni con artisti di blasone mondiale tra cui, fra tutti, lo straordinario sassofonista jazz statunitense Bob Mintzer. Poi, a proposito di sodalizi artistici, ecco il suo incontro con Luciano Biondini, che è sfociato nella realizzazione di Once in a Blue Moon. Il mood di Sweet & Salty è ipnotico. L’eloquio di Falschlunger è evocativo, magnetico, sostenuto dal puntuale comping di Biondini che, nel suo discorso improvvisativo, brilla per intensità interpretativa ed energia espressiva. In Mind the Gap l’atmosfera è avvolta in un’aura di mistero. Klaus Falschlunger dà vita a un’improvvisazione (volutamente) sghimbescia, zigzagante, stilisticamente peculiare. L’elocuzione del fisarmonicista è ponderata con acume, adornata da colorazioni esotiche. Timelines è una composizione che, fin dalle primissime misure, colpisce soprattutto per l’impatto sonoro. Qui il solo di Biondini è intriso di venature bluesy e accattivanti scorribande cromatiche, il tutto impreziosito da una lodevole agilità di fraseggio ed elogiabile padronanza dello strumento. Nelle prime battute Powerplay si presenta come un brano particolarmente etereo, per poi snodarsi in modo più incalzante. In questo brano, il dialogo tra Falschlunger (all’opera con la konnakkol) e Biondini è di pregevole fattura, in cui il duo si fonde in modo simbiotico creando un notevole manto melodico, armonico e ritmico. A Hippie in a Tipi dà la sensazione di una profonda immersione in un ambiente naturalistico. La conversazione fra i due musicisti è fitta, ardente, con Luciano Biondini che disegna traiettorie melodiche e armoniche estasianti e Klaus Falschlunger che produce suoni ancestrali, provenienti dalle viscere della terra. Once in a Blue Moon è un disco che rappresenta un crocevia di stili, accentuatamente influenzato da generi come la world music, l’ethno jazz e la musica mediterranea. Un album che proietta la mente verso un immaginifico viaggio, dal sapore ancestrale, fra i sentieri del mondo, alla (ri)scoperta di suoni, colori e culture dall’irresistibile fascino.

 

Luciano Biondini / Klaus Falschlunger, Once in a Blue Moon

Etichetta discografica: ATS-Records

Anno produzione: 2020

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(Foto di Leo Fellinger)