L’esplorazione di sentieri sonori

La fusione fra acustico ed elettronica secondo Antonino De Luca

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Antonino De Luca (PH Alessandro Gianbartolomei)Antonino De Luca è un fulgido talento della fisarmonica. Sopraffino compositore, oltre che brillante fisarmonicista, il musicista di origine siciliana focalizza l’attenzione sulla sua visione della musica, del suono e sulla simbiosi fra musicisti. Nello specifico, in questa intervista, si sofferma su Plumas e Rifugi, i suoi due nuovi dischi che descrive dal punto di vista del mood e del messaggio artistico.

La tua florida attività discografica ha portato alla pubblicazione di due album recentemente usciti. Il primo è Plumas, firmato Lôro Malandro e prodotto da Nügo Creative Collective. Si tratta di un disco in duo con il polistrumentista Leonardo Rosselli. La dimensione del duo, a tuo giudizio, rappresenta un reale valore aggiunto sotto l’aspetto dell’interplay?

L’interplay è probabilmente l’espressione massima della condivisione che la musica improvvisativa ci offre e ci permette di raggiungere. L’allenamento dell’estemporaneità consente di ottenere sempre più la stessa lunghezza d’onda del pensiero mentale, in modo tale da contrappuntare sempre più le linee melodiche per far sì che si possa formare un’architettura sonora che abbia un senso compositivo molto accentuato. Sicuramente il duo è la formazione in cui l’interplay può essere allenato più facilmente, proprio per avere risultati altissimi. Senza dubbio, più aumentiamo gli elementi della band, più difficile sarà tentare di raggiungere un buon livello di condivisione del pensiero musicale.

In Plumas, sia tu che Rosselli utilizzate anche l’elettronica. Dal punto di vista delle sonorità, quale contributo apporta l’utilizzo appunto dell’elettronica?

Personalmente vivo l’utilizzo dell’elettronica più come aggiunta piuttosto che come modifica del suono. Ho un amore incondizionato per gli strumenti acustici, per cui l’uso di essa deve essere studiato in modo da non appesantire il suono acustico, bensì deve riuscire a completarlo per raggiungere meglio l’intento sonoro. In Plumas abbiamo concentrato l’introduzione dell’elettronica nei brani tratti da improvvisazioni libere, che hanno acquisito un carattere quasi cinematografico, fino a creare veri e propri landscapes sonori.

Sul piano del messaggio artistico, qual è l’intento comunicativo di Plumas?

Essendo il primo lavoro discografico di questa formazione, l’obiettivo è sicuramente quello di tracciare più sentieri sonori possibili, con il duplice scopo di trovare più percorsi che possano essere sviluppati singolarmente in futuro, oltre a esplorare al massimo le potenzialità di questo progetto.

Antonino De Luca (PH Alessandro Gianbartolomei)Ancor più recente, invece, ecco Rifugi realizzato con Emanuele Di Teodoro al basso e Massimo Manzi alla batteria, pubblicato da Barvin Jazz. Quali sono le peculiarità stilistiche e interpretative di questo disco?

Rifugi rappresenta un nuovo ciclo sonoro tracciato in seguito al primo lavoro discografico di questa ben collaudata formazione (Radici, sempre edito da Barvin Jazz) in cui esploravamo le mie origini siciliane attraverso un background di studio consolidato negli anni. La nuova direzione ci spinge verso colori e sonorità più moderne, sia nelle forme che nei ritmi. Non a caso è un album interamente di musiche originali, a differenza di Radici che è un mix di arrangiamenti di pagine popolari e folcloriche siciliane e composizioni di mio pugno per meglio edulcorare il concept del disco.

In Rifugi usi anche l’effettistica, in particolare nel brano Black Panther, per emulare il suono dell’organo hammond. L’uso degli effetti, a tuo parere, è un ampliamento delle possibilità e sfumature timbriche della fisarmonica?

La fisarmonica è già di per sé uno strumento pieno di sfaccettature, un enorme caleidoscopio di suoni che non basterebbe una vita per esplorarli tutti. Come ho detto prima, l’elettronica può solo contribuire alla ricerca sonora sempre mantenendo un totale rispetto per il suono acustico dello strumento, già meraviglioso e capace di suscitare grandi emozioni così com’è.

A proposito di strumento, che modello utilizzi in studio di registrazione e dal vivo?

Per questi due progetti discografici ho utilizzato i miei due strumenti principali: per Plumas la mia Scandalli Air VI, modello che rappresenta una versione più moderna dello storico Super VI, mantenendone le doti sonore specialmente nella risposta “esplosiva” delle voci, mentre per Rifugi ho registrato con la mia Victoria Piuma Jazz, modello realizzato su mia richiesta alcuni anni fa che mi consente di avere un suono leggermente più personale. Adoro entrambi questi strumenti nella loro diversità, ma nei progetti i miei colleghi sono stati decisivi sulla scelta delle fisarmoniche da utilizzare, dopo le numerose prove che abbiamo fatto prima delle registrazioni.

Con Plumas e Rifugi hai già calendarizzato delle date di presentazione per l’immediato futuro?

Entrambi i progetti hanno in lavorazione diversi appuntamenti per la promozione sia in Italia che all’estero, nella speranza che la musica dal vivo riprenda sempre più il posto che merita.

 

(Foto di Alessandro Giambartolomei)

 

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