Oltre ogni singolo effetto-La fisarmonica “profonda” di Pauline Oliveros (6ª parte)

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“OLTRE OGNI SINGOLO EFFETTO”
La fisarmonica “profonda” di Pauline Oliveros
(6ª parte)

 

Pauline OliverosEra inevitabile che, prima o poi, si incontrassero anche sul piano professionale. Pauline Oliveros e Chris Brown erano amici da tempo, appartenenti a due diverse generazioni (Brown è nato nel 1953, all’incirca quando Oliveros inizia a studiare composizione a San Francisco con Terry Riley), ma con interessi e percorsi artistici che ne evidenziano le affinità. Il «luogo» del rendez-vous è Music in the Air, registrato in un’unica sessione a Berkeley (California), il 12 Settembre 2008, che esce l’anno successivo (10 ottobre) per l’etichetta Deep Listening. Pauline Oliveros è alla fisarmonica, conchiglia, percussioni e Expanded Instrument System; Chris Brown al pianoforte e all’elaborazione del segnale del computer dal vivo; al missaggio – quanto mai fondamentale – l’ingegnere del suono (e musicista) Philip Perkins. Un album in cui sono palesi le tradizioni aleatorie elettroacustiche della musique concrète, che si sviluppano lungo tre tracce dai titoli non poco significativi: Noctilucent Clouds (Nubi Nottilucenti), Gravity Waves (Onde Gravitazionali) e Troposphere (Troposfera). I riferimenti sono tutti relativi a fenomeni e ambienti atmosferici che hanno del “meraviglioso”, come i brani presentati, che non propongono melodie riconoscibili, ma suggeriscono intuizioni sonore. Quelle di Noctilucent Clouds sono espresse dalle note ondulate della fisarmonica e della conchiglia che intersecano quelle del piano, che fluiscono pacatamente. Sul fondo, come fosse il segnale di una radio, una vibrazione. Il ritmo si fa più serrato, poi si spegne, poi si trasforma in un canto (di uccelli?). I flussi di Gravity Waves sono molto più carichi di elettronica mentre in Troposphere la fisarmonica di Oliveros assume la fisionomia acustica di uno strumento a corda, poi quella di un Organo Eco in versione psichedelica, e si fonde col pianoforte di Brown in ciò che sembra essere un’unica entità sollecitata, però, da quattro mani.
Oltreché pianista, Chris Brown è compositore (firma con Pauline Oliveros i tre brani di Music in the Air), crea musica per reti informatiche e per ensemble di improvvisazione e inventa nuovi strumenti elettronici e software musicali. È tra i fondatori (1986) di The HUB, un pionieristico network music ensemble il cui suono nasce dall’interdipendenza di più sistemi informatici-musicali e si dedica all’esplorazione del microtonalismo. La sua arte si è plasmata alla confluenza tra molte e diverse tradizioni. Dopo gli studi di piano classico, nasce in lui l’interesse per la musica indonesiana, indiana, afroamericana e cubana e, in seguito, per quella degli sperimentatori americani. Ha lavorato, tra gli altri, con Anthony Braxton, Wadada Leo Smith, Barry Guy, Ikue Mori, John Zorn, Alvin Curran e Ramon Sender. Dal 1990, ha anche insegnato musica elettronica, composizione, world music e pratica di performance contemporanea al Mills College di Oakland (fondato proprio da Pauline Oliveros) del cui Center for Contemporary Music è stato anche co-direttore.
Nel 2011, Pauline si dedica all’installazione sonora Tower Ring presso la Ann Hamilton Tower (Oliver Ranch, Geyserville, California).
Lungo gli otto piani della torre progettata dalla visual artist Ann Hamilton, le pareti riecheggiano e i corpi dei visitatori vibrano al suono di un gong ascendente e discendente missato con un didgeridoo, con un coro, con uno strumento a corda alto quanto la torre stessa e con campane suonate dal pubblico, che si fa attore.
Il Cornelius Cardew Choir è diretto da Tom Bickley e della «squadra» di Oliveros fanno parte, tra gli altri, sue e nostre vecchie conoscenze: Stuart Dempster, David Gamper e gli allievi del Mills College. Tom Bickley è un compositore e performer che si serve di voce, elettronica, flauto dolce, Paetzold contrabass recorder[1] per le sue esplorazioni musicali. Con base a Berkeley (California) e Houston (Texas), inizia i propri studi interessandosi al canto gregoriano e alla musica medievale in genere, per poi dirottare la propria attenzione sulla musica sacra afroamericana. Pauline Oliveros lo certifica come insegnante di tecniche di improvvisazione meditativa del Deep Listening. Oltre al lavoro con i suoi gruppi musicali, Gray Code e Comma, ha suonato con Anne LeBaron, Viv Corringham, Philip Gelb, Denison Kimball Trio, Scratch Orchestra e altri. È attivo nel duo Gusty Winds May Exist, con la suonatrice di shakuhachi[2] Nancy Beckman, e come sound designer con la hjw/Dimensions Dance Company.
Pauline Oliveros convoglia gli introiti delle performance del Tower Ring in favore del Deep Listening Institute, Ltd., un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove il suo approccio alla musica, alla letteratura, all’arte e alla meditazione, e sostiene l’innovazione tra gli artisti e il pubblico nella creazione, nell’esecuzione, nella registrazione e nell’educazione con una prospettiva globale.

 

[1] Uno strumento a fiato, in legno, con disegno a sezione quadrata o rettangolare, brevettato per la prima volta nel 1975 da Joachim e Herbert Paetzold. Fa parte della grande famiglia dei flauti dritti (recorder, in inglese).
[2] Termine con il quale si indicano, genericamente, i flauti dritti giapponesi.

 

LINK AUDIOVISIVI

https://paulineoliveros1.bandcamp.com/track/noctilucent-clouds

https://paulineoliveros1.bandcamp.com/track/gravity-waves

https://paulineoliveros1.bandcamp.com/track/troposphere

https://archive.org/details/Flickr-5805226101