L’universo sociale della fisarmonica. Intervista a Frederic Deschamps

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Deschamps HonerFrederic Deschamps ha iniziato lo studio della fisarmonica all’età di undici anni. Dopo aver esplorato il repertorio tradizionale ha orientato i suoi studi verso quello barocco, contemporaneo e jazz, approfondendo le varie sfaccettature del suo strumento. È uno dei docenti più apprezzati e preparati e partecipa attivamente in qualità di giurato ai concorsi internazionali più importanti tra cui il World Trophy della C.M.A. (World Confederation of the Accordion – World Trophy) e la Coupe Mondiale della C.I.A. (International Confederation of the accordionists – World Cup), in aggiunta ai concorsi internazionali di Klingenthal (Germania), Castelfidardo e Spoleto (Italia).

Attualmente ricopre la carica di Presidente della Musical Committee della C.I.A. e nel 2005 è stato eletto presidente del World Trophy C.M.A. Nello stesso anno ha inaugurato “V.I.P. Accordions World Show”, un evento annuale che si svolge a Pontarlier (Francia) e che seleziona i migliori fisarmonicisti di variété di tutto il mondo.

Tiene master-class in molti paesi del mondo finalizzati alla diffusione delle nuove tecniche di insegnamento (Cina, USA, Europa, Sud Africa, ecc.).

Ho potuto vedere che sei molto attivo su internet. Che cos’è il “Deschamps Channel”?

Per me Facebook è il modo più semplice per controllare l’evoluzione dei miei allievi. Se passano molto tempo su Facebook, ad esempio, significa che non dedicano tempo sufficiente allo studio della fisarmonica. Per questo è un buon mezzo per monitorare la loro attività. Inoltre è un mezzo molto utile per rispondere a problemi tecnici, problemi legati ai repertori, all’organizzazione. Utilizzo Facebook anche per pubblicizzare ogni attività, per comunicarla sia ai miei allievi che a tutti gli altri. Il “Deschamps Channel” è nato nel 2011. Antonio Spaccarotella è stato il primo a parlarmi del live stream, durante le selezioni per il trofeo mondiale organizzato a Pineto da Renzo Ruggeri. Una sera in un bar Spaccarotella mi ha chiesto se conoscessi il live stream e mi ha fatto ascoltare un gruppo sudamericano che stava suonando live in quel momento. Ho subito pensato che poteva essere una cosa stupenda per la CMA e che avremmo dovuto trasmettere tutte le categorie live in internet, perché tutti i genitori, i maestri, tutti gli allievi, ma anche il mondo intero, potessero vedere cosa si fa durante il trofeo mondiale. Quando è live è live! Si può vedere anche la giuria, così come tutte le esibizioni dei candidati, e non si può criticare semplicemente senza sapere.

Inoltre il live streaming è molto importante anche per la promozione della fisarmonica, perché può capitare di vedere alcuni candidati che non suonano perfettamente e questo può indurre i giovani a partecipare, perché comprendono che è uno spazio accessibile. Evidentemente i primi dieci sono a un ottimo livello, ma ci sono anche alcuni candidati con una preparazione perfettibile, allora questo può aiutare la motivazione dei ragazzi.

Inoltre è stupendo per l’evoluzione del repertorio, perché ognuno ha accesso a tutte le nuove composizioni. Ad esempio, in Italia, come in Francia, nei conservatori si suona ancora la Sonata n. 2 di Zolotarev. Con tutto il rispetto per questa opera, ci sono anche opere di compositori più recenti, come la Sonata n. 3 di Semionov – ho visto che c’è anche un articolo su Strumenti&Musica. Il live stream è nato per tutte queste motivazioni e anche per la promozione di tutti i membri della giuria, che sono nella CMA. La prima cosa che ho fatto è stato il “CMA Channel” e ho organizzato una serie di seminari live. Anche questo aspetto era molto interessante, cioè mostrare alla gente come si prepara un concorso internazionale e come persone di tutto il mondo si ritrovano insieme e lavorano tutti i giorni. In questo modo si possono seguire le evoluzioni, gli esercizi, il repertorio che eseguono i musicisti durante le lezioni e poi si conoscono i pezzi che vengono suonati durante la finale. È un po’ come un reality show. Come ho detto, il canale si chiamava “CMA Channel”, ma alcune persone mi hanno criticato, accusandomi di utilizzare la CMA per pubblicizzare me e le mie attività. In realtà era proprio il contrario. Comunque ho fondato il “Deschamps Channel” e in questo modo sono libero di fare le cose che voglio. In seguito abbiamo fatto anche la CIA – la Coupe Mondiale – in live stream e tutti i festival più importanti, come ad esempio il Festival “Accordion Plus” organizzato da Alexander Poeluev.

Un elemento importante della live Tv è che la gente comunica in chat. Non si tratta solo di seguire le cose live, ma anche di esprimere il proprio punto di vista e di connettersi con gli altri che sono, magari, dall’altra parte del mondo.

Le nuove tecnologie come internet e le applicazioni social possono essere utilizzate anche nella didattica? Se sì, e se hai avuto esperienza di questo utilizzo, con quali risultati?

La prima applicazione social che ho utilizzato è stato Skype, che è veramente come la televisione. La prima lezione che ho fatto su Skype risale a cinque o sei anni fa (non avevo mai visto o sentito qualcun’altro che avesse fatto questa cosa). Un giorno Augustinas Racauskasun, un fisarmonicista della Lituania – dove, a Kaunas, ci sarà la CMA 2014 – che avevo incontrato a Spoleto, mi ha contattato su Skype e in seguito è venuto in Francia a seguire un seminario. Una volta tornato a casa, in Lituania, ha partecipato alle selezioni per la trasmissione televisiva “Lituania got talent”. Ha suonato Vivaldi ed è stato preso. In seguito mi ha di nuovo contattato su Skype e mi ha detto: “ho soltanto un pezzo, l’ho suonato per la prima prova e ora non ho niente da presentare alla prossima selezione”. Io gli ho mandato un altro pezzo, lui lo ha letto ma, sempre su Skype, mi ha detto che non riusciva a comprenderlo. Allora io ho preso la fisarmonica e gli ho fatto qualche dimostrazione. Una volta concluso ho realizzato di aver fatto la prima lezione di fisarmonica su Skype. Ci sono alcuni allievi che non vengono, per problemi di vario tipo, a seguire direttamente i seminari e seguono dal computer la lezione. Ho poi diffuso questa notizia su internet e ho iniziato a fare lezioni sul “Deschamps Channel”. Un giorno stavo tenendo una lezione sulla Sonata n. 1 di Semionov con Aleksandar Kolovski, un mio allievo macedone. Durante la lezione mi ha chiamato Semionov – che ci stava seguendo sulla web tv – per dirmi che aveva notato degli errori sulla partitura e per suggerirmi, in diretta, le correzioni da apportare.

Tutto questo è stupendo e senza limiti. Ho anche organizzato e realizzato delle edizioni con i compositori. Per esempio Cristina Rosi, che abita a Monaco, lavorava a un nuovo pezzo di Gorka Hermosa. Anche in quel caso avevo Hermosa su Skype che ascoltava la Rosi: io traducevo i suggerimenti di Hermosa e spiegavo alla Rosi come tradurre tecnicamente e suonare l’idea di Gorka Hermosa. L’unico limite che io vedo è che è diventato un poco troppo facile, i giovani non vogliono muoversi e mi ritrovo con troppe lezioni da fare online. Ho molti allievi in casa che, ovviamente, hanno la precedenza, e non posso dedicare tanto tempo agli allievi online. Per questo sto un po’ rallentando.

Sul tuo canale promuovi anche master-class di vario tipo. Di cosa si tratta e come si svolgono?

Mi è capitato di essere in Germania a fare un master-class al conservatorio di Hohner Trosingen, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 in poi. Dalle 13.00 alle 15.00 avevo un master-class con la Gnessin Academy, in Russia, organizzato da Alexander Selivanov. Allora Selivanov, tramite Facebook, proiettava la mia immagine sul muro o la condivideva nei computer degli allievi, in modo che tutti potessero vederla. Si tratta di un master a tutti gli effetti, anche se io non sono fisicamente lì. L’ho anche fatto con il conservatorio di Vilnius. In quell’occasione avevo oltre cento persone. La mia immagine era proiettata su un muro e l’allievo era davanti alla webcam. Io potevo ovviamente intervenire e correggere le esecuzioni, così come dare suggerimenti sullo stile. Poi ho fatto suonare, per fare degli esempi e delle dimostrazioni, alcuni allievi che erano a casa mia.

Prima delle competizioni utilizzo anche la web tv, per fare dei “concorsi di preparazione”. È un po’ pericoloso perché se qualche membro della giuria ascolto può già farsi un’idea, ma fa bene all’allievo, perché in internet c’è un grande pubblico che segue e questo abitua i candidati alla pressione e rende più facile la loro esibizione davanti alle persone.

Durante la tua carriera hai anche fatto dei programmi televisivi sulla fisarmonica. Puoi parlarci di questa esperienza?

Per un anno ho avuto una trasmissione settimanale solo per me. Questa trasmissione era composta da quattro o cinque diverse parti. La prima ospitava un giovane, tipo Jerome Richard, oppure Eric Bouvelle – cioè la nuova generazione di fisarmonicisti – che piacciono molto alla gente e che facevano musette francese. Dopo c’era un “vecchio”, cioè un artista di spicco e conosciuto, nomi importanti che suonavano solo un pezzo ma che venivano intervistati. Anche questo era interessante perché i giovani potevano scoprire i particolari della carriera e le esperienze. Poi il programma prevedeva una parte didattica, nella quale un allievo – che io non conoscevo – suonava una piccola cosa e io facevo un breve master-class di dieci minuti, per aiutare chi ci seguiva a evitare gli errori e i difetti iniziali (comunque ogni settimana si affrontava un tema nuovo). Poi presentavo il sito accordion.com e ogni settimana approfondivo un nuovo artista, o un disco.

Questo programma è andato in onda per circa un anno. Avevo anche lavorato con Paolo Limiti, venivo a Milano per suonare live a Rai due una volta al mese. E in Francia partecipavo a una trasmissione analoga, con Pascal Sevran, che aiutavo nella programmazione e nella selezione dei fisarmonicisti. Queste esperienze mi hanno molto aiutato a strutturare il “Deschamps Channel”, perché ho acquisito l’abitudine a parlare in pubblico e davanti alle telecamere, a fare attenzione all’immagine e al suono.

Parlaci della tua attività di produttore?

Ho cominciato a lavorare per la Honer Francia nel 1993, quando ho vinto il Trofeo mondiale. Il mio lavoro ha iniziato ad attrarre allievi non solo francesi, ma anche serbi come Petar Maric, macedoni come Aleksandar Kolovski. Questi giovani – come ad esempio Sergey Lobkov – hanno molto apprezzato il modo di suonare dei tanti francesi e italiani che suonavano il variété e si sono rivolti a me per imparare questo e non il classico. Hanno scoperto le tecniche speciali del genere, ma hanno anche realizzato che queste valgono per la fisarmonica in generale. Io non sono specializzato in variété, la gente lo pensa ma non è così: io ho fatto tutti i concorsi internazionali in “classico”. Allora i musicisti che sono venuti da me per imparare il variété suonano anche il classico con la mia tecnica e tutti quelli che poi hanno vinto i concorsi internazionali hanno vinto sia “classico” che “variété”. Tutto questo per dire: sono agente? Direi di sì, perché io per la Honer giro il mondo, dalla Cina al Sud America, dalla Russia a tutta l’Europa.

Ovviamente non ho più il tempo di suonare. Avevo due soluzioni, o continuare nella mia carriera di musicista, oppure dedicare il mio tempo agli allievi. Le due cose non si possono fare bene insieme. O lavori per te o lavori per gli altri. Dopo aver fatto tanti giri nel mondo, ho deciso di “dare” piuttosto che continuare a suonare. Quindi sono agente per questi giovani, anche se lo faccio gratuitamente, perché non prendo soldi dai concerti che fanno.

Puoi parlarci del tuo libro “New Technical Approach”?

Non era previsto che facessi il musicista, ma il veterinario. Il mio spirito è molto pratico e sono arrivato a fare il musicista – l’immagine della fisarmonica era vecchia e non mi piaceva – quando ho ascoltato la Coupe mondiale in Svizzera nel 1989 e Mika Väyrynen, che ha vinto quell’edizione. Allora dopo il primo anno ho lasciato l’Università e ho iniziato a studiare fisarmonica. Solo che ero in ritardo su tutto – il repertorio che non conoscevo, così come i bassi sciolti – allora ho dovuto trovare delle soluzioni per me e ho speso molto tempo a osservare e aprire la fisarmonica per capire come funzionava, come era fatta. Allora mi sono inventato degli esercizi per me, seguendo allo stesso tempo alcune lezioni di piano, di canto e iniziando a fare qualche competizione internazionale. Sono arrivato terzo e ho continuato. Sono tornato a Nizza per finire i miei studi al conservatorio, dove però c’erano lezioni di clavicembalo, piano, organo, liuto. Ma ciò che mi interessava era ovviamente la fisarmonica. Ho cercato di capire come facevano le altre persone a lavorare sui loro strumenti e ho fatto per me lo stesso, ho sviluppato una serie di esercizi e ho fatto un libro.

Gli esercizi si basano sul fatto che per suonare la fisarmonica non si devono muovere le dita ma il corpo. Se si muovono solo le dita si rischia di indebolirle, perché si trovano in una posizione scomoda e quando si tira molto sul mantice, con l’aspirazione delle valvole i tasti diventano molto più duri. Le dita devono essere in una posizione particolare per essere sufficientemente forti, per non avere problemi quando si tira più o meno sul mantice. Allora è il corpo che da le direzioni alle dita e non si deve mai avere una tensione con il gomito. Quando si deve andare alla parte bassa o alta della tastiera si deve cambiare l’impostazione della fisarmonica sollevandosi verso sinistra per alzare la tastiera. Tutte le posizioni e anche l’energia vengono dal collo, dove ci sono i nervi che ti aiutano ad avere un movimento veloce sulle estremità del corpo. Poi ci sono le sopracciglia, che ti aiutano a suonare in modo più legato. Tante cose che non sono mai state scritte in un libro, insieme a molti esercizi progressivi, che ti permettono di migliorare e di lavorare accettando i tuoi difetti.

Nei libri tradizionali si utilizzano i movimenti delle dita e il numero delle dita. In realtà la morfologia delle due mani è molto differente. Per questo il mio è un libro totalmente differente dagli altri: non c’è musica in questo libro, perché si può utilizzare su tutto quello che vuoi suonare e su tutti gli esercizi. L’unico limite è il tempo che si ha a disposizione per lavorare.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando in questo periodo?

Ho passato tutta l’estate a preparare i miei allievi di tutto il mondo (Mongolia, Corea, Cina, Sud America, ecc.) che vivono da marzo ad ottobre nella mia casa in campagna. Ho ogni anno nuovi allievi ed è sempre una nuova sfida. Sto organizzando i seminari internazionali per il 2015, 2016 e 2017. Si terranno in Cina, ma anche in nuove destinazioni, come il Messico, Brasile, Cile, Argentina, allo scopo di creare delle scuole. Prima i migliori di questi paesi vengono in Europa ad apprendere le tecniche e dopo io li aiuto a creare una scuola nel loro paese. Dopo instauro una relazione tra la Coupe Mondiale e questi musicisti, i quali rappresentano i loro paesi “emergenti”, per quanto riguarda la fisarmonica, suonando fisarmonica popolare, ma a un livello un po’ più alto: variété, classico, bassi sciolti. Utilizzo le mie relazioni anche per aiutare ad aprire delle scuole nei conservatori.

Lavoro poi nell’ambito della web tv per sviluppare la comunicazione con la fisarmonica. Per esempio vado alla Coupe Mondiale e al Trofeo Mondiale con la web tv per far conoscere al mondo i giovani e anche per dare le giuste motivazioni ai giovani, che finalmente dopo aver visto le lezioni mi contattano, su Facebook o su Skype, e vengono a scuola.

Inoltre sono un appassionato di equitazione e questo mi aiuta tutti i giorni a capire e non perdere la relazione tra maestro e allievo, a evitare gli errori da commettere con gli studenti. Utilizzo nel mio lavoro ciò che imparo con i cavalli. Ad esempio un cavallo è muscoli, tendini e riflessi. Allora quando ha delle difficoltà e deve saltare più alto, prende molta più adrenalina per aver più energia e si abbassa la traiettoria. Per rompere questo riflesso deve intervenire la riflessione, cioè quando arriva davanti all’ostacolo si ferma, poi va a destra, poi ancora a sinistra, fino a quando capisce che il suo nuovo riflesso è quello di aspettare le informazioni. Questo è un esempio che funziona molto con il fisarmonicista, il quale, prima di eseguire un pezzo tecnicamente difficile si carica di adrenalina – che è un riflesso – e va molto più veloce. Andare veloce prima di una parte tecnicamente difficile non è logico ma è animale. Non si può controllare. Deve intervenire una persona esterna a dare il consiglio necessario.

Allo stesso modo, con il cavallo per girare a destra o a sinistra è sufficiente guardare in una delle due direzioni, perché si cambia il centro di gravità e il cavallo lo percepisce. Lo stesso vale per la fisarmonica: devo assumere prima il giusto equilibrio e dopo basta un piccolo spostamento per cambiare la posizione della tastiera o del mantice, ti aiuta a fare un crescendo senza tirare di più sul mantice. Questo significa che non sforzi di più i muscoli del braccio sinistro, così i tendini sono liberi e puoi facilmente suonare con le dita della sinistra. Tutto questo ha, inoltre, un riflesso anche sulla mano destra e per suonare meglio con questa mano basta sedersi spostandosi un po’ a sinistra.

Questo è il mio leitmotiv e ci sto lavorando molto in questo momento.