Pubblicata la biografia di Gervasio Marcosignori
“Il poeta della fisarmonica”
Pubblicata la biografia di Gervasio Marcosignori
Centonovanta pagine di storia. Anzi no. Centonovanta pagine di vita. Scritto da Sandro Strologo, è stato dato alle stampe il volume che evoca la figura, il percorso formativo, la carriera di Gervasio Marcosignori. Inutile negare che questo volume è anche il suo testamento morale.
All’amico Vincenzo Canali che gli chiedeva sempre con più insistenza di trovare il tempo per mettere insieme il resoconto della sua carriera, con tanto di ricordi, di foto, di ritagli magari ingialliti per farne un volume ripeteva: “Non voglio autocelebrazioni in vita”.
Poi quella mattina all’improvviso una telefonata. Una convocazione quasi insperata. “Vediamoci subito. Ci ho ripensato”. Tirò fuori una infinità di cartelle. “Questi sono gli appunti su cui far lavorare Strologo. Ti affido tutto quello che ho raccolto negli anni. Vedete di fare un buon lavoro”
Scelta certo apprezzata, ma non subito compresa. Come mai quel ripensamento? La risposta drammatica da lì a breve.
Solo tre giorni dopo (l’8 marzo del 2013) avrebbe infatti messo in atto un gesto autolesionistico che lo avrebbe ricongiunto all’adorata moglie Lucia. Scomparsa lo stesso giorno di nove anni prima. Non una fatalità dunque la data prescelta. Semmai solo l’accentuare di un distacco che evidentemente gli appariva ormai insopportabile.
Nato a Castelfidardo nel dicembre del 1927 Marcosignori era diventato tanto velocemente quanto inconsapevolmente il portabandiera proprio di quello strumento che aveva dato alla sua città natale notorietà e fortuna: la fisarmonica.
Raffinatosi negli anni sia nel repertorio che nell’esibizione (la stampa inglese non a caso lo definì con innegabile intuizione “Il poeta della fisarmonica” dopo una toccante esibizione al cospetto della Regina Elisabetta), il maestro iniziò con le sue scelte ad indicare il percorso da seguire per la scalata ai Conservatori italiani (che sarebbe arrivata solo nel 1983) senza perdere però di vista la formazione di base. Proprio alla creazione e lo sviluppo del CDMI in tutto il territorio italiano lavorò con il M° Bio Boccosi senza sosta. Avevano intuito che senza un tessuto formativo di qualità non ci sarebbe stato sbocco alcuno.
La dignità dello strumento certo non sarebbe venuta solo da quell’ingresso, ma avrebbe sicuramente dato una grossa mano alla divulgazione culturale (e perché no, perfino produttiva) dello strumento. Fu proprio la frequentazione con Franco Alfano e Lino Liviabella a fargli intuire che l’arma vincente sarebbe stata quella di avvicinare i grandi compositori a scrivere anche per la fisarmonica. Dunque non più e non solo trascrizioni.
Il libro, in elegante veste grafica, scritto con cura da Sandro Strologo, amico fraterno del musicista, racconta per step la sua adolescenza, con i primi concerti, la sua vocazione musicale, gli studi, la famiglia. Poi gli anni ’50 della Farfisa. Anni nel top della carriera con concerti ovunque, gradimenti mondiali, la nascita del CDMI, il matrimonio, il primo concerto per fisa e pianoforte scritto dall’organista Adamo Volpi. Una novità fondamentale che avrebbe dato nuovi spazi di sviluppo allo strumento.
Si arriva alla fine degli anni Cinquanta con l’assegnazione dell’Oscar Mondiale. Viene anche apprezzato come arguto ed intelligente docente. Tiene corsi ovunque, gli viene affidata una cattedra all’istituto Spontini di Ascoli. Suona in tutti i continenti. Dopo lunghi anni di studio fa produrre il Super VI Scandalli e l’Artista VI Soprani, strumenti ancora oggi ricercati dai concertisti per l’ottima affidabilità e la cura del suono. Da evidenziare il capitolo riservato alle frequentazioni con i grandi della musica. Ne citiamo solo alcuni: Wolmer Beltrami, Luciano Fancelli, Beniamino Gigli, Luigi Ferrari Trecate.
Suggestive le pagine dedicate alla sua Castelfidardo. Un feeling mai interrotto anche quado si era trasferito ad Ancona. Ma nella sua città tornava quando poteva rifugiandosi fra gli amici e nella sua casa di via Bramante. Lo si ricorda nelle numerose apparizioni in Tv, fino a quella emblematica da Tortora a “Portobello” che avrebbe permesso di realizzare il museo della fisarmonica, i vari riconoscimenti ottenuti ovunque. Nell’83’ a Roma la sua esibizione avrebbe contribuito a convincere l’allora ministro alla Pubblica Istruzione Franca Falcucci (presente con la collegialità dei direttori di Conservatorio italiani) a introdurre la fisarmonica in quel circuito. “Ora che ho sentito lei – disse il ministro – la fisarmonica non solo deve entrare in Conservatorio, ma è degna di essere suonata anche alla Scala”. Per lui quel giorno fu forse l’apice del lavoro certosino ed a testa bassa di una intera vita. Era riuscito a scalfire le diffidenze e le ipocrisie di un mondo musicale ancora prevenuto.
Da leggere senza soluzione di continuità la parte delle conclusioni scritta di pugno dagli amici di sempre. Uno spaccato riservato e privato dove emerge il musicista, umano e spassoso allo stesso tempo, che non ti aspetti.
Questo volume è stato presentato alla stampa dall’associazione a lui intitolata, finanziato dalla Fondazione Carilo, alla presenza del figlio Franco, dell’assessore alla cultura della Regione Marche Moreno Pieroni e del neo sindaco di Castelfidardo Roberto Ascani.
Pagine scritte con freschezza che non sono dunque un mero resoconto di una vita intensa e vissuta con qualità. Siamo invece riusciti a cogliere il messaggio che arriva leggendo questo spaccato ed è quello più genuino e semplice, rivolto come lui avrebbe gradito, unicamente alle nuove generazioni.
A loro dice a gran voce che solo la passione e lo studio possono permettere di non essere uno dei tanti. Insomma di eccellere.
Diceva un filosofo che le cose buone restano per sempre, oltre la vita. E questo Gervasio Marcosignori ha fatto, con la passione ed il suo amore per la musica.
di Sandro Strologo: “Gervasio Marcosignori – Il poeta della fisarmonica” (Tecnostampa Recanati) – info: Associazione Culturale “G. Marcosignori – via Battisti, 36 – Castelfidardo (An) – info@gervasiomarcosignori.it