… dalla nostra Storia – febbraio 1974 – “La pagina del liutaio – 3° parte”

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da STRUMENTI & MUSICA – anno ventisettesimo – 1974

LA PAGINA DEL LIUTAIO – ITINERARI  (3° parte)

di Ernesto Fausto Ciurlo

 

La pagina del liutaio Itinerari (1° parte - immagine 1)Non occorre mettere in evidenza la contraddizione in termini, almeno apparente, tra questo sistema e la funzione della bocca. Abbiamo visto, infatti, al principio di questo studio, parlando dell’emissione del suono della chitarra, che la funzione della bocca è di calibrare gli effetti delle alterazioni della pressione dell’aria, nell’interno della cassa, dovute alle vibrazioni della tavola. Ora, il meccanismo di tale funzione, come si è visto, è tale per cui essa aumenta col crescere del diametro della bocca e diminuisce col crescere della distanza del suo centro dal Ponte.

Negli autori del 700 e dell’800, troviamo esempi molto dissimili fra loro per la scelta di tali due elementi e questo fatto è di conferma della loro importanza nella funzione acustica della bocca.

Uno studio organico delle pressioni acustiche nell’interno della cassa sarebbe estremamente complesso, dovendosi distinguere molti punti caratteristici e dedurre l’influenza reciproca del variare di ciascuno di essi. Anche il controllo empirico-sperimentale, elevato a sistema, non credo possa condurre a risultati certi oltre a quelli, peraltro intuitivi, sopra ricordati qualitativi, dunque, mentre finirebbe con l’essere incerto e opinabile in tesi di dosaggio.

Tutto questo spiega, anche se non giustifica, l’adozione sistematica di elementi geometrici costanti, ritenuti, in un disegno pressoché costante, corrispondenti alla pressione acustica ottimale. Un ponte basso, strutturato con fibre trasversali a quelle della tavola, una tavola a spessore sottile e uniforme, una raggera leggera in presenza di una forte catena maestra, disposta trasversalmente alla tavola, organizzano un diaframma vibrante, tutto al disotto della bocca, il quale dà luogo a un gioco di pressioni acustiche di valori variabili entro certi limiti, sempre, tuttavia con andamento ascendente di valore costante. Sono queste le condizioni della chitarra di Antonio de Torres e di tutte le molte derivazioni di scuola spagnola, che hanno portato alla adozione di una costante, o quasi, delle caratteristiche della bocca.

Un ponte più alto, una tavola a settori intonati che induce a vibrazioni altre, diversamente situate porzioni della tavola, possono realizzare condizioni tali, nella pressione acustica nell’interno della cassa, per cui convenga modificare detti valori.

Tutto ciò da una ragione della preferenza per gli schemi tradizionali e sperimentati.

Senonché, essi hanno già raggiunto, in non pochi esemplari dei più noti costruttori, i vertici del loro rendimento, per cui l’opera del liutaio che insiste su questa via, è pura opera di imitazione e non creativa. Del pari è evidente che se nuovi risultati sono possibili, essi devono essere ricercati per altra via.

Ed è proprio allora che ritornano in discussione il diametro della bocca e la posizione del suo centro. Per cui l’argomento mi sembra possa concludersi col richiamare, in linea generale e teorica, l’attenzione del chitarrista su tali caratteristiche della bocca e, in particolare sull’esigenza della loro introduzione nella casistica delle scelte, nella costruzione di quegli strumenti la cui costruzione sia orientata a nuove ricerche.

Si aggiunge un cenno sulle varianti di forma della bocca, oggi quasi universalmente abbandonate, ma impiegate nel passato, con successo, particolarmente da Luigi Mozzani, nella sua chitarra Iira, nella quale interessava diminuirne lo sviluppo in altezza. La pagina del liutaio - Itinerari (3° parte - immagine 1)Si noterà, in proposito, la incidenza della forma, a parità di superficie della bocca, nella stabilità della tavola, sotto la tensione delle corde (vedasi lo schizzo qui riportato).

Ancora sull’argomento della bocca non può tacersi la tecnica, assai recente, di ridurre i valori della pressione acustica al sommo del lobo superiore, nel caso di ricupero delle vibrazioni dell’estremità superiore delle corde.

Tale tecnica consiste nel distaccare la tastiera dalla tavola, per il tratto che va dal XIII al XIX tasto e nell’ aprire, al disotto di essa, la via allo scarico della pressione in eccesso, mediante un calcolato numero di piccoli fori, o mediante una feritoia longitudinale, praticati nella tavola. Questi scarichi corrispondono alle buche supplementari che si aprivano nelle braccia della lira di Mozzani e completano il quadro dell’equilibrio delle pressioni nell’interno della cassa, così che il flusso ascendente dal fondo non sia ostacolato.

Si riveda, in proposito, la teoria esposta, a proposito dell’emissione, sulla funzione della bocca.

Potremmo domandarci se il tempo che impiega l’onda di pressione per raggiungere la bocca, non possa provocare l’inversione di segno e trovarsi in concordanza di fase con i battiti della tavola verso l’aria ambiente. Si avrebbe, nel caso, un’emissione aggiuntiva dalla bocca. L’opposizione di segno iniziale, infatti, si modifica durante il percorso dell’onda di pressione. Purtroppo, tuttavia, tale modificazione non è mai sufficiente a completare l’inversione di segno. Per rendercene conto, basterà considerare una vibrazione di 330 cicli al secondo (è la frequenza del Mi3 della chitarra = cantino a vuoto). Ebbene, sappiamo che la velocità del suono nell’aria (velocità dell’onda di pressione) è di 330 m. al secondo. Ne segue che, se il percorso dell’onda, nell’interno della cassa fosse di m. 3,30, l’onda stessa raggiungerebbe la bocca con uno sfasamento di un centesimo di secondo e, così di 3 cicli e 1/3. Per quanto alla fase, l’onda si troverebbe, dunque, in ritardo di 1/3 di ciclo.

In pratica, il percorso dell’onda di pressione, nell’interno della cassa, è inferiore a un metro, per cui lo sfasamento si riduce a 1/9 di ciclo. È, comunque, da rilevarsi l’incidenza del percorso dell’onda il p.a. nell’interno della cassa, in quanto ipotizzabile origine di sfasamenti, maggiori o minori. La maggiore importanza, tuttavia, di tali percorsi, si verifica in ragione della misura della pressione a livello della bocca, in quanto interessa che essa sia la minima possibile. Nella determinazione del suo valore hanno influenza il tracciato delle fasce e quellodelle catene.

 

Ernesto Fausto Ciurlo 

(continua)