Lezione n. 1 – la postura dello strumento

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Prefazione

Massimiliano PitoccoIl lavoro di “didatta” è sicuramente tra i più complessi nel mondo dell’arte. Ogni giorno è un continuo evolversi, cambiarsi e migliorarsi. Non può esistere una didattica statica e uguale per tutti, l’insegnante deve assumere l’impegno costante di aggiornarsi e creare nuove tecniche educative personalizzate per ogni singolo studente. Gli allievi si differenziano tra loro per apprendimento, impostazione, senso musicale, tecnica, virtuosismo, pratica e ognuno di loro va seguito in maniera diversa. A volte si commette l’errore di impartire uno studio o un brano con la diteggiatura utilizzata da un altro musicista, così come si tende ad impostare la postura con lo strumento in maniera più o meno simile, se non proprio identica a quella di altri allievi oppure, ancora più frequentemente, a quella del proprio insegnante. Certo, esiste una diteggiatura di massima e una postura di base, ma poi bisogna adattarla ad ogni singola esigenza. È come dire… A ogni malato bisogna somministrare la stessa medicina, ma la medicina non è uguale per ogni paziente! Fiducia, serenità, amicizia, serietà e competenza sono gli elementi di base imprescindibili per avviare uno studente alla carriera professionistica.

In queste pagine vi parlerò degli aspetti dell’impostazione, della conduzione del suono e del mantice che sono per me fondamentali per avere un bel timbro con la fisarmonica, della musicalità, di come avviare l’allievo al concertismo e faremo insieme un’analisi di alcune delle più importanti opere per fisarmonica, sia trascritte che originali.

L’impostazione e la posizione dello strumento

Come dicevo prima, è importante che l’allievo abbia una corretta posizione con lo strumento, ma che sia anche e soprattutto naturale. Snaturare una propria impostazione comporterebbe delle imprecisioni sull’esecuzione e, probabilmente, anche alcuni problemi fisici. Basti guardare i più bravi fisarmonicisti del mondo, non a caso hanno tutti una posizione non perfettamente corretta, ma sicuramente efficace, a dimostrazione del fatto che l’impostazione di base con lo strumento deve essere giustamente guidata e illustrata dall’insegnante, ma anche adattata al proprio allievo in relazione, soprattutto, anche alla conformità fisica dello stesso. Nello specifico, è importante avere la cinta sulla spalla sinistra ben stretta in modo tale da avere più aderenza e controllo della fisarmonica e quella destra un po’ più larga. Fondamentale, inoltre, è trovare un assetto che consenta di collocare la tastiera leggermente inclinata a destra nella parte superiore, l’estremità inferiore, invece, va assolutamente bloccata con la gamba che sarà determinante per la chiusura del mantice. In alcuni casi, il mio consiglio è quello di adottare, oltre alle due normali cinte, una terza collocata nella parte inferiore della schiena. Massimiliano Pitocco - Lezione n.1 - La postura dello strumento - Foto 1Una corretta posizione permetterà al musicista di avere un miglior controllo del suono.

Se si educa l’allievo, sin dalla prima lezione, con dei segni sul pentagramma di apertura e chiusura del mantice, lui arriverà a porre la giusta attenzione alle proprie inversioni; questo significa che si deve dare molta importanza al mantice che, chiaramente, è determinante per l’espressività e la resa sonora delle nostre esecuzioni. Il mantice appunto… Il cuore pulsante del nostro strumento e, con il passare del tempo e forse degli anni, si dovrà affinare una tecnica che ne consenta il controllo “totale”. Per far si che si percepiscano il meno possibile le aperture e le chiusure, sono fondamentali le spalle, le gambe e il respiro. Per l’apertura si deve irrobustire la spalla destra, per la chiusura la spalla sinistra e la gamba destra che dovrà tenere bloccata la parte inferiore della tastiera. Massimiliano Pitocco - Lezione n.1 - La postura dello strumento - Foto 2Tra un’inversione e l’altra bisogna inspirare (poco) prima del cambio e buttare fuori l’aria sull’inversione stessa. In tutto questo processo i piedi devono essere ben posizionati a terra sia con il tacco che con la punta. Sconsiglio quindi alle donne di suonare con un tacco piuttosto alto perché questo non permette un’efficace stabilità. Uno dei consigli che dispenso ai miei allievi per poter seguire correttamente tutte queste regole circa la conduzione del mantice, affinché siano meno evidenti possibile i cambi di apertura e chiusura e al fine di avere un suono sempre costante e in pressione, è quello di studiare brani organistici. Naturalmente è importante anche che il mantice sia aperto e chiuso quasi come un ventaglio, il più possibile serrato nella parte inferiore. Altrettanto importante è tenere l’avambraccio sinistro perpendicolare al fondo della fisarmonica e spingere nella chiusura con la parte bassa del palmo della mano sinistra. Massimiliano Pitocco - Lezione n.1 - La postura dello strumento - Foto 3Quest’ultimo accorgimento è fondamentale perché ci consentirà di avere sempre chiusa la parte bassa del mantice e di immettere aria nella fisarmonica dal basso verso l’alto, contrariamente, si otterrebbe un suono brutto e diverso da quello in apertura, si percepirebbero le inversioni e si chiuderebbe il mantice alzando la parte bassa, che personalmente non trovo corretto per una buona didattica verso l’allievo. Massimiliano Pitocco - Lezione n.1 - La postura dello strumento - Foto 4Solamente i grandi esecutori riescono a tenere aperta, alcune volte, la parte bassa del mantice senza far notare le inversioni, ma comunque riescono sempre a fare forza con la parte bassa del palmo della mano sinistra. Un’ultima annotazione: è importante essere non solo precisi sulla nota che si vuol chiudere o aprire, ma essere estremamente decisi, senza però dare l’accento, un po’ come fa il boscaiolo… tagliare il ceppo in un solo colpo, netto e preciso!

Questa breve prefazione, alla quale seguiranno costantemente degli aggiornamenti, è il frutto di una sperimentazione adottata con i miei allievi in quasi 30 anni di carriera didattica. Un approccio corretto con la fisarmonica e uno studio regolare e metodico contribuirà a sviluppare la vostra abilità tecnica e le vostre attitudini musicali/interpretative.

 

 

Massimiliano Pitocco ha studiato Fisarmonica a Parigi con il M° Max Bonnay, diplomandosi nel ’92 al Conservatorio Nazionale Superiore, nel ’93 al Conservatorio della “ville de Paris” e sempre nello stesso anno al concorso regionale d’Ile de France ottenendo ovunque il primo premio con medaglia d’Oro. Nel ’92 si diploma con lode in Organo a Pescara e nel ’94 in Fisarmonica a Bari.
È vincitore di numerosi concorsi internazionali di Fisarmonica, tra cui il primo premio a Castelfidardo (1986 e 1988) e il secondo premio alla “Coppa del Mondo” organizzata in Svizzera (1989). È spesso invitato a conferenze e seminari oltre che a presiedere le giurie delle più importanti competizioni internazionali.
 Suona anche il Bandoneòn e si è dedicato al Tango in particolare alla musica di A. Piazzolla e, nel 1998, ha fondato il quartetto “Four for Tango”. SI esibisce nei più importanti teatri di tutto il mondo.
Ha collaborato con grandi musicisti e attori quali Milva, Luis Bacalov, Ennio Morricone, Sylvano Bussotti, Gidon Kremer, Nicola Piovani, Vinicio Capossela, Sebastiano Lo monaco, Leopoldo Mastelloni e David Riondino.
Nel 2002 ha suonato e diretto in Svizzera l’opera “Maria de Buenos Aires” di A. Piazzolla – H. Ferrer riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica.
Ha registrato numerose colonne sonore per film di cinema e televisione ed inciso diversi compact-disc per le case discografiche Dynamic, Fonola, Sculture d’Aria, Riovoalto – Ducale, Wide, Azzurra.
È titolare della cattedra di Fisarmonica presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.