Paradisi feat Raster – “WHITE” Emotional Electronic Accordion

38

WhitePer una volta facciamoci guidare dalla copertina, prima di adagiare il CD nel nostro lettore: spennellate di bianco, in diverse direzioni. Come in un singolare test di Rorschach, ci immaginiamo una pianura bianca, solcata da molti cavalli che corrono dove li porta l’istinto, o la necessità.

Poi spingiamo PLAY. E molliamo gli ormeggi.

Non sono i primi, Sandro Paradisi e Pablo Raster, talentuosi musicisti umbri, a cercare commistioni tra strumenti acustici e suggestioni elettroniche, certo. Ma quello che intanto incuriosisce in “White”, album strumentale davvero sui generis, è capire come “questo” strumento, la fisarmonica, fatto di mantice, spinte, sudori, meccaniche antiche, si adagi nell’incavo di un’elettronica pura, fatta di pad ritmici, dilatazioni dub, pulsazioni profonde, derive di bassi che si riverberano. Si ascolti dunque l’alba liquida, quasi lounge, di “Wake up the sun”, le movenze in levare di “Happy Reggae” e quell’ “After the rain” che è forse l’autentico gioiello dell’album, un pezzo che nasce da voci appositamente campionate in India (per essere precisi a quella Goa “La Dourada” ove già volse il suo pellegrinaggio uno speranzoso Guido Gozzano), su cui è costruito un autentico mantra ipnotico che poi, impercettibilmente, scivola a poco a poco su tempi dispari che ammaliano e avvolgono.

Sandro Paradisi e Pablo RasterA qualcuno potrà venire in mente l’esperienza di successo, dei Gothan Project, certo, lì c’era il bandoneon, la famiglia è quella, ok. Ma qua, signori, non ci si adagia sul tango (anche se non manca una sorprendente “Liberantango”) qua si viaggia oltre, tra intuizioni etniche e approcci da dancefloor illuminato. Nella fisarmonica di Sandro Paradisi avverti in controluce tutta la sua storia di musicista, dalla preparazione classica alle balere, dalla musica etnica (vanta collaborazioni con Eugenio Bennato, Ambrogio Sparagna, Fausto Mesolella, Lina Wertmuller e altri ancora) all’attitudine rock e pop, dalla lezione di Piazzolla all’improvvisazione jazz.

Controluce, dicevamo, perché se questo è un album che esalta la fisarmonica, non è tuttavia un disco per fisarmonicisti: la scelta coraggiosa di affidarsi alla produzione e al silicio di Pablo Raster, affermato DJ e producer di area dub e reggaemuffin, fa sì che in questo White (edizioni Barvin) il giunto cardanico sia la composizione musicale, non il tecnicismo fine a se stesso. Se in alcuni pezzi è infatti facilmente riconoscibile l’abilità strumentale, in altri la fisarmonica è volutamente suonata semplice, perché questo vuole la musica, a volte: semplicità. E in questo senso vanno letti anche i contributi, in un paio di pezzi, del tamburello di Alessia Salvucci e della chitarra elettrica di Simone Gianlorenzi, un nome sicuramente noto ai cultori della sei corde elettrificata.

In definitiva, “White” si staglia come un disco da ascoltare senza pregiudizi di alcun tipo, con l’immaginazione accesa che corre dove la porta l’istinto, o la necessità.

 

Andrea Caponeri, Radio Orvieto Web

 

White-Emotional-Electronic-Accordion

Sandro Paradisi: fisarmonica e synth

Pablo Raster: programmazione ed elettronica

Edizioni Musicali Barvin

 

www.bigup.it