Carmine Ioanna: bellezza e amore come fonti d’ispirazione

53

Curioso esploratore di suoni, dal playing intensamente narrativo, Carmine Ioanna è uno tra i più interessanti e poliedrici fisarmonicisti della sua generazione. Con questa intervista racconta le sue esperienze umane e artistiche più significative.

Il fisarmonicista Carmine IoannaQuando e come nasce Carmine Ioanna musicista e soprattutto fisarmonicista?

Ho iniziato a suonare la fisarmonica all’età di tre anni. Mio nonno suonava e mia sorella studiava pianoforte. Non ho un ricordo preciso della prima volta, ma da come racconta mia madre, i miei giocattoli erano gli strumenti musicali.

Qual è stato il ruolo della tua famiglia durante il tuo cammino artistico?

È stato fondamentale. Oltre all’indirizzamento, la mia famiglia è sempre stata un punto di riferimento importante per me, come lo è tuttora per la musica e soprattutto per la vita. I miei genitori sono delle persone straordinarie, di una semplicità disarmante. Mia madre sempre ottimista e sorridente, mio padre sempre pronto a condividere un buon bicchiere di vino rigorosamente irpino. Lo stesso posso dire di mia sorella, che mi ha regalato due bellissimi nipotini ai quali ho dedicato nel mio primo disco “Carmini e Saretta”.

Quando hai deciso di intraprendere seriamente un percorso di studio riguardante la fisarmonica?

La prima volta che ho seguito una lezione avevo sei anni, con un insegnante del mio paese. Ma durante il corso degli anni non ho mai avuto la sensazione che potesse essere una formazione per il mio futuro o un lavoro, poiché mi sono sempre divertito a farlo. Forse gli unici momenti in cui ho fatto realmente dei sacrifici sono legati al conseguimento del diploma di fisarmonica al conservatorio “Licino Refice” di Frosinone.

Perché hai scelto di dedicare la tua vita proprio a questo strumento?

Non l’ho scelto io. È stata lei a scegliere me. Non ricordo la mia vita senza la fisarmonica e non saprei immaginarmela nel futuro.

Quali sono, nel dettaglio, tutte le caratteristiche tecniche della fisarmonica?

È uno strumento ad ance, quindi ad aria (mantice). Esistono fondamentalmente due tipi di fisarmonica: a bottoni o a tasti. Quella a tasti presenta a destra una tastiera uguale a quella del pianoforte, anche se con meno tasti, mentre quella a bottoni ha una bottoniera a destra con una tastiera a cinque file, disposta per terze minori. Entrambe possono presentare a sinistra i bassi standard (accordi precomposti) o i bassi sciolti (con note singole e quindi con più ottave). Da diversi anni suono prevalentemente quella a tasti, ma sono molto legato anche alla fisarmonica a bottoni (detta anche cromatica), con la quale ho studiato e conseguito il diploma in conservatorio.

Nell’arco della tua brillante carriera hai fatto incetta di soddisfazioni umane e artistiche. Qual è stata l’emozione più grande che hai provato fino a oggi?

Difficile sceglierne una, perché sono tante. Sicuramente ricordo con grande emozione la telefonata di Luca Aquino, che mi chiese di partecipare al suo disco intitolato aQustico. Oppure potrei citare il primo incontro con Antonello Salis. Dunque, ci sono tantissimi momenti da ricordare e spero di ricordarne tanti altri nel futuro.

Carmine IoannaDal tuo cangiante e fascinoso playing trasuda un forte retaggio culturale  appartenente alla Campania, la tua terra natia, che si coniuga amabilmente con il jazz. Da dove deriva questo peculiare e stimolante sincretismo stilistico?

Spesso mi viene posta questa domanda e a me fa veramente molto piacere che traspaia questo aspetto. Quando la musica è sincera si può leggere e ascoltare la vita e le infinite sfumature di chi la sta suonando, ovviamente influenzate dalle emozioni e dalle sensazioni del momento. Questo è ciò che mi prefiggo di fare sempre: essere sincero. Ecco perché sono molto contento quando mi viene posta questa domanda. Mi porto addosso le mie origini, contaminate con tutto ciò che mi accade nella vita e con tutta la musica che amo ascoltare, come la classica, il jazz, il blues, il rock, la musica klezmer, l’elettronica e molto altro ancora.

Sei anche un profondo compositore. Quali sono le tue maggiori fonti d’ispirazione dal punto di vista compositivo?

Sicuramente la bellezza e l’amore. La bellezza che trovo in tante persone in giro per il mondo e l’amore degli affetti più intimi e cari.

Sei attivo, inoltre, come docente di fisarmonica. Come approcci all’insegnamento e quali sono i tuoi metodi didattici?

In realtà, per il momento, ho sospeso l’attività di didatta, perché per me è troppo difficile conciliare la docenza con l’attività concertistica. Comunque, credo che un bravo insegnante debba essere un buon esempio umano per i propri allievi, prima di esserlo musicalmente, soprattutto se ci si interfaccia con alunni giovanissimi.

Hai in serbo nuovi progetti discografici per il futuro?

Sì, il 2016 sarà un anno molto ricco. Uscirà il mio secondo disco per la Bonsai Music con la pianista Sade Mangiaracina. Poi sarà pubblicato il secondo CD insieme a Luca Aquino e la Jordan Orchestra, che abbiamo appena inciso in Giordania, successivamente un album che si intitolerà Hip-Hop Accordion con il rapper sudcoreano Loptimist e infine una nuova realizzazione discografica, in duo, con il talentuoso sassofonista Luca Roseto. Per quanto riguarda i concerti, invece, oltre al mio “Solo” che continuerò a portare in giro e ai vari tour dei dischi in uscita, sarò impegnato nei teatri in Anime Migranti, un recital che parla del fenomeno dell’emigrazione degli italiani all’estero, con uno sguardo ovviamente all’attualità. Si tratta di uno spettacolo scritto e interpretato dall’attrice Claudia D’Amico, nonché la mia compagna nella vita, in cui curo la colonna sonora.