L’intervista a Giancarlo Caporilli, il fisarmonicista per tutti

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Giancarlo Caporilli ha iniziato a studiare musica e fisarmonica all’età di 4 anni sotto la guida del M° Fernando Chierici. Così, in prima elementare, benché non conoscesse ancora l’alfabeto, sapeva leggere uno spartito e solfeggiare con discreta disinvoltura. Caporilli si è perfezionato in tecnica strumentale, armonia e composizione con il M° Silvio Aureli con il quale, dall’età di 14 anni ha inciso numerosi dischi. Ha composto circa 300 brani per solisti e per orchestre di fisarmoniche collaborando con molte case editrici italiane e straniere.

Da tanti anni Giancarlo Caporilli tiene concerti in Italia ed all’estero con la sola fisarmonica, senza l’ausilio di supporti elettronici. I suoi brani e quelli dei più importanti e illustri compositori fanno parte del suo repertorio che esegue rigorosamente a memoria.

1. Centinaia di concerti in vari paesi del mondo quali Inghilterra, Svizzera, Scozia, Spagna, Francia dove oggi è noto come “Il fisarmonicista per tutti”. Perché questa definizione?

Il fatto risale a molti anni fa. Un giornalista di un prestigioso quotidiano di Roma era tra il pubblico nell’Auditorium Augustinianum della capitale durante un mio concerto. Per l’occasione, consapevole che in quel teatro fino a quel momento erano solite le esibizioni di concertisti con strumenti ben più blasonati di una fisarmonica ed essendo io il primo fisarmonicista invitato a suonare, preparai un repertorio particolare. Ho sempre suonato con uno strumento acustico, per quel concerto mi venne in mente di usare una fisarmonica elettronica che secondo me avrebbe incuriosito e forse interessato il pubblico avendo delle sonorità particolari. Da ragazzino, il mio paziente insegnante Silvio Aureli, che amava molto la musica classica, mi fece “digerire” alcuni brani sapientemente trascritti per fisarmonica, così in quel concerto eseguii le sinfonie: POETA E CONTADINO, IL BARBIERE DI SIVIGLIA, LA GAZZA LADRA, SEMIRAMIDE e conclusi con la RAPSODIA N°2 di Listz. Il pubblico gradì molto questo repertorio e, chiuso il sipario, il giornalista in questione mi confessò di essere un grande appassionato di fisarmonica e, dietro le quinte, mi abbracciò commosso facendomi molti complimenti.

Lo stesso giornalista lo ritrovai dopo pochi mesi in un centro musicale dove si eseguiva esclusivamente musica jazz ed io suonavo in acustica con un quartetto di amici che solitamente amavano interpretare quel genere di musica. Quando mi vide quasi stentava a riconoscermi!

Per la terza volta, durante una festa di piazza a Gerano, un paesino vicino Roma, salì con uno scatto felino sopra il palco mentre eseguivo musica popolare con la piazza colma di gente che ballava; mi costrinse a fermare la musica, mi disse, non curandosi dei “ballerini” che improvvisamente si erano fermati, che lui aveva una casetta in quel luogo e mi chiese il permesso di scrivere il giorno dopo un articolo sul giornale e se mi piaceva il fatto che lui mi avrebbe definito “Il fisarmonicista per tutti”!

2. Lei spazia dal genere classico a quello leggero, dal sinfonico al liturgico, dal pop al jazz. Quale tra questi sente più suo e in quale è possibile ritrovare le sue origini?

Le mie origini musicali sono fondamentalmente classiche, ma sono sempre stato molto attento a non rimanere ancorato ad esse; ho cercato sempre, con ostinazione, di allargare i miei orizzonti musicali per avere più occasioni nella vita. Il pubblico non è tutto uguale e il tempo, ancora oggi, mi sta dando ragione.

3. Elencare tutti gli eventi e tutte le manifestazioni cui ha preso parte con la sua fisarmonica è un compito arduo. È facile invece affermare che lei non ha mai disdegnato di suonare i generi musicali più disparati davanti a spettatori amanti e non della fisarmonica. Ed è con la sola fisarmonica che ha accompagnato cantanti di ogni genere musicale. Trova che negli anni questo strumento sia riuscito a rispondere alle esigenze del mercato discografico in continua evoluzione e ricerca?

È vero, la fisarmonica è sempre stato uno strumento accattivante, amo suonare qualsiasi tipo di musica, anche una semplice serata tra amici può essere motivo, oltre che di allegria, anche di esperienze come quelle che fortunatamente ho avuto ed ho tuttora con cantanti di musica leggera o lirica. Accompagnarli con la sola fisarmonica, oltre che dare un tocco di originalità, è anche fonte di stupore per chi normalmente è abituato al suono di strumenti più illustri. Oggi nel moderno panorama musicale vedo questo strumento abbastanza inserito nelle varie tipologie di gruppi e band amatoriali e professionali; mi piace quando si tratta di musica da ballo, jazz, etnica o folk, però ho la sensazione che, nei gruppi rock o metal, la sua presenza serva esclusivamente come attrazione.

4. Le sue composizioni vengono assegnate come brani d’obbligo in molti concorsi nazionali ed internazionali di fisarmonica dove spesso svolge funzioni di Presidente di giuria. Quali sono oggi i punti di forza e di debolezza dei concorsi Italiani rispetto a quelli esteri?

I concorsi di fisarmonica, a mio giudizio, sono sempre e comunque un momento di confronto per chiunque vi partecipi, se si sta “chiusi in casa” non si avrà mai la possibilità di crescere musicalmente; molto spesso si possono avere anche delusioni, una delle ragioni di queste andrebbe ricercata soprattutto nel rapporto tra Insegnante ed allievo. Come principio penso che non bisognerebbe mai creare false illusioni e la partecipazione ai concorsi dovrebbe avvenire soprattutto con una massiccia dose di umiltà.

Per quanto riguarda i concorsi all’estero non ho mai trovato sostanziali differenze, alcuni sono improntati sulla spettacolarità e questo mi piace molto.

5. Il pubblico apprezza molto il suo modo di suonare e le sue composizioni. L’Inghilterra, l’Olanda, la Svizzera, la Scozia il Canada e naturalmente l’Italia, sono le nazioni dove tutti gli anni viene chiamato ad esibirsi come ospite d’onore in manifestazioni e festivals dove sono presenti i più famosi fisarmonicisti del mondo. Qual è, tra le tante, una delle esperienze che ricorda con più piacere e perché?

L’esperienza più simpatica risale a qualche anno fa a Montreal. Il teatro era pieno e c’erano moltissimi italiani tra il pubblico, il concerto doveva durare circa un’ora quando, alla fine del programma, cominciarono a chiedere i consueti bis. Dopo circa venti minuti e veramente affascinato da tanto entusiasmo, invece di mettere “a riposo” sia me che la mia fisarmonica, ebbi l’idea di prendere un microfono e chiedere al pubblico se desiderava ascoltare qualche brano a “richiesta”. Ho dovuto suonare ancora un’altra ora. Che tipo di richieste? Canzonette di molte regioni d’Italia! Da Roma a Torino, da Napoli a Siracusa, insomma un divertimento ed una soddisfazione totale per me che ricordo quello come un concerto indimenticabile.

6. In tutti questi anni la fisarmonica l’ha mai tradita?

No, nel modo più assoluto.

7. Quali sono i suoi prossimi appuntamenti con il pubblico?

Ad aprile sarò impegnato a Roma con 3 concerti. Il 20 aprile sarò premiato a Palestrina (vicino Roma), insieme ad altri artisti molto famosi nel mondo dello spettacolo, con il “Premio internazionale Giovanni Pierluigi da Palestrina”. A maggio sarò a Blackpool (Inghilterra).